Vorrei che tu e io fossimo solo una fantastica foto.
//Isabella Santacroce
La Festa di Capodanno arrivò e passò velocemente così come il resto delle vacanze.
Snape fu invitato al party dai coniugi Malfoy, insieme a tutta l'élite della Londra Magica e i pezzi grossi del Ministero.
Draco e Morgana si prepararono a lungo per quella festa, non tanto fisicamente, quanto mentalmente. Erano mesi che Draco si esercitava nell'Occlumanzia, e ormai la padroneggiava abbastanza bene.
Era per sicurezza, si ripetevano. In ogni caso, non servì, né prima, né quella notte, e nemmeno i mesi successivi.
Forse Snape non era interessato a violare la mente di Draco: in fondo non era un Occlumante naturale, ed era solo un ragazzo, quindi poteva sembrargli di cadere in basso a compiere un simile gesto.
Un'altra ipotesi, era che dopo la scenata nell'aula di Pozioni - quando Morgana era stata chiara nel dire che non aveva assolutamente il diritto di impicciarsi - avesse deciso di metterci una pietra sopra, definitivamente.
Ma l'ipotesi più accreditata era che Snape fosse troppo preso con quel famoso Sirius Black: pare avessero un chissà quale conto in sospeso. Questione di priorità, insomma.
***
I mesi passavano veloci, la neve lasciò il posto a teneri boccioli e alle feste di primavera, che i fratelli decisero di passare ad Hogwarts per portarsi avanti nello studio.
Erano vacanze brevi, nessuno dei due aveva voglia di fare i bagagli e prendere il treno, inoltre a entrambi - soprattutto a Morgana - piaceva la scuola mezza deserta.
Erano rimasti al castello qualche Corvonero, una manciata di Tassorosso, cinque Grifondoro - tra cui Potter, Weasley e la Granger - e cinque Serpeverde.
Quella sera l'atmosfera era rilassata e piacevole nella Sala Grande. I due fratellastri cenavano un po' in disparte rispetto agli altri Serpeverde, tutti più grandi di loro, e se ne stavano l'uno di fronte all'altro a chiacchierare su quanto sarebbe stato bello fare un viaggio appena fossero stati maggiorenni.
Fantasticando su quello e molto altro, si dissero che era una piacevole serata nonostante la brezzolina che si stava alzando, e decisero di fare due passi prima dell'orario previsto per il rientro nella sala comune.
Così si diressero al Lago Nero, non eccessivamente lontano, in modo da non metterci troppo tempo poi a risalire.
Morgana si sedette a qualche metro dalla riva, dietro a un cespuglio, e Draco le si accomodò accanto.
Mentre la sorella continuava a parlare con enfasi delle scuole magiche giapponesi, il ragazzo raccolse un grosso soffione da terra, se lo mise davanti alla bocca e sbuffò con forza. In un attimo il viso e i capelli di Morgana erano pieni di piumini bianchi.
"Hey!!!" Rispose con un piccolo colpo sulla spalla e partì una lotta bonaria fra fratelli che si concluse con Draco a cavalcioni che troneggiava su Morgana mentre le teneva fermi i polsi sopra la testa.
Entrambi ridevano vivaci, fino a che in un attimo di quiete si fissarono, e Draco scese a baciarla con dolcezza.
In pochi minuti, quel bacio tenero divenne più profondo, fino a trasformarsi in una danza di lingue avide e calde.
Da quella famosa notte non era più successo niente. Era come se facessero un passo alla volta e poi ponderassero bene la mossa successiva.
Ovviamente non ne erano coscienti. Non loro due, almeno.
Draco cambiò posizione delle gambe, infilandole in mezzo a quelle di Morgana, che lo accolsero allargandosi automaticamente.
Le mani di Draco iniziarono a insinuarsi impacciate nel maglione e nella camicia della divisa della ragazza, lei indugiò un attimo sulle natiche del fratello, attraverso i pantaloni, poi decise di iniziare ad armeggiare con la cintura e nel giro di qualche minuto, la sua mano si introdusse nei boxer di Draco, in cui ovviamente trovò una durissima erezione.
La mente di Morgana, mentre cercava di slacciare bottoni e zip fu attraversata da un pensiero sciocco ma quanto mai vero: era la prima volta che si trovava alle prese con dei vestiti da togliere.
