Dannato per l'eternità

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Sentivo il bisogno di baci,
di essere baciata tutta.
//Isabella Santacroce



Un anno dopo


Quel secondo anno ad Hogwarts si era respirata un'aria strana. La Camera dei Segreti riaperta, il sospetto dei grifoni che Draco fosse l'erede di Salazar Serpeverde, quando in realtà Draco stesso sapeva ben poco a riguardo, e l'unica cosa che gli importava davvero era il suo nuovo ruolo di Cercatore nella squadra di Quidditch. E poi il basilisco, la caccia ai Sanguesporco...
Non c'era stato un attimo di pace, insomma.

Mentre Draco si allenava come cercatore, Morgana passava sempre più tempo nei sotterranei a preparare pozioni e selezionare ingredienti. Questo alimentò ironia e pettegolezzi fra gli studenti, che cominciarono a sostenere che la ragazza col tempo avesse preso alcuni atteggiamenti tipici di Snape, compresa la camminata svelta col mantello svolazzante come le ali di un pipistrello.

Era stato un anno strano. Per la prima volta i due fratellastri non avevano passato le vacanze di Natale al Manor, dato che i Malfoy avevano dovuto compiere un viaggio di rappresentanza, così definito dallo stesso Lucius, che si era scusato coi suoi ragazzi, perché "Sicuramente non ci potremo vedere nemmeno durante le vacanze di primavera..." e così fu.

Quindi nel momento in cui varcarono la soglia del Manor, ai ragazzi sembrò che fosse passata una vita dall'ultima volta che avevano messo piede in quella che, tutto sommato, era sempre casa loro.

Il loro tredicesimo compleanno fu festeggiato in grande stile e Narcissa li viziò come non mai, facendo preparare agli elfi tonnellate di leccornie e squisitezze.
Lucius invece, dopo un caloroso benvenuto e i primi giorni fatti di conversazioni serrate sul rendimento scolastico, il Quidditch, queldannatoPotter, la Camera dei Segreti e su quanto fossero cresciuti i suoi due rampolli, prese quasi a isolarsi, fra il suo studio e il lavoro al Ministero.

Draco e Morgana erano sinceramente stanchi di chiedersi il perché e il percome delle cose, si dissero che probabilmente le loro preoccupazioni erano state frutto di una loro fantasia infantile, era stato tutto un equivoco e nient'altro.
Avevano tredici anni e quel pizzico di sano egoismo tipico degli adolescenti iniziava a pervaderli.
Quell'inverno Morgana era diventata a tutti gli effetti una donna. Draco non aveva ancora superato quel confine, ma stava crescendo molto velocemente anche lui.

E così, fra indolenza e riposo, passò la prima parte dell'estate.

***

Era un pomeriggio di agosto caldo e afoso al Manor, Morgana si annoiava, aveva già finito di leggere il libro di pozioni del quarto anno - cosa che Draco riteneva al limite della malattia mentale - quando si decise ad alzarsi pigramente e si trascinò in camera del fratellastro, per chiedergli se avesse voglia di fare una partita agli scacchi dei maghi.
Ma Draco non era nella sua stanza.

Passò davanti allo studio di Lucius, che le disse con una punta di ironia nella voce e senza alzare lo sguardo dalle pergamene che stava leggendo, che Draco era passato poco prima con due scope in mano e forse era fuori a combinare qualcosa di poco saggio.

Quindi ovviamente, Morgana decise che quel qualcosa di poco saggio potesse valere la pena di affrontare il caldo del giardino, e con passo strascicato si diresse all'esterno.
Non fece quasi in tempo a richiudersi la porta alle spalle, che si sentì sopraggiungere una folata di vento che le fece alzare il vestitino di lino grigio e rosa che indossava e scompigliandole rovinosamente i capelli. Seguì una risata divertita.
"Dray!!! Cavoli, mi hai spaventata! E guarda qui, adesso ho un nido di rondini in testa!"
Draco rideva di gusto a pochi passi da Morgana e a tre metri da terra, in sella alla sua scopa con aria trionfante. Si girò, le fece una linguaccia e ripartì.

