Cosa era successo per tutto quel tempo?
Era tutto reale o solo un sogno infinito?
Si sentiva fuori da quel mondo, disconnessa da tutto e da tutti, come se non ne facesse parte. Non aveva mai potuto pensarci per davvero, riflettere attentamente su ogni fatto che era accaduto ed ora era lì, seduta sul bordo di un letto sconosciuto che molto probabilmente aveva visto coppie amarsi e avere una vita tranquilla, normale, quella che a lei era stata negata fin dall'inizio. Chinò il capo e chiuse gli occhi.
Dovevano per forza esistere certe persone? Dovevano per forza essere nate?
Se lei avesse avuto la possibilità, avrebbe fatto in modo che la loro nascita non fosse accaduta.
Per lei, era un pensiero un po' troppo egoista, ma non ce la faceva più, era stufa. Stufa di tutto. Stufa di Crystal, stufa di Damian, stufa di Jonathan e stufa di se stessa. Era convinta di essere l'unica a percepire quanto tutto quello che stava succedendo fosse disgustosamente reale. Le sembrava che tutti sapessero già cosa fare, come se ogni cosa che sarebbe accaduta, loro l'avrebbero anticipata. Non sapeva se esserne rassicurata o preoccupata.
Agli occhi di tutti, lei era la debole, quella incapace di sopravvivere senza qualcuno affianco, la ragazza piccola e indifesa che deve essere protetta, ma lei era stanca. Forse loro avevano ragione o forse no, ma rimaneva il fatto che lei avesse sopportato perdite e dolori e che comunque non aveva abbandonato tutto, convincendosi di non potercela fare.
Ripensò a tutto. Ripensò a come fosse cambiata la sua vita in un solo istante, in una sola notte; e capì quanto fosse stata forte a non cedere alla tentazione di farla finita, di sganciarsi da quella realtà che continuamente le rammentava quello che stava capitando attorno a lei.
-Ehy, sorellina- la voce di Rory la risvegliò dal suo flusso di pensiero ed alzò il viso per incontrare il suo, davanti a lei. Lui sorrideva. Madison aveva sempre amato il suo sorriso, era sempre riuscito a rassicurarla, a farle dimenticare per un istante tutto. Aveva sentito la mancanza di quel sorriso.
I vestiti trasandati e i suoi classici capelli spettinati lo ringiovanivano di almeno cinque anni.
Madison rimase muta a fissarlo. Quanto avrebbe voluto che fosse veramente lì con lei; che fosse lì per abbracciarla, per accarezzarle la testa, sussurrandole all'orecchio parole rassicuranti, o che le stesse anche solo accanto.
-Perché sei triste?- le chiese avvicinandosi e sedendole accanto con calma. La ragazza voltò il viso verso il suo e lo fissò nelle iridi verdi che condividevano. Il suo viso era pulito e raggiante come lo era sempre stato prima che impazzisse. Lo voleva disperatamente lì con sé per davvero.
-Ho paura di non farcela- mormorò appena, abbassando il capo sulle ginocchia rannicchiate al petto. Dopo qualche istante, sentì una mano appoggiarsi sulla sua testa e cominciare ad accarezzarle i capelli con dolcezza.
-Tutti all'inizio hanno paura di non farcela, ma questo non ti deve ostacolare. Sia io che te sappiamo quanto tu sia più forte di quello che credi di essere. Non ti devi abbattere, non smettere di combattere, di lottare- la circondò con entrambe le braccia e l'avvicinò a sé. Lei si lasciò cullare, ignorando l'assenza di battito nel petto di Rory.
-E se non ci riuscissi? Se non... non ce la facessi a combattere? Ho il terrore di deludere tutti quanti, inclusa me stessa- si raggomitolò ancora di più contro il suo petto e rimase in silenzio tra le sue braccia.
-Sono sicuro che ce la farai, l'hai dimostrato fin da piccola di potercela fare. Eri la più coraggiosa in tutta la famiglia. Ricordi quando sei caduta nelle sabbie mobili a dieci anni?- Madison accennò un sì con la testa -Io, mamma e papà eravamo andati nel panico, non sapevamo cosa fare. Papà aveva cercato di allungare il braccio affinché tu potessi raggiungerlo, ma non ci era riuscito. Ricordi anche cosa hai fatto dopo tu?- lei scosse la testa -Non ti eri fatta prendere dal panico. Eri stata immobile analizzando la situazione e cercandone una via di fuga. Prima di essere risucchiata completamente, avevi fatto notare a mamma il grande bastone dietro di lei e subito dopo eravamo riusciti a tirarti fuori- si scostò di poco da lei e le sorrise dolce.