Fino a quel momento, in quei rari contatti un po' più spinti, per un motivo o per l'altro non c'erano mai stati tanti strati di stoffa a dividerli.
Lo stesso pensiero sicuramente attraversò la mente di Draco, che al momento si trovava a combattere una dura battaglia col gancetto del reggiseno, senza comunque aver prima tolto la camicetta.
Draco si staccò dalla bocca della sorella, guardandola sorrise di un sorriso vero, genuino e sussurrò "Tea ti prego, non mettere mai più quest'armatura infernale...".
A Morgana uscì una risatina leziosa, cercò di nuovo la bocca del fratello in una danza complice fatta di occhi negli occhi, di lingue affamate e di poche mani per troppi posti da toccare, ma in quel momento si udì un rumore.
Clack.
Entrambi si bloccarono, percependo quel suono come estraneo, e istintivamente si immobilizzarono in attesa di capire cosa fosse.
Poi uno dei cespugli poco distanti fu scosso da un movimento, come se ci fosse qualcuno dietro ed entrambi scattarono in piedi, sconvolti.
Un ragazzino con la divisa dei Grifondoro e una macchina fotografica in mano, li fissò per una frazione di secondo, prima di voltarsi di scatto e correre verso il castello.
"Quello... E' un Grifondoro! Come accidenti si chiama?!?!?!" chiese Morgana, con gli occhi sbarrati.
"Colin Canon." Rispose Draco riallacciandosi di corsa i pantaloni. "Dobbiamo prenderlo, e subito!"
Iniziarono a correre dietro al ragazzino, che era piccolo ma veloce e riuscì anche a scansare quei due schiantesimi che provò a lanciargli Draco.
"Tu studi tutto il giorno, non esiste un Expelliarmus per macchine fotografiche?!"
"Stai scherzando, vero?! Non so se esista una magia contro i paparazzi, in ogni caso non la conosco! Ma non c'è un luogo tranquillo in tutta questa dannata scuola?!"
Trafelati e sconvolti entrarono in Sala Grande, ma ormai era deserta.
"Dobbiamo prenderlo prima che entri nella sua Sala Comune o per noi è finita." Morgana aveva gli occhi fuori dalle orbite e le guance rosse, come non mai.
"Nostro padre stavolta ci crucia! Stavolta ci crucia sul serio!"
"Ho visto i Grifoni arrivare da questa parte al mattino. Muoviamoci."
Qualche piano di scale dopo, imboccarono un corridoio dove Morgana ipotizzava ci potesse essere l'ingresso alla Sala Comune dei Grifoni, ed eccolo lì. Colin Canon stremato dalla corsa ma ancora a portata di Stupeficium.
"Fermo dove sei, Canon." Draco aveva la voce tremante, e non solo quella, la bacchetta che gli puntava contro oscillava sotto il peso della sua ansia.
"Ragazzino, cerchiamo di ragionare, ok?" Morgana tentò un approccio diplomatico, ma senza abbassare la bacchetta.
Proprio in quel frangente, da un corridoio perpendicolare spuntò il Trio dei Miracoli, ovviamente nei momenti meno opportuni loro c'erano sempre!
Ci fu uno sfoderamento di bacchette immediato, e a quel punto le due Serpi erano faccia a faccia con i tre Grifondoro che facevano muro davanti a Colin Canon più spaventato che mai.
"Lasciatelo stare!" Tuonò Potter.
"Che volete da Colin?!" Ovviamente la Granger e Weasley non riuscivano proprio a non fare eco allo Sfregiato.
"E' stato lui! Ci ha..." Una gomitata interruppe la frase di Draco.
"Lui ha qualcosa che ci appartiene." Morgana preferì restare sul vago.
"Ne dubito. Andate via di qui."
"Potter sul serio. Non possiamo andarcene e non abbiamo nessuna voglia di ingaggiare battaglia. Vero Dray?" Uno sguardo ammiccante verso il fratello.
"Non stavolta." Tagliò corto Draco, e chissà quanto gli era costato pronunciare quella frase.
Harry sembrava seriamente sconcertato. Draco Malfoy che non cercava rogne? Era l'effetto calmante della sorella?!
In effetti doveva ammettere che quando stava con lei era molto meno molesto rispetto a quando veniva spalleggiato da Tyger e Goyle.
A onor del vero, entrambe le serpi avrebbero voluto cruciare Canon in stereo, ma l'astuzia Serpeverde suggeriva loro di essere accomodanti.
Quindi Potter si girò verso Canon, con gentilezza "Colin è vero quello che dicono?"
Ron strabuzzò gli occhi, "Harry non ci crederai, vero?!"
Hermione invece li fissava e sembrava lievemente in imbarazzo.
Colin balbettava insicuro e Draco sbottò con la riserva di pazienza ormai agli sgoccioli "Canon farai meglio a restituirci in fretta quello che... beh lo sai. Avanti!"
"Calma Malfoy!" Uno sguardo verde giada di disappunto verso il biondo, poi uno di nuovo comprensivo verso il piccolo grifone. "Allora, Colin?"
"Ecco io... ero andato al lago, volevo fotografare gli Augurey nei loro nidi, questa è la stagione ideale, sapete... e poi... loro erano lì, io non volevo ma..."
"Ma non sei proprio riuscito a resistere eh?" Il commento malizioso di Morgana fu accompagnato da uno sguardo penetrante altrettanto ammiccante.
Colin Canon arrossì abbinandosi perfettamente al rosso Grifondoro. Lo sconcerto generale degli altri tre compagni di casa intanto era palpabile.
"Ti dico cosa faremo: adesso tu mi dai la macchina fotografica, noi prendiamo il rullino e nessuno ne parlerà mai più, va bene?"
"Ma le mie foto... gli Augurey..."
"Oh che Salazar se li porti i tuoi Augurey, Canon! Non tirare la corda!!!" Draco era sull'orlo di una crisi di nervi e sbraitava più isterico che mai.
"Allora senti, riavvolgo il rullino, lo sviluppo, tu avrai i tuoi stramaledetti Augurey e io avrò... il resto." Era un tono che non ammetteva repliche.
Morgana si mosse verso Colin, con una spallata degna di Draco fece spostare la Granger e si fece consegnare il rullino.
Un attimo dopo, concludendo con una smorfia di disgusto da parte di Draco, si eclissarono verso i sotterranei.
Rimasti soli Ron chiese cosa fosse preso a tutti, e perché li avessero assecondati.
Harry e Hermione si guardarono un attimo, poi la riccia, rossa in viso, illuminò anche Weasley, "Ron forse non l'hai notato ma... entrambi avevano le divise stropicciate, le camicie fuori dai vestiti e... Draco aveva la cintura slacciata e la cravatta gli usciva da una tasca..."
Harry a quel punto non poté proprio esimersi dal fare quella domanda "Colin... esattamente cos'hai visto?!"
Colin non mentì ma nemmeno esagerò: disse semplicemente che si baciavano e si toccavano.
Harry non insistette oltre, il ragazzo era troppo in imbarazzo.
***
Il pomeriggio dopo Morgana e Draco passeggiavano per il cortile interno, quando avvistarono i tre Grifondoro.
La rossa porse una busta a Harry, chiedendogli di darla a Colin, quando l'avesse visto.
"Queste sono le foto dei suoi stupidi uccelli. Addio." E si voltarono per andarsene.
Ma Ron covava astio dal giorno prima, e non riuscì a trattenersi, "Accidenti, siete fratello e sorella, anche se non di sangue è come se lo foste, no?! Come potete...?! Miseriaccia, fate senso!"
A quel punto nessuno dei due poté più fare affidamento sull'astuzia Serpeverde, Draco si scagliò addosso a Ron, Hermione e Morgana sfoderarono le bacchette.
Harry fece per dividerli ma una voce risuonò sopra le loro teste.
Anche Silente non scherzava: riusciva ad essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
A tutti e cinque i ragazzi venne promessa una punizione da scontare la sera successiva per essersi aggrediti all'interno della scuola, e vennero tolti cinque punti a ciascuna casa.
Draco rimproverava Morgana "Te l'avevo detto, avremmo dovuto distruggere quel rullino e basta. Non si scende a patti coi Grifondoro, portano solo guai!"
Ma in quel momento la sorella si girò, lo baciò, e con grazia tirò fuori qualcosa dalla tasca.
Era vero, avrebbero dovuto scontare una punizione e vuoi mettere la soddisfazione a schiantare un grifone invece di mercanteggiarci?
Però adesso c'era un pezzo di carta magico che li immortalava mentre si guardavano e si sorridevano, poi si baciavano e si desideravano.
Erano in punizione, ma avevano una loro spontanea, incantata, fantastica foto.
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...