Uscì dalla camera.
Si appoggiò alla porta, sospirando come se stare in quella stanza gli avesse prosciugato l'aria nei polmoni.
Si toccò la tasca della giacca, constatando di avere con sé la lettera che era riuscito a recuperare prima che il fuoco della casa la bruciasse.
Scese di nuovo al primo piano, dove Damian stava bevendo un bicchiere d'acqua appoggiato al bancone della cucina.
I due non si staccarono gli occhi di dosso; dopotutto, nessuno si fidava dell'altro.
Senza dire una parola, Damian smise di bere e si girò verso uno sportello in alto, da cui tirò fuori un bicchiere pulito. Aprì il rubinetto e lo riempì d'acqua, per poi porgerlo al ragazzo con una tacita domanda.
Jonathan lo prese nonostante non avesse una benché minima voglia di bere, ma apprezzò la sua gentilezza. Con un cenno del mento lo ringraziò, ricambiando il silenzio.
Il moro si appoggiò a sua volta contro il tavolo, stando così l'uno difronte all'altro, in silenzio.
Continuarono a bere, senza smettere di guardarsi e di osservare ogni minimo movimento dell'altro.
Damian picchiettava le corte unghie contro il vetro del bicchiere poggiato sulle labbra, respirando dalle narici mentre i muscoli del collo diventavano più tesi.
-Devi dirmi qualcosa?- chiese poi Jonathan sull'orlo della disperazione da quel silenzio.
Il rosso smise dopo qualche secondo di bere il bicchiere vuoto da tempo, lasciandolo sul tavolo di fianco a lui.
-Prima che tu arrivassi qui e che Madison si addormentasse, lei è stata male- cominciò deglutendo. Jonathan smise di bere e raddrizzò la schiena.
-Cosa le hai fatto?- lo accusò cominciando a stringere i pugni, finché le ossa non furono visibili dalla pelle.
-No, non in quel senso- scosse la testa -Ha vomitato- si fermò -Più di una volta-
-E allora? Mi sembra normale dopo quello che ha passato- Jonathan cominciò a sentire leggermente più caldo del normale.
-Forse sì- rispose poco convinto -O forse no- finì.
-Cosa vuoi dirmi? Dimmelo e basta, senza girarci intorno- parlò cercando di calmarsi per non urlargli in faccia.
-Credo che Madison sia incinta-
Il respiro di Jonathan si bloccò sul momento.
Rimase a fissare Damian, mentre quest'ultimo ricambiava il suo sguardo.
Sentì la terra sotto i piedi cominciare a cedergli. Se fosse vero?
Dovette sedersi su una sedia o sarebbe caduto davanti a lui; il suo corpo era diventato in un istante, d'acqua.
Si mise una mano sulla bocca, guardando insistentemente un punto sul pavimento davanti a lui, come se potesse dargli dei consigli validi.
-Questo spiegherebbe anche il perché lei dorma così tant...- iniziò Damian staccandosi dal bancone e avvicinandosi a lui.
-Silenzio- ringhiò Jonathan sotto voce, la bocca ancora coperta dalla mano, anche se, più che appoggiata, pareva spinta con forza contro le labbra.
-Io...- cominciò Damian spalancando la bocca mortificato -Lo sai che non avevo il controllo su me stes...- Jonathan non lo lasciò finire la frase neanche questa volta che con un urlo si alzò di scatto dalla sedia, spingendo Damian contro il muro e tenendolo attaccato con una mano alla gola.
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L'eternità di chi ama
FantasyDa un catastrofico incontro in un'oscura foresta, Madison Vallen e Jonathan Irven si ritrovano immischiati in rapimenti, agenti della polizia alle calcagna, una strana polvere azzurra, baci rubati e parole mai dette, segreti e bugie. In tutto questo...