-Vedi? Ci sei nata forte e coraggiosa, devi solo recuperare quel poco che ti resta per rendertene conto del tutto- con una mano le accarezzò la guancia e piegò la testa di lato, senza smettere di guardarla amabilmente. Madison lo guardò e si beò della sua carezza, lasciandosi trasportare dal piacere che quel tocco dava alla sua pelle.
-Ora devo andare Madison- ritrasse la mano e si allontanò da lei. Lei lo guardò colma di amarezza e angoscia, non voleva che se ne andasse, aveva bisogno della sua compagnia.
-Non andare, ti prego- allungò disperata una mano verso di lui.
-Devo. Dopotutto, sono frutto della tua immaginazione. Se ora me ne vado è perché non hai più bisogno di me- le prese delicatamente la mano allungata verso di lui e baciò con dolcezza il dorso.
-Io ho bisogno di te Rory, ne ho sempre avuto bisogno-
-Non è vero. Tu non hai mai avuto bisogno di nessuno, sai difenderti senza che nessuno lo faccia al posto tuo, devi solo ritrovare dentro di te quel coraggio che col tempo si è affievolito- puntò lo sguardo nel suo e alzò un angolo della bocca.
Madison osservò la punta dei suoi piedi cominciare a dissolversi come polvere, facendoli scomparire del tutto come se fossero stati fatti di cenere e qualcuno ci avesse soffiato sopra.
-Ci rivedremo un giorno Madison. E quel giorno saremo finalmente uniti come la famiglia che eravamo sempre stati- metà busto scomparve -Non dimenticare che non devi portare tutto il peso sulle tue spalle, sei circondata da persone che farebbero di tutto per aiutarti, non sei sola. Sono stato io ad abbandonarti, ma ora sono felice di sapere che hai persone su cui puoi contare- solo il viso era ancora visibile, mentre tutto i resto del corpo era svanito nell'aria.
-Ti vorrò sempre bene sorellina- le sorrise un'ultima volta, chiudendo gli occhi, prima di scomparire del tutto.
Nel mentre le sue polveri si fondevano con l'aria, una chioma rossa fece capolino nella stanza.
-Disturbo?- chiese adagio Damian dietro la porta.
Madison non gli rispose, scosse solamente la testa continuando a fissare il punto in cui un attimo prima Rory le aveva sorriso.
Il ragazzo entrò, richiudendosi la porta alle spalle e rimanendo in piedi davanti a lei.
-Come ti senti?- le domandò turbato, mantenendo sempre le distanze.
-Non ne ho idea- rispose fiacca mentre si distendeva sfinita su un lato del letto, dandogli le spalle.
-Va bene. Hai bisogno di qualcosa?- Damian la sentì sospirare.
-Sapessi...- lasciò sospesa la frase. Sentì Damian muoversi per la stanza e spostare una sedia, su cui si sedette l'attimo dopo.
Rimasero entrambi in silenzio. Nessuno dei due sembrava avere la forza di dire qualcosa all'altro.
-Credi che, con il tempo, tu mi possa amare?- sfiatò Damian dietro di lei.
Madison rimase in silenzio, non voleva rispondergli. Chiuse gli occhi e strinse con forza il cuscino sotto la sua testa.
-Ho capito- sibilò lui inespressivo, alzandosi dalla sedia ed uscendo dalla camera sbattendosi la porta alle spalle.
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Ciaoooooooooo!
Domani con la scuola andrò a pattinare ed io vado a letto a quest'ora (23.33)... Brava Giulia!
Sto morendo di sonno, ma vabbé... volevo scrivere!
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A 55 like e 20 commenti continuo.
Baci e abbracci a tutti :*
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L'eternità di chi ama
FantasíaDa un catastrofico incontro in un'oscura foresta, Madison Vallen e Jonathan Irven si ritrovano immischiati in rapimenti, agenti della polizia alle calcagna, una strana polvere azzurra, baci rubati e parole mai dette, segreti e bugie. In tutto questo...