Si ritrovò in una foresta, inghiottita dal buio. Ad un certo punto, cominciò a piovere.
Le luci dei fari di diverse macchine illuminarono una gigantesca statua di marmo nera, alta quasi cinque metri e larga la metà. Era una statua femminile. Se Callie si fosse concentrata per leggerne l'incisione alla base, sarebbe riuscita a vedere una parola: Crystal.
Più di una decina di ragazzi in maschera accerchiavano la statua come per proteggerla.
Callie avvertì due presenze di fianco a lei. Alla sua destra, vide Tristan impugnare due pistole e guardare ogni ragazzo con odio misto a paura; alla sua sinistra invece, un ragazzo a lei sconosciuto dai capelli rossi, brandiva una mazza ferrata tutta nera.
Quando un lampo tranciò il silenzio che si era formato, tutti e tre partirono alla carica verso i ragazzi. I colpi di pistola di Tristan furono i primi che si batterono con i tuoni, a seguire i suoni delle mazzate dell'altro ragazzo. Avevano due stili diversi di combattimento; Tristan sembrava farlo perché obbligato, mentre l'altro sembrava farlo perché gli piaceva.
-Callie! La bomba!- sentì urlare Tristan mentre beccava alla testa un ragazzo che si stava per avventare su di lui. All'improvviso, la ragazza si ritrovò in mano un ordigno esplosivo e non capì come, ma seppe nel profondo di doverlo posizionare ai piedi della statua e accenderlo.
Mentre i due ragazzi tenevano impegnati la massa di mascherati, Callie cominciò a correre verso la donna scolpita e ci collocò la bomba, azionandola un secondo dopo. Si precipitò da Tristan e l'altro ragazzo e tutti e tre cominciarono a correre il più lontano possibile.
Si sentì lo scoppio della bomba.
Tristan si fermò un momento solo per vedere quello che stava accadendo alle sue spalle, nel mentre Callie e il rosso erano andati avanti, senza accorgersi di essersi lasciati Tristan dietro.
La statua stava cadendo in pezzi grandi quanto dei massi enormi, schiacciando chiunque si trovasse al di sotto di essa, sempre più ragazzi venivano ammazzati dai grossi pezzi di pietra. Decise di raggiungere gli altri quando una mano gli prese la caviglia e lo fece cadere. Non era ancora abbastanza lontano perché i pezzi della statua non lo colpissero.
Cercò di togliere la mano stretta con forza sulla sua caviglia, ma senza risultati. Si tastò i pantaloni per cercare la pistola, ma imprecò quando la vide a distanza ad un metro da lui. Cominciò a dare dei calci in faccia al ragazzo, ottenendo solo la rottura della maschera.
Si alzò finalmente quando un masso cadde sul ragazzo, lasciandogli così la caviglia. Corse a prendere la pistola, ma fu troppo tardi.
Callie continuò a correre, quando sentì qualcosa nel suo petto, una specie di vuoto, di dolore. Si fermò e si girò per guardare alle sue spalle. Tristan non c'era più. Senza avvisare l'altro ragazzo, ritornò indietro correndo come una forsennata verso la statua.
-Tristan!- gridò il suo nome quando lo riuscì a scorgere fra i cadaveri e i blocchi di marmo che continuavano a cadere senza sosta.
-Callie- riuscì appena a sussurrare il suo nome che un masso lo schiacciò come una formica.
Callie spalancò gli occhi. Si accorse di avere il fiatone.
Affondò le dita nelle lenzuola cercando di calmarsi e sentì i brividi lasciare con calma il suo corpo. Ributtò la testa sul cuscino ed inspirò lentamente.
Era in una stanza buia, l'odore pungente dell'ospedale la colpì in un istante, facendole torcere il naso.
Si tirò su con la schiena.
Che cosa aveva appena sognato? Perché sembrava tutto così reale? Così vivo?
Il panico la invase. Se fosse successo veramente e Callie fosse in ospedale non ricordandosi più niente?
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L'eternità di chi ama
FantasyDa un catastrofico incontro in un'oscura foresta, Madison Vallen e Jonathan Irven si ritrovano immischiati in rapimenti, agenti della polizia alle calcagna, una strana polvere azzurra, baci rubati e parole mai dette, segreti e bugie. In tutto questo...