Morgana avrebbe voluto schiantarlo, fece per infilare la mano in tasca in cerca della bacchetta, ma il vestitino non aveva tasche, quindi visualizzò la sua bacchetta sul comodino e si ricordò di non averla con sé.
"Accidenti!" Poi si guardò in giro e vide l'altra scopa del fratello appoggiata al muro.
Un attimo dopo era stato ingaggiato un inseguimento senza precedenti fra gli alberi e gli arbusti del giardino, con Draco davanti che faceva il verso a Morgana e lei dietro che lo minacciava che prima o poi sarebbe dovuto scendere da quella scopa.

Poi tutto si svolse nella frazione di un secondo.
Draco virò all'improvviso con l'intento di cambiare direzione e Morgana - che proprio non era avvezza al volo - non riuscì a frenare in tempo, andando a sbattere contro un grosso ramo che la disarcionò dalla scopa, facendola precipitare al suolo con un gran tonfo.

A Draco si fermò il cuore per un attimo. Scese in picchiata, con un salto volò giù dalla scopa e prese fra le mani la testa rossa e scompigliata di Morgana, che sembrava aver perso i sensi.
"Tea, Tea! Svegliati! Merlino, è tutta colpa mia!"
Schioccò le dita e apparve un elfo, che appena vide la scena iniziò ad urlare.
"Vai a chiamare mio padre, corri!"

"Tea, ti prego..."

***

L'elfo non era nemmeno riuscito a terminare la frase, che Lucius si era già smaterializzato in giardino.
La scena che trovò gli fece tremare le gambe: Morgana svenuta, le scope gettate a terra e Draco in lacrime come non mai.

Dopo solo mezz'ora, un medimago - a cui non era stata data la possibilità di scegliere se e quando recarsi al Manor - era al capezzale della ragazza, che nel frattempo si era ripresa e diceva di star bene, non fosse stato per il mal di testa e un gran dolore al braccio sinistro.
Draco rimase tutto il tempo con lei, con gli occhi gonfi di lacrime e un sincero pentimento stampato sul volto cereo.

Lucius chiese la prognosi al medimago che, decisamente intimorito dal modo brusco con cui era stato prelevato e trascinato dai Malfoy, disse timidamente che non c'era da preoccuparsi: la paziente aveva il polso sinistro rotto, ma con una dose minima di Ossofast sarebbe guarita già l'indomani mattina.
Raccomandò comunque riposo e pochi sforzi, quindi, con molti più galeoni di quanti le sue tasche potessero contenere, si congedò ringraziando Lord Malfoy per la sua generosità.
Forse era una persona dai modi bruschi, ma ne era valsa decisamente la pena.

Quando Lucius rientrò nella stanza, i suoi occhi grigi erano talmente feroci e gelati, che sembrava quasi che la temperatura nella stanza calasse man mano che l'uomo avanzava.
Forse nemmeno un Dissennatore sarebbe riuscito a surgelare così il sangue nelle vene dei ragazzi.

Quindi partirono le scuse e le giustificazioni. Morgana e Draco farfugliavano l'uno sull'altro
Padre ci dispiace, zio Lucius scusa, non sappiamo cosa ci sia preso, è colpa mia, no solo mia...
"Silenzio!!!" tuonò Lord Malfoy, e sembrò che quei capelli d'angelo vibrassero di collera come non mai.
Dopodiché prese un bel respiro profondo, raggiunse i ragazzi sul letto e chiuse gli occhi un attimo cercando quel briciolo di calma interiore che da qualche parte doveva esser pur rimasta.

"Vi rendete conto di quello che avete rischiato, sì?!"
Adesso la sua voce era tornata quella si sempre, e anche gli occhi avevano smesso di terrorizzare i due fratellastri, che nel frattempo si erano fatti piccoli piccoli, l'uno accanto all'altro.
"Draco, ho capito che volevi solo giocare, ma Morgana non è abile come te nel volo. E tu, ragazzina, dico... credevi davvero di riuscire a star dietro a tuo fratello?! E' un Cercatore di Quidditch, per Salazar!"

"Ci dispiace tanto..."
E fecero quegli occhioni a cui Lucius non aveva mai saputo resistere.
Quegli occhi ruffiani e lusinghieri che Lord Malfoy conosceva, amava e per cui si struggeva segretamente.
Era grazie a quegli sguardi se Draco e Morgana in un modo o nell'altro la facevano sempre franca.
"Narcissa ne sarà informata al suo ritorno." Sospirò, cercando di riprendere le redini del suo cuore. E poi aggiunse,

"Se vi succedesse qualcosa non so come farei. Siete i miei bambini speciali, lo sapete, vero?"

Quella frase. I ragazzi sentirono una fitta allo stomaco e nessuno dei due si azzardò a rispondere.
Lucius aveva una strana luce negli occhi, un bagliore sinistro che loro avevano già visto.

"Adesso è il caso che vi facciate un bagno, e mentre vi lavate farò cambiare le lenzuola dagli elfi, guardate lì, sono tutte sporche d'erba..."
Fece per allontanarsi, ma i due ragazzi si guardarono per un attimo, e come se si fossero letti nel pensiero lo fermarono.
"Padre... Morgana non può usare il braccio fasciato e io non credo di riuscire a tenerla da solo..."

Prima di voltarsi, un ghigno consapevole affiorò sulla bocca sottile di Lord Malfoy.

***

Draco era già immerso nelle bolle multicolore, aveva aiutato la sorella a spogliarsi, ma non se l'era sentita di prenderla in braccio per adagiarla nella vasca. Era troppo gracile, Draco...
Così Lucius si alzò le maniche della preziosa camicia di seta che lo fasciava elegantemente, sollevò la ragazzina, e la adagiò nell'acqua tiepida e profumata.

Strofinò prima il suo gioiello al sapore di fiori d'arancio, i capelli d'oro, il petto glabro, le gambe sottili...
"Girati, Draco... ecco, così." La sua voce sembrava più profonda del solito, mentre accarezzava gentilmente le natiche del figlio, indugiando al centro, e affondando leggermente le dita in quella fessura, fino a toccare un punto che fece sussultare il ragazzo. La sua erezione cominciò ad affiorare fra le bolle colorate, le guance di Draco iniziarono ad assumere un colorito roseo e quando Lucius fece scivolare la mano in avanti, avvolgendola e insaponandola, il ragazzo sospirò.
"Niente di male, Draco... Lo sai, no? Dopo puoi fare quella cosa con la mano... oppure puoi farti aiutare, non devi vergognarti."

Lasciò il figlio accucciato fra le bolle e passò a insaponare di zucchero filato Morgana, che nel frattempo si era rilassata, cercando di farsi passare il mal di testa grazie al calore dell'acqua.
La fece alzare in piedi, le divaricò leggermente le gambe e prese a frizionarle i lunghi capelli, per poi passare al petto acerbo, alle braccia, facendo attenzione alla fasciatura.
Infine, prese a massaggiarle le gambe, con particolare insistenza nell'interno coscia. Il basso ventre della ragazzina iniziò a farsi caldo e iniziò ad ansimare impercettibilmente.

Lucius indugiò ancora, proprio al centro, un massaggio regolare, che fece tremare leggermente la ragazza.
Poi all'improvviso si staccò, aprì il rubinetto della doccia con la scusa di sciacquarla e puntò il getto proprio dove la stava lavando un attimo prima.
Morgana sentiva le gambe molli e si aggrappò con le braccia alle spalle di Lord Malfoy, che le teneva quel getto proprio all'apertura delle sue gambe, che ora lei stava divaricando con più decisione, ansimando senza volerlo.
Un attimo dopo Lucius sentì un gemito sommesso fra le sue scapole e adagiò la ragazza, ancora col respiro accelerato di nuovo nella vasca.

Draco, che nel frattempo aveva intuito quello che era successo, aveva le lacrime agli occhi, era eccitato e non sapeva come comportarsi, così Lucius gli chiese avvicinandosi all'orecchio
"Allora, vuoi un'aiutino... anche tu?"
La testolina bionda annuì leggermente, e la mano di Lucius affondò nella schiuma, prese quella del figlio e la condusse su un'erezione sul punto di scoppiare.
La grossa mano avvolse quella piccina, si mosse dolcemente una manciata di volte, poi ci fu un sospiro affannoso e Draco tornò ad adagiarsi fra le bolle, con l'aria smarrita.

"Va tutto bene, va tutto bene."
Un bacio sulla fronte di Draco, un bacio sulla testolina di Morgana.
"Siete cresciuti bambini miei."

E senza voltarsi si chiuse alle spalle la porta del bagno, quella della camera di Morgana e quella delle sue depravazioni, giurando a sé stesso di chiudere quell'ultima a doppia mandata e di non riaprirla mai più.

"Che io possa essere dannato per l'eternità."

Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora