Arrivano

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In attesa di risveglio
rimaniamo per più di un attimo
sognando appena
paesi delle meraviglie
dove passeggiare con Alice
tra fantastici fiori.
//Isabella Santacroce

Fu la notte più lunga da quando il Sole e la Luna avevano iniziato a darsi il cambio.
Almeno questa era l'impressione di chiunque fosse alla Tana e chiunque dovesse arrivarci.


Alla fine Malocchio Moody era morto, mollato da quel viscido di Mundungus Fletcher nel pieno della battaglia.
George Weasley era stato ferito, fortunatamente non in modo grave, ma tutti erano infuriati perché pareva proprio che fosse stato Snape a scagliargli contro il Sectumsempra che l'aveva preso solo di striscio.
Anche la civetta di Potter era morta...

Draco e Morgana non sapevano esattamente come comportarsi, si sentivano fuori luogo, soprattutto quando usciva il nome di Snape, seguito da una serie di epiteti irripetibili.

I fratelli, essendo al corrente della vera lealtà di Snape, non capivano perché il loro mentore avesse ferito il ragazzo ed erano confusi... Ovviamente nessuno di loro, a quel tempo, poteva sapere che il bersaglio del Potion Master non era il povero George, ma un Mangiamorte nella sua stessa traiettoria.
Quindi se ne stavano in disparte, vicini come sempre, guardando con apprensione i membri dell'Ordine che mano mano arrivavano alla Tana, sconvolti e stremati dopo quell'attacco.

"Siamo stati traditi! Sapevano che avremmo spostato Harry stanotte!"

E più sentivano frasi del genere, più la voglia di scappare si faceva forte. Finché qualcuno non si rivolse direttamente a loro.

"Malfoy!" Gli occhi di Harry sembravano bruciare d'odio mentre chiamava con voce tremula la sua nemesi.
Draco ovviamente fece esattamente ciò che ci si aspettava da lui: si alzò in piedi con le mani in tasca e l'aria strafottente, fronteggiando con apparente calma il Prescelto.
"Potter..."
"Tu mi devi più di una spiegazione, Malfoy!"
"Io non ti devo un bel niente, Potty!"
Nel momento in cui le mani di Harry arrivarono a chiudersi intorno al collo di Draco, Arthur Weasley si lanciò su Harry e Morgana su Draco, nel tentativo di sedare una rissa che non avrebbe fatto altro che peggiorare quella situazione già drammatica.
Morgana avvolse il fratello in un abbraccio e lo condusse con lei accanto al camino, Arthur prese Harry per le spalle e lo fece accomodare, contro la sua volontà sul divano.

"Adesso ci calmiamo tutti, va bene? Per questa notte abbiamo già perso molto. Domani avrete tempo di chiarire le vostre faccende, ma adesso vi spiego qual è la situazione e poi non voglio più tornarci sopra: Lucius Malfoy è morto, Draco e Morgana sono nostri ospiti a tempo indeterminato. E... già che ci siamo..." Arthur perse la sua sicurezza in quelle ultime parole, quindi si rivolse direttamente ai due fratelli e tentennando chiosò, "Se... volete comunicare voi la novità..."

Draco aveva ancora il respiro affannato e le gote rosse, quindi Morgana si prese l'onere di concludere quel discorso, e magari chissà, sarebbero finalmente andati tutti a letto, o al diavolo.
Indossò la maschera del sorriso forzato, allargò bene le spalle, come spesso aveva visto fare a Narcissa, alzando il meno e il naso in un'imitazione ben riuscita dello snobismo di sua zia, e disse placidamente.

"Si, beh... Draco e io... aspettiamo un figlio."

Il silenzio che venne subito dopo, sarebbe stato difficile da affettare più di una torta preparata da Hagrid, finché a romperlo fu nientemeno che Kingsley Shacklebolt, che con un gran sorriso e la sua voce calda e - almeno in apparenza - si congratulò con la giovane coppia, seguito poi da altri auguri più o meno convinti.

Naturalmente il Trio dei Miracoli aveva occhi sgranati e mascelle slogate, Ginny Weasley con ogni probabilità stava pensando a quanto avrebbe potuto imparare da Morgana standole accanto - visto quello che era riuscita ad ottenere da Harry in quegli anni - e i gemelli sussurravano fra loro sghignazzando.

"Beh arrivati a questo punto allora, non faremo più scalpore, vero Remus?" Ninfadora chiamò a sé suo marito, che sorridendo le si accostò. "Anche noi aspettiamo un bambino!"
Questa volta la sorpresa fu minore e gli auguri furono un pochino più onesti, ma quello che contava per Draco e Morgana, era che finalmente i riflettori si erano spostati su qualcun altro.

***

Mentre i membri dell'Ordine si congedavano, Molly Weasley prese da parte Draco e Morgana e li condusse in cucina. Aprì un cassetto chiuso da un incantesimo per cui di sicuro non sarebbe bastato un Alohomora, ed estrasse qualcosa avvolto in un panno.

"Queste sono vostre."
A Draco e Morgana quelle bacchette non erano mai sembrate tanto belle, forse solo il giorno in cui Narcissa e Lucius gliele acquistarono da Ollivander.

"Possiamo... tenerle davvero?" Draco non sembrava ancora convinto della buona fede della donna.
"Prendetele, sono vostre. E... dai sedetevi, venite qui un momento."
Fece accomodare i ragazzi su una poltrona vicino al camino e lei gli si accostò con una sedia, appena di fronte.

"Adesso che Morgana è... incinta... dovete potervi difendere, qualsiasi cosa accada. Quindi sì, potete tenerle."
Il sorriso dolce di quella donna era caldo come il camino accanto. Scendeva giù per la gola come una tisana tiepida e zuccherata.
"Draco, mi rivolgo soprattutto a te. Per favore cercate di andare tutti d'accordo. Voi avete bisogno di pace, e tutti abbiamo bisogno di restare uniti in questo momento. Va bene?"
"Si, Signora Weasley."
Morgana si voltò tanto velocemente da sentire il collo fare crack.
Era suo fratello quello che aveva appena risposto cortesemente e dolcemente a Molly Weasley?!
Guardandolo, e conoscendolo come lo conosceva, si rese conto di quanto dovesse mancargli Narcissa. Draco osservava Molly Weasley con le gote arrossate e le palpebre a mezz'asta, mentre un alone di nostalgia palpabile lo avvolgeva.
Gli prese le mani che teneva in grembo e lui si voltò, aprendosi in un sorriso.

Sarò sempre con te.
Lo so.
In fin dei conti le parole erano sempre state superflue fra loro.

***

Il mattino dopo, sembrava che la luce avesse portato un po' di pace sugli animi inquieti che alloggiavano alla Tana.
Pareva che quella sera ci sarebbe celebrato il matrimonio di Bill e Fleur, così nessuno prestava eccessiva attenzione ai due fratelli, che in mezzo al caos dei preparativi, ne approfittarono per sgattaiolare nella camera delle ragazze.

"Come stai Tea?"
"Bene, Dray. Sei troppo apprensivo... sono incinta, non malata..."
"È che... è tutto così..."
"Strano. Lo so."

Morgana si era sdraiata sul letto di Hermione e con un sorriso inequivocabile invitava Draco a raggiungerla.
"Non abbiamo avuto molto tempo per noi, ultimamente."
Draco non si fece pregare, raggiungendola e sovrastandola in un attimo, sollevandole la veste fino alla vita.
"Non abbiamo avuto nemmeno un momento per noi, vorrai dire!"

Nel frattempo, di sotto, qualcuno aveva notato l'assenza dei due fratelli, e nonostante fosse pieno di pensieri fino a scoppiare, voleva mantenere il suo proposito di interrogarli.
Ron stava aiutando i suoi fratelli con il tendone sotto il quale si sarebbe tenuto il ricevimento, Hermione e Ginny erano state precettate da Molly, più per tenerle sotto controllo che altro, e Harry, in un momento di distrazione generale, si volatilizzò.

Salì le scale, gettando un'occhiata nelle stanze che all'apparenza sembravano tutte vuote, fino a che non giunse di fronte alla stanza di Ginny. La porta era chiusa e da dentro provenivano dei rumori soffocati.

Molto bene, adesso entro e li metto all'angolo. Non se la caveranno con il solito atteggiamento da Serpeverde...

Ed ecco che Harry, una volta spalancata la porta, si trovò di fronte a ciò che avrebbe davvero dovuto prevedere. Se solo non fosse stato così istintivo. Se solo non fosse stato così Grifondoro.

E se solo Morgana avesse smesso per un attimo di fare quel dolce movimento oscillatorio, ipnotico e invitante come il richiamo di una sirena.
E se solo Draco non gli avesse sorriso il quel modo.
Forse Harry avrebbe distolto lo sguardo, scandalizzato.
Forse avrebbe sbattuto la porta e avrebbe ripercorso quelle scale, indignato e imbarazzato.
E invece.

E invece Draco gli porse la mano, con il sorriso sornione che aveva sempre in quei momenti, "Avanti Potter... O dentro, o fuori."
E Harry tese il braccio in avanti, facendo un passo, poi un altro, chiudendosi la porta alle spalle e accostandosi a quel letto, dove Morgana col vestito sollevato sulle ginocchia dondolava dolcemente su Draco che sospirava, arrivando ad afferrare e stringere, infine, quella mano pallida.
"Bravo Potter. In fondo... è dal quarto anno che aspetti, no?" Sussurrò Draco mentre gli stringeva la mano di rimando.
Già, il quarto anno, il Torneo Tre Maghi, il Bagno dei Prefetti... cosa sarebbe successo se non fossero arrivati i capitani di Quidditch?

Harry si sentiva la testa leggera, aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse, senza sapere bene cosa fare della sua lingua e di sé stesso, mentre Morgana gli slacciava la cintura, e Draco intrecciava le dita alle sue come nemmeno un incantesimo Incarceramus avrebbe potuto fare.

Draco Malfoy era sempre stato così bello? Con le guance arrossate dal piacere, la camicia aperta sul petto, mentre gemeva sommessamente, e con le palpebre leggermente abbassate da cui si intravedevano quei pozzi d'argento liquidi, sembrava una visione ultraterrena.
Harry sussultò leggermente quando sentì la bocca di Morgana baciargli il ventre, appena sotto l'ombelico, e quando incrociò quello strano sguardo, assolutamente impudico ed eccitato, capì di non avere scampo. Di non volerlo quello scampo, soprattutto.

Purtroppo però il destino aveva in serbo per lui ben altro, e così come era avvenuto nel bagno dei prefetti, qualcosa si mise fra il Prescelto e la perdizione, questa volta sotto forma di voce in fondo al corridoio.

"Harry!"

In un attimo i tre si gelarono e si fermarono, come sotto un incantesimo pastoia.

"Harry, scendi..." La voce che chiedeva al ragazzo di scendere, si stava pericolosamente avvicinando, e con un balzo felino Harry si richiuse la cintura, e cercò di abbassarsi la maglietta il più possibile a coprire quella che adesso gli sembrava un'erezione vergognosissima; Morgana balzò via da suo fratello, abbassandosi il vestito e ravviandosi i capelli; mentre Draco, con tutta la calma - e il fastidio - del mondo, tentava di chiudere la zip dei pantaloni, imprecando perché, duro com'era, l'operazione non risultava semplice.

"Harry....?"
La scenetta che Ginny si trovò di fronte quando entrò nella sua camera, era una delle più artefatte cornici di finta indifferenza che fossero mai state imbastite: Morgana sul letto in fondo alla stanza leggeva un testo di pozioni, Harry seduto alla scrivania con le gambe incrociate le sorrideva vacuo, e Draco, con un cuscino appoggiatogli da Morgana a nascondere la zip non del tutto chiusa, era rimasto mezzo sdraiato e indolente sul letto di Hermione. Con la camicia sbottonata.

"Hai caldo, Malfoy?" Ginny assottigliò lo sguardo, leggermente stranita da quel quadretto. C'era qualcosa di diverso in quella stanza, ma non avrebbe saputo dire cosa.

"Si, e allora?" Draco la risvegliò dalle sue elucubrazioni, e la ragazza si ricordò il motivo per cui era salita a chiamare Harry.

"C'è il Ministro Scrimgeour di sotto. Ti cerca, Harry. A te, Hermione e Ron." Poi si voltò verso Morgana, "Mamma ha detto di dire a voi due di non scendere e non fare alcun rumore. Che non è prudente che il Ministro scopra che siete qui."

"Nessun problema, Weasley..." Rispose Morgana.
Non saremmo scesi comunque, abbiamo un discorso da finire qui. Avrebbe voluto aggiungere.

E così Harry con un sorriso di plastica seguì Ginny giù per le scale.
Draco invece gettò un Colloportus e un Muffliato e, prima di saltare addosso a Morgana per finire il discorso, diresse lo sguardo verso la lampada da tavolo sulla scrivania, sopra la quale troneggiavano gli slip di Morgana gettati lì per sbaglio da Draco, e che fortunatamente erano passati inosservati.
Ridendo fino alle lacrime, si chiesero cosa sarebbe successo al Prescelto se la rossa Weasley si fosse accorta di quel dettaglio, e se Harry Potter si sarebbe potuto chiamare ancora "il Bambino Sopravvissuto".

***

Dopo che il Ministro Scrimgeour ebbe lasciato la Tana, Draco e Morgana furono chiamati da Arthur e Molly.
Scesero con una soddisfazione e una rilassatezza sui volti che non sfuggì a Harry, che imprecò mentalmente contro il Ministro che non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per palesarsi, contro Ginny che - del tutto incolpevole - era andata a chiamarlo, e contro quei due serpenti per essere così attraenti.

Le elucubrazioni di Harry comunque non durarono a lungo, il discorso entrò subito nel vivo: pareva che Scrimgeour si fosse scomodato di persona per andare a comunicare il testamento di Silente.
Il Preside riusciva a stupire anche da morto.
A Ron aveva lasciato il suo spegnino, a Hermione la sua edizione delle Fiabe di Beda il Bardo, a Harry il boccino catturato nella sua prima partita di Quidditch e la Spada di Godric Grifondoro.

"Poi ha chiesto anche di voi, di Morgana in particolare..." Hermione stava facendo un resoconto della discussione avuta col Ministro, di come Silente non avesse la facoltà di donare la spada di Grifondoro a Harry, e in ogni caso di come questa fosse sparita, quindi si era tolto dall'imbarazzo di non rispettare il testamento.

"Cosa voleva da noi?" Morgana non era stupita che li stessero cercando, ma non credeva si sarebbe disturbato addirittura il Primo Ministro. Senza contare che non sapevano da che parte stesse, veramente.

"Prima ha chiesto se avevamo idea di dove foste, ma noi gli abbiamo detto... beh che non siamo mai stati grandi amici, quindi non ne avevamo idea."
"Ottima risposta. Poi?"
"Beh... lui in realtà cercava te, Melancholia. Pare che Silente abbia lasciato qualcosa anche a te..."
La sorpresa sulle facce dei ragazzi era palese. Silente che lascia qualcosa in eredità alla figlia, alla sorellastra e alla nipote di tre Mangiamorte?!

"Deve esserci uno sbaglio..." Tentò Draco.
"Nessuno sbaglio, Malfoy!" Ron, che fino a quel momento era stato in silenzio, sentì la necessità di dimostrare tutta la sua irritazione per quella faccenda.
"Silente ha lasciato, per motivi misteriosi, la sua fenice a tua... sorella..."
"Sempre quel tentennamento quando parli di noi, Weasley. Ti imbarazziamo proprio, eh?!"
"Imbarazzo non è il termine che userei."
"Adesso basta!" Hermione cominciava a stancarsi di quell'atteggiamento, era chiaro. Prima o poi avrebbe sbottato verso Ronald in modo molto brusco. La situazione era quella, che l'accettasse!
"Dicevo... Sì, ha lasciato a te Fanny, e cito 'nonostante sia scomparsa esattamente come la spada, quindi, anche se trovassi la signorina Melancholia, non potrei consegnarle nulla', quindi ufficialmente, ovunque sia, la fenice di Silente è tua."

Nel soggiorno di casa Weasley calò un silenzio fatto di pensieri vorticanti da parte di ognuno dei presenti. Gli oggetti lasciati in eredità al Trio dei Miracoli erano giustificati dall'affetto che Silente provava per loro, ma erano cose dall'incomprensibile significato.
La fenice, che invece aveva tantissime capacità che la rendevano un dono prezioso, era stata lasciata alla più improbabile delle persone. La seconda più improbabile dopo Draco, certo.

"Mi è sempre piaciuta quella fenice... L'avevo vista nel suo ufficio al primo anno, siamo stati portati lì per una punizione..." disse distrattamente Morgana, dal nulla, fissando un punto davanti a sé. "Lui lo sapeva."
"Certo, ma da qui a lasciarla alla concubina del suo potenziale assassino..."
"Adesso hai esagerato, Weasley!" Draco saltò come una furia, e se Harry non lo avesse fermato, mentre Hermione teneva Ron dall'altra parte della poltrona, sarebbe sicuramente finita a botte.

Morgana guardò Hermione spingere fuori dalla porta della veranda Ron, e discutere con lui concitatamente.
Evidentemente ne aveva avuto abbastanza anche lei. O forse aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti perché era impietosita.

Le è morta la famiglia, è ricercata e incinta. Poverina...
Quasi quasi Morgana avrebbe preferito essere insultata...

***

Il ricevimento del matrimonio di Bill e Fleur si stava rivelando qualcosa di delizioso.
Ovviamente Draco e Morgana non avrebbero potuto partecipare, ma per non farli sentire esclusi, la Signora Weasley ed Hermione si erano impegnate in qualche semplice incantesimo di trasfigurazione che aveva imbiondito i capelli della rossa, scurito quelli del biondino, e poi avevano cambiato i colori particolari del loro occhi in un castano anonimo, aggiungendo qualche dettaglio qui e là per confondere le acque.
Così facendo, e trasfigurando un paio di vestiti fra quelli che avevano recuperato nei loro dormitori ad Hogwarts, i ragazzi si stavano godendo la serata.

L'unica ad accorgersi degli incantesimi addosso ai fratelli era stata, nemmeno a dirlo, Luna Lovegood. Li aveva salutati con quella sua aria svanita, ciao Draco, ciao Morgana.
Quindi, l'avevano dovuta inseguire e sincerarsi che non rivelasse la loro identità a nessuno.
Ma Luna non era una Corvonero per nulla, e inoltre, tra lei e Morgana era stata simpatia immediata, si frequentavano anche a scuola, quindi era scontato che non li avrebbe denunciati.

Poco dopo, seppero che Luna aveva beccato anche Harry, nonostante lui avesse addirittura bevuto la Polisucco. Non c'era niente da fare, Luna Lovegood non deludeva mai!

La serata procedeva fra danze e chiacchiere, Draco e Morgana si sentivano bene come non accadeva da tempo. La gioia dei Weasley era contagiosa, e in effetti, una festa era il modo migliore per esorcizzare la paura di quei giorni bui.

Avevano ballato, erano stati molto in piedi, così Draco aveva insistito affinché Morgana si sedesse e si riposasse un po'.
Avevano preso posto accanto al tavolo dove Potter stava discutendo di chissà cosa con Elphias Doge.
Poi Draco era andato a prendere del succo di zucca per lei e del vino elfico per se stesso, e adesso guardava la sorella che osservava rapita le danze.
"Dray, sai a cosa sto pensando?"
"No. A cosa?"
"Era dal Ballo del Ceppo che non vedevo tanta gente tutta felice."
Draco sorrise, e quando lei si voltò verso di lui, sorridente come un tempo, proprio come quella notte del Ballo, si sentì fortunato.
Fortunato ad essere vivo, nonostante tutto.
Ad aver avuto una via di scampo.
Ad avere lei.
Ma quello che disse fu solo, "Hai ragione..."
"E poi," riprese Morgana ridendo, "immagina se tutto fosse diverso e se Severus fosse qui! Lo odierebbe!"
"Shhht! Abbassa la voce, per Merlino!!!" Ma dopo un attimo anche Draco non poté impedirsi di ridere al pensiero di quello che tutti consideravano un arcigno pipistrello gigante che avrebbe odiato con tutto sé stesso quell'atmosfera sdolcinata.

Era bello ridere. Ridere ancora.

Ma in quel momento, qualcosa di grosso e argenteo arrivò dall'alto attraverso la tenda sulla pista. Aggraziata e lucente, la lince atterrò lieve in mezzo ai ballerini esterrefatti. Le teste si voltarono, i più vicini rimasero assurdamente paralizzati a metà della danza.
Poi il Patronus parlò con la voce forte e fonda di Kingsley Shaklebolt.

"Il Ministero è caduto. Scrimgeour è morto. Arrivano."

Arrivano.

Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora