Capitolo 51

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Prima che Damian potesse approfondire il bacio, Madison appoggiò le mani sul suo petto con l'intento di spingerlo via e con riluttanza da parte di lui, Damian si staccò da lei.

-Che cosa ti è saltato in mente?- si allontanò di qualche passo da lui. Perché tutto d'un tratto l'aveva baciata?

Qualche secondo prima che Damian la prendesse per i fianchi per far scontrare i loro petti e baciarla, Madison aveva sentito dei passi dietro di lei e fu sul punto di voltarsi, ma i riflessi della mano di lui furono più veloci e le presero il mento, facendo incontrare le loro labbra.

-Niente Madison, perché ti stai scaldando tanto?-

-Fammi pensare... forse perché mi hai appena baciato come se nulla fosse?- incrociò le braccia al petto per impedire alla sua mano destra di colpire la sua faccia. Gli occhi di Damian si intensificarono ed insieme ad essi, l'aria della foresta cominciò a farsi più pesante e le risultò difficile respirare regolarmente, come se, in un certo senso, la foresta sentisse e rappresentasse lo stato d'animo di Damian.

-Vuoi che ti chieda scusa?- il suo tono di voce non risultò sgarbato o arrabbiato come Madison si sarebbe aspettata, ma bensì divertito e quasi impertinente.

Lei non rispose e rimase a fissarlo con occhi di ghiaccio. Se non fosse che da lui dipendesse il suo libero arbitrio, lei se ne sarebbe già andata da quella ambigua foresta.

-Vorrei che tu mi lasciassi andare, o se non puoi, almeno spiegarmi il perché tu mi voglia per forza accanto a te. Sono stufa di questi continui salti da un posto all'altro, di menzogne e segreti. Sul serio, non ce la faccio più. Voglio solo ritornare da Jonathan, è troppo chiedere questo?- la mascella di Damian si irrigidì, come se stesse cercando di contenere la rabbia, rabbia che Madison non comprendeva. Con passo deciso si avvicinò a lei, rimanendo a qualche centimetro di distanza dal suo viso. A quella distanza, Madison poté percepire il calore che emanava il suo corpo, le sembrava che bastasse solo lui per riscaldare l'aria fredda dell'intera foresta. Si ritrovò i suoi occhi fissi su di lei, erano così grigi, così tristi, sembravano urlare aiuto quando tutto il corpo intimava di non azzardare a farlo. Stranamente Madison pensò che assomigliasse ad un papavero, fuori rosso come il sangue, dentro nero come le tenebre e solo una punta di luce dentro il nero che lo ricopriva.

Allora perché si comportava come se fosse il ragazzo più sicuro al mondo, quando il suo sguardo supplicava di essere aiutato?

-Così che tu possa passare la vita con quell'essere e vivere quel che ti resta con lui? Davvero non ti importa il non vederlo invecchiare? Credi sul serio che lui non proverà disgusto nel vederti decadere e perdere la gioventù che tanto vi unisce? Sei una stupida a pensare che un rapporto così possa funzionare- portò le labbra al suo orecchio e Madison sentì già le fitte al petto farsi più forti ad ogni singola parola che pronunciava.

-Ti ha già dimenticato Madison. Vedi? Non è nemmeno venuto a salvarti, come puoi pretendere che accetti di passare con te i tuoi anni di vita, quando per lui saranno solo una manciata di giorni? Le persone come lui non perdono il loro tempo in questo modo- appoggiò la mano sulla sua guancia e cominciò ad accarezzarla, come per tranquillizzarla, quando era lui ad averle procurato quel dolore. Ma non se ne curò, nella mente di Madison stavano solamente vorticando come un uragano le sue parole. Percorse nell'arco di qualche secondo tutto quello che aveva passato con Jonathan, i baci, i sorrisi, le carezze, gli sguardi, sarebbe stato lo stesso anche con la Madison adulta e più avanti nel tempo, anziana? Sarebbe davvero rimasto il Jonathan che aveva conosciuto a diciotto anni?

-Io... io...- avrebbe voluto urlare. Urlare in faccia a Damian per averla messa in dubbio, urlare in faccia a Jonathan per averla fatta innamorare di lui, urlare in faccia a Rory per essere stato debole e urlare in faccia a se stessa per aver solamente pensato alla possibilità di poter avere una vita normale.

-Sei una ragazza intelligente Madison, capirai anche tu che gli immortali sono esseri inutili, proprio come il tuo Jonathan, in principio lui non sarebbe neanche dovuto nascere- la confusione nella testa di Madison si fermò quel tanto per ordinare alla sua mano di colpire la guancia di Damian. Il rumore secco del colpo le sembrò scuotere le foglie e gli alberi che la circondavano; Damian si bloccò sul posto mantenendo il viso voltato verso destra, non si era spostato di una virgola e Madison ne approfittò per parlare.

-Sì, sono una ragazza intelligente e so distinguere chi avrebbe meritato di nascere e chi no, e fidati quando ti dico che tu non sei uno di quelli- parlò a denti stretti, mettendo nel suo sguardo tutto l'odio che aveva racimolato in quelle settimane senza poter buttarlo fuori, e ne aveva ancora, ma era stanca di parlare con persone che non avevano altro da fare se non tormentarla. Con una spallata spinse Damian il più lontano possibile da sé e si avviò verso il sentiero per ritornare nella sua camera. Nel mentre della sua camminata, il cielo si oscurò e le foglie degli alberi cominciarono a cadere ad una velocità maggiore, il che le sarebbe dispiaciuto se quella foresta non fosse stata di Damian.

-Io ti posso dare un vita normale!- lo sentì urlare alle sue spalle e per poco si mise a ridere.

-Nessuno può farlo ormai!- gli rispose di rimando senza voltarsi. Sarebbe uscita di lì, con o senza l'aiuto di Jonathan.

Da quando si era chiusa nella sua stanza, non aveva più avuto notizie di Damian, ne di alcun ragazzo mascherato. Per la prima volta era rimasta da sola e fu felice di quello. Ripensò alle parole di lui credendo di essere abbastanza forte per affrontarle, ma mentiva a se stessa.

Le mancava così tanto. Aveva bisogno di un suo abbraccio, di un suo bacio o di qualsiasi altra cosa che le facesse percepire la sua presenza e il conforto di cui aveva bisogno in quel momento, come aveva sempre fatto. Si immaginò di essere abbracciata da Jonathan, lo vide con la mente mentre le sorrideva e le accarezzava la testa, non si accorse nemmeno di star piangendo.

-Dove sei?- chiese al nulla, come se, in qualche modo, lui potesse sentirla. Si raggomitolò sulle lenzuola, stringendo le ginocchia al petto e chiudendo gli occhi, cercò di concepire con la fantasia una irrealizzabile vita con Jonathan, finendo poi col addormentarsi e raggiungerlo nei sogni.

Per tutto il tempo, Damian non aveva fatto altro che osservarla sorridere e piangere nel sonno, aveva costruito una fessura nascosta nel muro apposta per poterla ammirare mentre dormiva. Ore prima era stato senza cuore, lo sapeva, ma pensò essere stato l'unico modo per non farla soffrire. Se lei si fosse voltata e avesse visto Jonathan, sarebbe andata con lui abbandonandolo per sempre; lei avrebbe patito una vita piena di angoscia e timore che un uomo non avrebbe mai potuto dissolvere. Con lui invece, Madison sarebbe stata felice e viceversa, ne era sicuro.

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Scusate l'orario, ma l'ispirazione arriva quando arriva ;D

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Baci e abbracci a tutti :*

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