E il reale è un incubo nel sogno amplificato oltre il dovuto
//Isabella Santacroce
Il ritorno a casa era stato entusiasmante per i piccoli di casa Malfoy: gli elfi avevano preparato una cena speciale e Narcissa li aveva riempiti di attenzioni e qualche piccolo dono in attesa della valanga che sarebbe arrivata il giorno di Natale.
Cercavano di mantenere sempre alto il clima di festa, perché in fin dei conti, proprio Natale ricorreva l'anniversario della morte dei genitori di Morgana, e i Malfoy cercavano di distrarla il più possibile.
Lucius però aveva passato la serata piuttosto silenziosamente, e a un certo punto si era seduto sul divano davanti al camino facendo apparire un bicchiere in una mano e una bottiglia firewisky sul tavolino accanto, il cui livello continuava a scendere, non certo a causa della magia.
Silenziosi come due fantasmi, Draco e Morgana arrivarono alle spalle di Lucius e saltarono sul divano, facendo sussultare, completamente perso in pensieri che, stando alla sua espressione di poco prima, avevano ben poco di felice.
"Bambini! Mi avete fatto paura!"
Morgana sulla gamba sinistra, Draco sulla destra, come sempre. Si accucciarono contro il petto grande e caldo di Lucius, che li cinse con le braccia, appoggiando le mani possenti sui loro ventri.
"La mamma si è ritirata nella sua stanza. Ha detto che era sfinita."
"Ah, davvero?"
Un lampo si accese negli occhi dell'uomo, che emise un sospiro profondo, costringendosi a ricacciarlo indietro da dov'era venuto. Adesso le sue labbra tremavano impercettibilmente e da quel petto caldo, tanto amato dai bambini, arrivava un battito accelerato.
Draco stava lentamente scivolando in un sonno sereno, Morgana invece alzò gli occhi verso Lucius e con una voce dolce e assonnata chiese, candidamente...
"Zio, profumo ancora di zucchero filato?"
Fu la fine.
Le barriere che Lucius si era costretto ad alzare caddero sotto il peso di una nuvola di zucchero rosa e le sue mani tremanti iniziarono ad accarezzare le pance dei due piccoli, spostandosi rapidamente sotto i pigiamini.
"Sempre piccola mia. Sei lo zucchero dello zio Lucius, lo sai?"
"E io, padre?"
Quelle carezze avevano risvegliato Draco, che adesso guardava il padre con occhi adoranti, sperando che facesse un complimento anche a lui, come quello che aveva fatto a Morgana.
Lucius fissò quegli occhi d'argento, ci si perse dentro e con una voce che non sembrava nemmeno la sua rispose
"Tu sei il mio gioiello, Draco."
Li prese di peso, senza alcuno sforzo e li portò nella stanza di Morgana, adagiandoli nel grande letto, con un colpo di bacchetta i suoi vestiti erano piegati sulla scrivania e, con solo i boxer, entrò nel letto con loro, in mezzo, come quando li cullava durante i pisolini pomeridiani.
Con la differenza che questa volta era quasi nudo e sotto le coltri con loro.
"Padre..." sussurrò stranito Draco.
"Vi dispiace se vi faccio ancora un po' di compagnia?"
I bimbi sorrisero, assolutamente no, come poteva dispiacergli?
Lucius riprese ad accarezzare i piccoli sotto i pigiami, dal ventre ai fianchi, dalla vita alla schiena... E mentre i bambini cadevano addormentati, i suoi respiri si facevano sempre più affannosi, finché, certo del loro stato di incoscienza, si voltò, inginocchiandosi sul letto, in mezzo a loro e slacciò con un colpo di bacchetta le casacche dei pigiamini lasciando scoperta la pelle pallida di entrambi.
Liberare la sua erezione fu un sollievo, gli sembrò di essere eccitato da un tempo lunghissimo, da tutta la vita, forse.
Infatti, dopo pochi colpi di mano, si sciolse in un orgasmo violentissimo che lo fece ripiegare su sé stesso, lasciandolo senza forze e coi crampi all'addome.
Si adagiò sul materasso, ancora a pancia in giù e con la mano sporca e tremante. Guardò prima da un lato, incantandosi di un biondo platino e oro, poi guardò dall'altro, perdendosi in un rosso sangue al sapore di zucchero filato. Infine si maledisse, mentre sfocate, delle lacrime bagnavano il lenzuolo sotto il suo viso.
***
Natale arrivò in un lampo, altrettanto velocemente finirono le vacanze, ed giunse il momento per i bambini di tornare ad Hogwarts.
Al treno li portò Narcissa, perché Lucius da qualche giorno diceva di sentirsi poco bene e passava molto tempo nel suo studio, da cui aveva anche escluso anche Morgana, sostenendo che se si fosse ammalata non sarebbe potuta tornare a scuola, e questo aveva convinto la ragazzina a passare il suo tempo altrove.
In treno Draco era abbastanza silenzioso, cosa piuttosto insolita per lui. Non si stava pavoneggiando in alcun modo, né stava ostentando qualche dono ricevuto.
Quindi Morgana lo prese da parte per sincerarsi che il fratellastro stesse bene.
Draco in un primo momento tentennò, poi si disse che non aveva mai tenuto nascosto nulla a quella che per lui era molto più di una sorella, quindi si decise a parlare, anche se non sapeva davvero da dove cominciare.
"Ho fatto un sogno strano, Tea."
"Non ti ho sentito lamentarti nel sonno, la notte scorsa."
"No, non è successo ieri, ma la notte in cui siamo tornati a casa."
"Beh, e me lo dici adesso?!"
"No, in realtà non so nemmeno se te lo sto dicendo adesso."
"Cosa?!"
"Non so da che parte iniziare..."
"Hogwarts!!! Indossate le divise, siamo arrivati!"
Così, nel caos generale il discorso venne interrotto, poi ognuno si diresse al suo dormitorio e né Draco, né Morgana, lui per imbarazzo, lei per distrazione, tirarono più fuori l'argomento.
***
Fra lezioni, compiti e dispetti allo Sfregiato, arrivarono in un baleno le vacanze primaverili e i ragazzi tornarono al Malfoy Manor per pochi giorni.
Al loro arrivo però, ebbero una brutta sorpresa: Lucius era fuori città, e non sarebbe tornato in tempo per salutarli.
"Zia, ma perché?!"
"E' stato chiamato fuori dal Ministero, cara. Era dispiaciuto di non vedervi, ma non ha potuto fare altro."
C'era qualcosa di strano in tutta quella faccenda, ma i bambini si guardarono e, come se si fossero letti nel pensiero, decisero di non chiedere altro.
Subito dopo pranzo Draco fece segno a Morgana di seguirlo e lei salì le scale dietro di lui, curiosa di sapere che cosa stesse architettando.
Arrivarono di fronte alla porta dello studio di Lucius e Draco con un colpo di bacchetta lo aprì.
Non c'erano incantesimi particolari a tenere chiusa la porta, perché non ce n'era bisogno: il divieto d'ingresso allo studio era assoluto quando il padrone di casa non c'era, e tanto doveva bastare.
"Dray!!!" Morgana non credeva ai suoi occhi, non si erano mai permessi di disobbedire a un divieto di Lucius.
"Ssst... entra, svelta."
Draco chiuse la porta alle sue spalle, mentre Morgana infilava con prepotenza i suoi occhi eterocromi in quelli ghiaccio del fratello - che in quel momento sembravano gelare davvero - chiedendo spiegazioni.
"C'è qualcosa di strano, lo sai tu, come lo so io."
"Si, ma secondo me stai esagerando. Vorresti frugare..." ma non poté finire la frase, perché Draco la interruppe, e iniziò come un fiume in piena a far uscire dalla sua bocca cose che teneva dentro da mesi.
"La notte che papà ha dormito con noi non ha... proprio dormito. Ho socchiuso gli occhi un attimo, l'ho visto nudo, ho visto che si toccava come... come a volte fanno i maschi. E poi ha pianto tanto."
Morgana sentiva la gola secca e non riusciva a far uscire un solo suono dalla sua bocca. Poi abbandonò l'inverno negli occhi del fratellastro e si voltò, come a cercare un appiglio.
"Non so se ho capito bene..."
Prendeva tempo, la piccola. Avevano quasi dodici anni, Narcissa aveva da poco spiegato loro come funzionava l'amore, ma erano comunque acerbi e inesperti.
E poi quello di Draco le sembrava un discorso sconclusionato.
"Ho cercato di dirtelo sul treno, a gennaio, ricordi?"
"Hai accennato a un sogno, quella volta."
"Si, ci ho pensato a lungo. Non era un sogno, Tea. Eravamo mezzi nudi, e lui non dormiva."
Silenzio.
"Guardami, Tea."
Ma la bambina ora sedeva sulla poltrona della scrivania, con lo sguardo perso nel vuoto.
Draco le scivolò davanti, si sistemò fra le gambe della sorella, appena divaricate, e la prese per le spalle.
"Guardami."
Così, Morgana capitolò negli occhi di Draco, con uno sguardo smarrito.
"Mi credi?"
"Ma certo che ti credo!" Sbottò. "Adesso ce l'ho io una domanda: credi sia una cosa normale?"
"Non lo so..."
"Come pensavo..."
"Anche il fatto che lui ora non sia qui è quantomeno insolito, ti pare?"
"Assolutamente."
"Forse vuole evitarci."
"Dray, dici che abbiamo fatto qualcosa di male? L'abbiamo deluso?"
"Forse. Per questo sono voluto entrare qui. Voglio capire."
"D'accordo."
Provarono ad aprire i cassetti, inutilmente, perché per quelli non bastava un alohomora. Provarono a guardarsi intorno, trovando solo le solite cose, libri, strani feticci, niente di inusuale.
Poi a Draco cadde l'occhio nel cestino della carta straccia. Evidentemente Lucius aveva chiuso lo studio prima che gli elfi avessero avuto modo di svuotarlo.
Tirò fuori un pezzo di pergamena appallottolato, ma quando lo aprì notò che era completamente bianco.
"Perché buttare un pezzo di pergamena pulito?"
Morgana gli arrivò alle spalle per controllare.
"Aspetta. Ho visto fare una cosa al Professor Snape qualche tempo fa..."
Così tirò fuori la bacchetta e la puntò sulla pergamena "Rivela i tuoi segreti."
E da allora la vita di Draco e Morgana non fu più la stessa.
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...