Sono solo due ragazzi

1.9K 58 2
                                    


Di rabbia finalmente mi sento. Estemporanea rivolta. Contro il panico. Dei miei movimenti. Telecomandati... 
//Isabella Santacroce

 "Oh, Draco, Morgana! Proprio gli studenti a cui stavo pensando."

I ragazzi si guardarono interrogativi: perché li stava pensando, e soprattutto, perché Potter era nell'ufficio di Snape a quell'ora di sera?
Invece Harry si stava chiedendo perché ormai Snape non facesse nemmeno più finta di chiamare per cognome quei due. Era chiaro che non erano studenti come gli altri ai suoi occhi, ma addirittura rivolgersi a loro con tanta confidenza gli pareva eccessivo.
In mezzo a tutte quelle domande silenziose, Draco ne fece finalmente una ad alta voce.

"Signore... noi siamo venuti per chiederle dell'elleboro, visto che l'abbiamo finito. Ma... possiamo fare qualcosa per lei?"

"Decisamente si. Allora Potter," disse spostando di nuovo lo sguardo su Harry. "Adesso io non darò nessun tipo di istruzione ai Signori Malfoy, ma tu proverai a fare con loro – scegli tu chi preferisci – quello che io ho fatto fin ora con te, va bene? Tutto chiaro?"

Quindi devo provare a penetrare la mente di uno dei due?

"Credo di si, Signore."
"Molto bene."
Harry si girò e intercettò lo sguardo di Morgana, che alzò leggermente le braccia come per dire "non so cosa devi fare, ma fallo".

Harry le puntò la bacchetta contro e sussurrò "Legilimens."
E poi ci riprovò. E ci riprovò ancora.

"Non succede niente, non ci riesco." Con un moto di frustrazione Harry abbassò la bacchetta e guardò Snape.
"Esattamente Potter. Puoi provare anche col signorino Malfoy se vuoi."

La scena si ripeté più o meno uguale e alla fine Harry aveva gli occhi lucidi e le guance rosse.
Draco sogghignava e Morgana iniziava ad annoiarsi e a sentirsi avvilita per Harry.

"Vedi Potter, è esattamente così che deve andare. Controllo. Disciplina. Lucidità. Va bene, ragazzi, prendete pure l'elleboro e poi andate. Grazie del vostro contributo."

I due ragazzi fecero per uscire, ma mentre stavano per aprire la porta, Millicent Bulstrode da fuori li precedette ed entrò trafelata dicendo al Professor Snape che la Umbridge lo cercava.
Snape congedò i tre giovani e seguì la Bulstrode, diretto verso l'ufficio della donna.

Rimasti soli, i tre giovani si studiarono per un attimo.
Il rapporto con Potter quell'anno era notevolmente migliorato. Certo, non erano diventati amici per la pelle, e nemmeno si frequentavano, ma era come se la morte di Narcissa, e la stretta di mano che si erano scambiati Harry e Draco avessero sancito una tregua e creato empatia fra i due.

"Quindi... stai studiando l'Occlumanzia...." Disse infine Draco, rompendo nuovamente il silenzio.
"No, Snape sta cercando di insegnarmela e io non sto imparando. Fine." Rispose Harry con amarezza dipinta di sarcasmo.
I due fratelli sghignazzarono docilmente, e poi Morgana chiese la ragione di quelle lezioni private.
"Gliel'ha chiesto Silente." Chiosò sbrigativo Harry.
"Tutto qui?" Draco guardò un attimo Morgana, che ricambiò lo sguardo, sottecchi.
"Tutto qui."
"Va bene, allora noi andiamo..."
"No, aspettate!" Harry in un primo momento non seppe dire perché li stava trattenendo, poi per giustificare la sua richiesta domandò semplicemente, "Voi come fate? Voglio dire... Non sono riuscito a percepire niente..."

Per una frazione di secondo i due ragazzi rividero davanti agli occhi le ragioni per cui si erano impegnati a far imparare a Draco l'Occlumanzia.
Lucius. Il loro segreto. Sembrava passata una vita, invece erano solo tre anni.
"Io sono sempre stata così," si affrettò a dire Morgana, per stemperare quella lieve tensione.
"Come?!"
"Si, me lo spiegò Snape, quando eravamo solo al primo anno. Pare sia una dote naturale."
"Cavoli...." Harry sembrava più impressionato di quanto avrebbe voluto dimostrare.
"Già..." disse Morgana abbassando lo sguardo.
"Io invece no." Riprese Draco, appoggiandosi mollemente al tavolo e iniziando a massaggiarsi il collo con una mano, con gli occhi semichiusi.
"Quando ho saputo che Morgana aveva quel... dono, diciamo... ho preteso di imparare anch'io, per non essere da meno."

Buona scusa, ben fatto. Pensò la ragazza. Era credibile come bugia.

Harry comunque sembrava più interessato al collo diafano di Draco in quel momento, piuttosto che ad altre domande su come il ragazzo avesse imparato l'Occlumanzia.
Quando si accorse che lo stava fissando spostò lo sguardo, imbarazzato.
Ma Morgana era troppo Serpeverde per non accorgersene, e con un ghigno si avvicinò al fratello, con fare lascivo.

"Ad ogni modo, le altre lezioni vanno meglio?"
"Non direi. Non sono riuscito nemmeno a far evanescere per intero il topo, ieri. Invece voi l'avete fatto perfettamente."
Questa volta non fece niente per nascondere l'amaro nella voce, forse perché era troppo intento a celare il tremore di essere di nuovo in una stanza con quei due, dopo il bagno involontario dell'anno prima.

"Oh, non farci caso. Noi sono anni che facciamo evanescere i nostri vestiti."
Disse Morgana con la stessa apparente nonchalance che aveva usato quella volta nel bagno dei prefetti.
Draco rise di cuore, e la abbracciò, portandosela davanti e facendo aderire la schiena della sorella al suo petto.
Entrambi guardavano Harry con la stessa espressione di quella volta. Nei loro occhi c'era dell'ironia ma anche della licenziosità e della malizia.

"Voi due siete... ah! Lasciamo perdere!" Harry stava decisamente perdendo la calma.
"Meravigliosi? Questo intendevi?" Draco gli fece l'occhiolino e abbracciò da dietro Morgana, appoggiandole il mento sulla spalla.

"Si, proprio meravigliosi, avevo in mente!" Chiosò con sarcasmo Harry, prima di prendere la porta e uscire, completamente rosso in viso.

Draco e Morgana risero di cuore, senza sapere che quella era una delle ultime risate che avrebbero potuto concedersi per molto, molto tempo.

***

"Ancora vaghi sono i particolari degli eventi che hanno condotto questo spettacolare voltafaccia,
ma si nutrono fondati sospetti che giovedì sera Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
e un gruppo di suoi seguaci (noti come Mangiamorte)
si siano introdotti nello stesso Ministero della Magia."


"Come hai potuto farci questo, Harry?!"
Morgana era sconvolta. Draco era devastato.
In troppi avevano visto e capito che Lucius Malfoy era un Mangiamorte, ed era legato a doppio filo con il Signore Oscuro.

"Harry, rispondi! Come hai potuto?! Era l'unico genitore che ci restava!!! Ti rendi conto di quello che significa?!"
Morgana urlava, ma non aveva puntato la bacchetta contro Harry, perché non voleva maledirlo, voleva fargli capire che aver favorito la cattura di Lucius significava anche averli lasciati soli al mondo.

Ma Harry che, solo al mondo lo era sempre stato, e in più adesso era stato privato anche del suo Padrino a causa della loro zia Bellatrix, era tutt'altro che comprensivo.
Quella che poteva considerarsi una tregua e magari l'inizio di qualcosa di più, era stata troncata sul nascere.

"Io non ho fatto proprio niente! Lucius ha fatto tutto da solo!"
"Non nominarlo, Potter!!! Non puoi mandare nostro padre in prigione e pensare di cavartela!"
Così Draco e Harry sfoderarono le bacchette, pronti al tutto per tutto.

***

Severus, amico mio,
Ho dato disposizione agli elfi di inviarti questa missiva se fosse stato necessario, quindi se stai leggendo queste mie parole è perché qualcosa di brutto è successo durante la missione all'Ufficio dei Misteri.
I miei ragazzi sono soli adesso, e la parente più stretta che hanno è Bellatrix, quindi puoi capire perché ho assoluta necessità di sapere che qualcuno si occuperà di loro.
Severus so di chiederti molto, ma siamo amici da tanti anni, e sei l'unica persona di cui mi possa fidare: ti prego, fai in modo di tenerli al sicuro, per quanto possibile.
Sono solo due ragazzi.
Spero di poter ricambiare un giorno.
Con affetto
Lucius

p.s. insieme a questa lettera troverai anche una delega con validità legale, che ti nomina tutore dei miei figli, in mia assenza.

Severus Snape continuava a rigirarsi quella pergamena fra le mani, e un'ansia sempre più crescente gli opprimeva il petto.
Come poteva chiedergli questo, Lucius? E come avrebbe potuto tenere al sicuro i figli di un Mangiamorte?! Al sicuro dal Signore Oscuro?! Ma andiamo, dannazione!

Cosa ne so io, di come si fa il padre?! Il padre surrogato di due adolescenti per metà fratelli, per metà amanti e per intero circondati da Mangiamorte!

"Dannazione!" E prima di uscire dal suo studio, fece alcuni respiri profondi per ritrovare la sua solita maschera di impassibilità.

***

"Che cosa fai, Potter? Metti via subito quella bacchetta! Draco, Morgana con me."
Riluttante Draco ripose la bacchetta, ed entrambi si allontanarono col Potion Master, che li condusse fino alle sue stanze private.

Mentre camminava di qualche passo davanti ai due ragazzi, Snape riviveva ella sua mente gli attimi di poco prima. Prima di palesare la sua presenza. Prima di fermare un duello che sarebbe senz'altro finito male.

Era l'unico genitore che ci restava... Siamo soli al mondo... Soli al mondo.

E d'un tratto smise di chiedersi cosa potesse fare, iniziando a farlo senza nemmeno rendersene conto.
Li avrebbe protetti.
A pensarci bene l'avrebbe fatto anche senza bisogno della lettera di Lucius.
Voleva bene a quei due ragazzi, li aveva visti crescere, diventare prima adolescenti precoci e poi, di colpo, adulti loro malgrado.
Li avrebbe protetti, non per una richiesta o per un'esigenza momentanea ma perché era esattamente ciò che voleva fare.

Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora