-Sono ancora vivi, sono ancora vivi, sono ancora vivi. Mamma... papà...- per tutto il viaggio in macchina, Madison non aveva fatto altro che ripetersi quelle parole e fissare sconcertata gli anelli nella sua mano. Jonathan non le aveva detto niente. Non perché non gli importasse niente, ma perché non sapeva cosa dire. Lui non aveva genitori quindi, non poteva sapere come ci si sentiva a trovare la prova che tua madre e tuo padre erano vivi dopo aver creduto per un anno il contrario. Fermò la macchina davanti alla casa di Crystal e scese, aprendo in seguito la portiera a Madison. Appena scesa, corse verso la porta d'entrata ed entrò, senza aspettarlo. Jonathan ci rimase un male, si comportava come se lui fosse invisibile. Era andata su un altro pianeta, senza di lui.
Quando entrò anche lui, vide Crystal sul divano con un bicchiere di vino in mano e Kalir al suo fianco che le sussurrava qualcosa all'orecchio, facendola arrossire e sorridere. Jonathan tossì per avvertire della sua presenza ed entrambi si girarono verso di lui.
-Oh, Jonathan. Madison è andata direttamente in camera, sembrava che non stesse bene. È successo qualcosa?- gli chiese appoggiando il bicchiere sul tavolino ed alzandosi dal divano per avvicinarsi a lui.
-No, è solo che siamo stanchi tutti e due. Sono successe tante cose-
-Hai ragione, sono successe tante cose. E non sai quante ne accadranno ancora- gli sorrise complice.
-Cosa intendi dire?-
-Oh niente, è il vino. Ora vai pure dalla tua Madison, io sto qui con Kalir-lo abbracciò e ritornò da lui sul divano.
Dopo averli lasciati da soli, Jonathan si diresse verso la camera che condivideva con Madison.
La trovò sotto le lenzuola come i bambini. Si era creata una tenda, illuminata dalla torcia che proiettava la sua ombra sul il telo. Quando Jonathan accese la luce, Madison uscì da sotto il lenzuolo e lo guardò. Nei suoi occhi verdi vide solo speranza e paura. Le tremava il labbro inferiore come la mano che reggeva i piccoli anelli. Quello sguardo pesava più di quanto pensasse, stava cercando di fargli capire quanto volesse significare quella scoperta per lei.
-E se fossero veramente vivi?- gli chiese, ma più che chiederlo a lui sembrava chiederlo a se stessa.
Lui si avvicinò e la raggiunse sul letto. Prese il lenzuolo e coprì entrambi sotto il telo.
Al sicuro da tutti. Nessuno avrebbe potuto prenderli se erano sotto il lenzuolo insieme. Nascosti da tutto. Invincibili ed introvabili. Come invisibili.
Lui l'abbracciò e lei si lasciò cullare dolcemente.
-Li troverò Jonathan. Loro sono ancora vivi, ne sono certa. Altrimenti perché ho trovato gli anelli sulla spiaggia del lago? Sono vivi, e non sono lontano. Lo so, lo so- sospirò e premette la guancia sulla spalla di lui.
-Come vuoi cominciare?- le domandò, prendendo per la prima volta la parola.
-Se ho trovato gli anelli al lago, dovrò scoprire altri indizi lì vicino. Domani mattina andrò a cercare qualcosa. Sono sicura che se starò tutto il giorno fuori, troverò qualcosa che mi potrà aiutare- lo stava facendo di nuovo. Lo stava escludendo. Chiuse gli occhi e smise di abbracciarla. Uscì da sotto il lenzuolo e si distese sul letto, fissando vuoto il muro.
-Perché hai quello sguardo?- si distese anche lei al suo fianco e cominciò a fissare a sua volta il muro.
-Quale sguardo?-
-Hai uno sguardo vuoto... assente. Come se non tu fossi qui-
-Ma io sono qui-
-Non in quel senso...- si girò a guardarlo.
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L'eternità di chi ama
FantasyDa un catastrofico incontro in un'oscura foresta, Madison Vallen e Jonathan Irven si ritrovano immischiati in rapimenti, agenti della polizia alle calcagna, una strana polvere azzurra, baci rubati e parole mai dette, segreti e bugie. In tutto questo...