Uno scrigno pieno di smeraldi

2.8K 82 0
                                    

Io sono Demon e la luna è mia madre.
//Isabella Santacroce


"Pur di mantenere il sangue puro, cosa si fa, eh?! La gente come voi si accoppia anche fra consanguinei, piuttosto che mischiarsi coi Nati Babbani!"
Draco si alzò in piedi, i suoi occhi erano due fessure cariche di odio "Sempre meglio di quelli come voi, traditori del proprio sangue!"
"Adesso non ricominciamo! Calmatevi, tutti e due!" Hermione non riusciva a credere di dover passare tre ore a fare da arbitro tra Ron e Draco. "Vorrei scontare questa punizione senza prenderne un'altra nel frattempo, ok?!"

Silente aveva diviso i ragazzi in due gruppi, da una parte la Granger, Weasley e Draco avrebbero dovuto riordinare i libri nell'aula di Storia della Magia, dall'altra Harry e Morgana avrebbero dovuto fare lo stesso nella piccola libreria dell'aula di Artimanzia.

Draco e Ron avevano iniziato subito col piede sbagliato, ed Hermione era determinata a interrompere subito un atteggiamento che altrimenti avrebbe portato solo nuovi guai.
"Ron, Malfoy e Melancholia non sono davvero fratello e sorella, probabilmente sono parenti alla lontana, quindi possono sposarsi e fare figli sanissimi. E tu, Malfoy sappiamo benissimo il tuo punto di vista, quindi adesso direi di chiudere l'argomento e concentrarci su quello che dobbiamo fare."
Né Ron né Draco furono contenti di sentirsi rimproverare ma entrambi gioirono di nascosto che la ragazza avesse ammonito l'altro, in particolare a Draco non sembrava vero che la Granger avesse ripreso il suo amichetto pel di carota.

***

Nell'aula di Artimanzia invece le cose sembravano andar meglio.
Harry e Morgana erano all'opera: avevano tirato giù dalla libreria tutti i volumi e sedevano a terra per catalogarli e reinserirli dopo in ordine alfabetico.
Ad un tratto però Morgana si bloccò, sembrava essersi persa nei meandri della sua mente.

"Numerologia e Grammatica... hai scritto?" Harry si accorse che la ragazza non lo stava più ascoltando. "Melancholia?! Mi hai sentito?"
"Morgana."
"Come?"
"Ci conosciamo da tre anni, abbiamo una punizione da scontare insieme ancora per tre ore, puoi anche chiamarmi per nome, ti pare?"
"O-ok... Morgana. Numerologia e Grammatica l'hai segnato?" Harry sembrava piuttosto insicuro, non capiva su cosa fossero concentrati quegli occhi strani e cominciava a sentirsi a disagio.

"Comunque Draco e io non siamo fratelli di sangue, lo sanno tutti. Inoltre siamo promessi l'uno all'altro dalla nascita. Non stavamo facendo niente di male, ieri." Lo disse di getto, fissando quel punto nell'infinito che doveva essere davvero interessante, visto che non sembrava intenzionata a distogliere lo sguardo.
Ma perché mi sto giustificando con Potter?

"Lo so. Ron ha esagerato ieri. Non avrebbe dovuto dire quelle cose."
Adesso la ragazza aveva finalmente smesso di analizzare il nulla, quindi si insinuò negli occhi di giada di Potter.
"Non pensi che facciamo... senso...?"
E anche se fosse, me ne dovrebbe importare?!

"No, non lo penso. Credo che siate un po'... strani, quello si. Ma forse è colpa delle convinzioni dei Malfoy, con la fissazione per la purezza di sangue." Disse Harry senza nascondere un certo sdegno nella voce.
"Noi non facciamo niente di strano, Potter!"
"Harry."
"Giusto... Harry. Comunque dicevo che non facciamo nulla di strano."
"Beh ammetterai che... insomma dai non abbiamo nemmeno quattordici anni, e voi..."
"Non è come pensi. Non è come pensano tutti. Noi non abbiamo mai... Ah va beh, non importa, tanto so perfettamente cosa si dice di noi." Adesso la voce di Morgana tradiva fastidio e anche una buona dose di dispiacere.
"Scusa, non volevo metterti a disagio..."
"No, è che per sostenere i Nati Babbani e i Mezzosangue, ormai sui Purosangue si inventa ogni genere di falsità. Noi sappiamo che quello che ha detto il tuo amichetto Weasley è quello che credono quasi tutti, sia dentro che fuori da Hogwarts."
"Credo che Ron abbia fatto una specie di paragone, come se lui trovasse... attraente sua sorella Ginny." Per Harry fu strano dire ad alta voce quelle parole. "Voi siete cresciuti insieme proprio come foste fratelli. Forse gli sembra strano che abbiate un rapporto così..."

"Incestuoso?"

Ecco, adesso Potter era sul serio a disagio. Ricominciò a fingere di interessarsi ai libri tutt'intorno a lui.
"So che tu e Draco non avete un buon rapporto..." Che eufemismo! Poi continuò "Però credimi, non siamo male come pensate. Draco è una persona adorabile..."
"Io e te non abbiamo mai avuto problemi, è vero. Invece Malfoy sarà amabile con te, ma con nessuno di noi si è mai dimostrato né gentile né simpatico."

Morgana sussurrò una frase sibillina "Draco è ossessionato da te. A volte sono perfino gelosa..." poi sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, quelli riservati in genere solo alle persone di famiglia, e Harry si trovò davvero disarmato, come la ragazza gli avesse lanciato un Expelliarmus al cervello.
"Io credo che un giorno diventerete amici..."
"N-ne dubito..."
"Quindi dicevamo... Numerologia e Grammatica..." E come se niente fosse, ricominciò a catalogare, insieme a un Harry sconcertato e leggermente imbarazzato.

***

Quelle tre ore finirono in fretta, la punizione fu scontata e i ragazzi presero strade diverse.
Mentre i grifoni camminavano verso la loro Sala Comune, Hermione raccontò ad Harry di come l'avessero fatta impazzire i due compagni, e Ron, stufo di sentirsi rimproverare, la interruppe, chiedendo a Harry come fosse andata a lui.
"Bene... direi."
"Bene?! Con quella là?!"
"Dai Ron, Morgana non è aggressiva come Malfoy!"
Sia Ron che Hermione gli rivolsero uno sguardo attonito "Morgana....?"
"Ehm, si, mi ha chiesto lei di... Comunque dovete ammetterlo, è diversa dal frat-... bhe da Malfoy. Anche se non credo abbia tutte le rotelle a posto, dice che secondo lei io e lui potremmo diventare amici!"

Una risata di scherno accompagnò il commento di Ron "Amici, ma dai! In quale vita?! E poi sinceramente a me sembra che le manchi più di qualche rotella. No ma dico, hai visto che sguardo?! E' senza espressione, non si capisce mai cosa pensa! Almeno Malfoy con quel suo ghigno odioso non lascia molto all'immaginazione. Lei invece... mi fa venire i brividi!"
Harry non rispose, aveva visto ben più di un'espressione sul volto della ragazza.
E la maggior parte non erano felici.
Come se l'avesse letto nel pensiero, Hermione chiosò,
"Capisco che puoi sentirti affine a lei, Harry. Siete entrambi... beh... I vostri genitori sono morti quando eravate piccoli... Però non avete nient'altro in comune, faresti bene a tenerlo a mente. Morgana Melancholia è una serpe esattamente come Draco Malfoy. Non dimenticarlo."

***

Nel frattempo, nel tragitto dall'Ufficio di Silente ai sotterranei, Draco aveva snocciolato ogni genere di assillo e insulto affibbiabile ai grifoni, mentre Morgana lo ascoltava e sogghignava per l'infinita fantasia malevola che Potter e i suoi amici ispiravano al fratello.
Poi arrivati in Sala Comune, finito lo sfogo, le chiese come fosse andata la sua punizione con quel dannato Potter.

Morgana glissò sulla maggior parte del discorso, si limitò a dire "Si è scusato per l'atteggiamento di Weasley, lui non pensa quelle cose. Ti dirò che credo sia molto meglio lui dei suoi amichetti."
"Non credo alle mie orecchie! Non starai parlando bene di San Potter?!" Draco aveva un'espressione smarrita, e quasi ferita.
"Non sarai geloso?!" Morgana gli strizzò l'occhio e schizzò verso il dormitorio del fratello, voltandosi prima, per fargli capire che voleva essere seguita.

In un attimo Draco era dietro di lei, oltrepassata la porta del dormitorio dei ragazzi del terzo anno - per fortuna deserto in quei giorni - lanciò un Colloportus e un incantesimo silenziatore, e con la stessa rapidità spinse Morgana sul suo letto.
Un tocco di bacchetta e le corde che tenevano le tende del baldacchino si sciolsero, facendo piombare sui due ragazzi una semi-oscurità verdeargento, come fossero stati all'interno di un scrigno pieno di smeraldi.

Draco iniziò a divorare la bocca della sorella, poi il collo e l'orecchio con una foga mai avuta prima.
Lei rispondeva gemendo ad ogni tocco, sempre più stupita ed eccitata.
Draco le sfilò il maglione e la camicia senza prendersi la briga di slacciarla.
Lei intanto gli sbottonò e sfilò i pantaloni, subito seguiti dai boxer.
Lui di rimando le tolse direttamente gli slip, lasciando la gonna al suo posto, divorato dal desiderio e dal risentimento.

Infilò un dito nel sesso umido della ragazza, che gemette e inarcò la schiena, poi infilò il secondo e iniziò a toccarla come fosse stato l'ultimo giorno della sua vita.
Morgana venne dopo poco, bagnando completamente la mano di Draco, che si tirò su in ginocchio davanti alla ragazza e con uno sguardo affilato, e un gesto degno di un uomo navigato, se la leccò con molta calma, passandola poi intorno a quei profumatissimi capelli, stringendo e direzionando la testa di Morgana sulla sua erezione gonfia e pulsante.
La sorella non si fece pregare, leccò il membro di Draco con cura, prima di farlo sparire nella sua gola, e iniziare a muoversi ritmicamente.
Draco adesso era sdraiato, e godeva stringendo forte il cuscino, ansimando e gemendo sotto la lingua calda dell'unica donna in grado di farlo sentire così arrabbiato e adorante allo stesso tempo.
Venne con un colpo di reni, affondando con un fiotto bianco nella gola di Morgana, che lo fissava con aria riverente e compiaciuta.

Si accoccolarono l'uno accanto all'altro, sudati e sfiniti.
Draco la circondò con le braccia e Morgana si appoggiò al suo petto, ancora vestito, chiudendo gli occhi e cercando di riportare la sua respirazione a un ritmo normale.
Dopo qualche minuto, prima di ritrovare le forze per alzarsi e andare a farsi una doccia, Morgana guardò negli occhi argentei del fratello, raggiunse le sue labbra, ancora tremanti per depositargli un casto bacio, e con la voce più calda che mai gli disse solo,

"Devo farti arrabbiare più spesso."

Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora