Come due serpenti

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Ci sono pareti bianche
e angeli dalle piccole ali in volo attorno a noi abbracciate nello stesso letto con poca luce e il suo respiro sopra che ascolto stringendola in una delle tante notti-luminal con Davi-dolce accanto che ora avvicina le sue labbra alle mie sussurrandomi saremo amiche per l'eternità.
//Isabella Santacroce


Morgana si risvegliò dopo mezz'ora circa con un odore pungente sotto il naso.
Snape era piegato su di lei, e le stava porgendo una tazza fumante.
"Beva. E' un decotto rinvigorente."

In un lampo Morgana fece mente locale: ufficio di Snape, punizione, pozione strana e... l'ultima cosa che ricordava era il nome di Lucius... pronunciato dal mago.
"E' svenuta." Prese posto sulla poltrona di fronte, con un'aria serafica ma indagatrice.
"Mi dispiace, Signore."
"E' colpa mia. L'ho sopravvalutata. Credevo che il suo fisico avrebbe retto meglio alla Lusinghiera. E' una pozione usata per irretire i sensi e rendere... fluidi... i discorsi, in un certo senso." Sopracciglio sarcastico.
Ma di che diamine parla quest'uomo?!
"Cosa... Cosa voleva che facessi esattamente?"

"Andiamo con ordine, è d'accordo? Lei mi manda un gufo, deve nascondere qualcosa. La convoco e si rifiuta di darmi una spiegazione accettabile. Poi scopro che è un'Occlumante naturale e che nessuno nella sua famiglia, nonostante sia composta interamente da maghi purosangue se ne è accorto."
Qui si mette male...

Ma Snape mutò improvvisamente espressione, come se avesse cambiato i suoi piani. E infatti il discorso prese una piega diversa.
"Non importa. Ognuno ha i suoi segreti. Non la obbligo a rivelarmi i suoi, così come non vorrei che qualcuno mi forzasse a rivelare i miei."
La fissava, la penetrava con quel nero avvolgente dei suoi occhi.
Non indugiava prima sull'occhio azzurro e poi su quello castano, come succedeva inevitabilmente con chiunque. La gente si trovava a disagio a guardarla in quegli strani occhi diversi.
Snape era l'unico a guardarla in quel modo, oltre a... allo zio Lucius.
E a Draco ovviamente. Ma con lui era scontato, per loro stare insieme era naturale come respirare.

Quindi il Potion Master proseguì. Le spiegò cosa fosse l'Occlumanzia, arte rara e complicata, le disse che era ancora troppo giovane, ma un giorno avrebbe potuto insegnarle come manovrare questo potere, e se avesse continuato ad eccellere negli studi, l'avrebbe istruita anche l'arte della Legillimanzia, direttamente connessa all'Occlumanzia.
Poi si alzò, segno che stava per congedarla, Morgana lo imitò e rimase in piedi in attesa di istruzioni.
"Abbiamo finito Signorina, consideri scontata la sua punizione." E poi aggiunse "Nel caso succeda ancora qualcosa di... strano... e le venga in mente di mandarmi un altro gufo in piena notte..."
Fulmino lei e il suo stupidissimo pennuto.
"... Non si crei problemi."

Morgana sgranò gli occhi e inclinò la testa di lato, sicuramente aveva capito male.
Ma Snape era già pronto ad alzare il sopracciglio del terrore e ad aggiungere il suo ingrediente preferito: il sarcasmo.
"D'altronde lei l'ha definita una questione di vita o di morte, quindi... non vorrei mai avere sulla coscienza una Serpeverde, soprattutto se facente parte del Clan Malfoy..."
"Beh... grazie infinite Signore..."
"Può andare."

Nel frangente di tempo in cui Morgana era rimasta priva di sensi, il Professore aveva avuto modo di riflettere: ammesso che davvero stesse succedendo qualcosa, sarebbe potuto entrare facilmente nella mente di Draco, senza contare che lui stesso frequentava sporadicamente Lord Malfoy, anche se l'opzione di rivolgersi a lui direttamente l'avrebbe lasciata per ultima: tutti sapevano che Lucius Malfoy non era esattamente il tipo di uomo incline alla sincerità e all'onestà.

***

Parola d'ordine. Finalmente Morgana giunse nella Sala Comune.
"Tea!"
Il sospiro di sollievo si trasformò in un baleno in un mezzo gridolino di spavento.
"Oddio, Dray, cosa ci fai acquattato lì dietro?!"
"E' una vita che ti aspetto! Snape ti ha fatto lavare tutti gli alambicchi del laboratorio?!"
Draco aveva atteso la sorellastra prima davanti al camino, poi sul divano, dopo si era spostato al tavolo e infine si era accucciato su una poltrona, nell'oscurità.
"Sei stato carino, grazie... Non ti ha visto nessuno?"
"No, pare che i prefetti abbiano altro da fare stasera. Allora, dai sediamoci. E' andato tutto bene, vero?"

Morgana guardò gli occhi preoccupati di Draco e sorrise istintivamente, intenerita.
Lo prese per mano, si sdraiò sul divano di fronte al camino e lui la imitò.
Gli raccontò della serata, di quanto fosse stato enigmatico Snape, ma anche di come si fosse dimostrato disponibile e addirittura gentile.
"L'ho sempre pensato, è il mio preferito. Gli altri studenti non gli danno una possibilità perché si fermano al lato arcigno, ma stasera ha confermato che il mio istinto non sbaglia: è il numero uno."

Draco era quasi infastidito, non riusciva a capire perché, ma provava una fitta allo stomaco a sentire la sua Tea parlare così di Snape. Comunque alla fine dovette convenire con lei: senza il suo aiuto sarebbero stati davvero in un mare di guai.
Morgana gli raccontò anche tutta la questione relativa all'Occlumazia, gli disse che avrebbe cercato di capirne di più e che probabilmente anche Draco avrebbe dovuto imparare questa strana magia per tenere al sicuro il loro segreto.

Tra una parola e l'altra, si scambiavano teneri baci sulle labbra, si accarezzavano, si sfioravano... e rimasero abbracciati, mano nella mano, fino a che la comodità del grande divano e il calore del fuoco li cullò, senza che se ne accorgessero, nel mondo dei sogni.
Poche ore dopo, quattro occhi li stavano fissando con grande disappunto.

***

Draco e Morgana giacevano sul divano, avvinghiati. Nel sonno avevano stretto i loro corpi come due serpenti in letargo.*
Morgana cingeva i fianchi del fratello con una gamba, di conseguenza lui teneva un ginocchio all'interno delle cosce della ragazza, e sembrava che sui loro corpi ci fossero più mani che posti da toccare. Le fronti erano appoggiate come di consueto, e le piccole labbra carnose che non conoscevano distanza di sicurezza, avevano imbastito una danza di respiri sincopati.

"Signor Malfoy, Signorina Melancholia!" tuonò una voce severa che riconobbero subito, che li fece sobbalzare e quasi cadere dal divano.

Snape e Silente troneggiavano davanti ai due ragazzi che, confusi, cercavano di fare mente locale sul perché si trovassero nella Sala Comune e che cosa stesse succedendo.
Si erano addormentati, accidenti! Ma che ore erano? Quanto tempo avevano passato sul divano?

"E' assolutamente inaccettabile un comportamento simile! Dove credete di essere, questa è una scuola rispettabile!" Snape era davvero infuriato.
E nemmeno Silente sembrava voler indorare la pillola. "Mi sembra che Lucius Malfoy paghi per i vostri letti, ragazzi. Inoltre è stata una fortuna che vi abbiamo trovati noi: se vi avesse visto qualche vostro compagno sarebbe stato anche peggio."
Una fortuna?! Peggio di così?!
"Specialmente per le condizioni... del Signor Malfoy..." Concluse sprezzante Snape, distogliendo infastidito lo sguardo da Draco.

Fu allora che il ragazzo si accorse di avere in corso una delle più potenti erezioni mattutine della sua giovane vita.
Cercò di abbassare il maglione per coprirsi e nel frattempo il suo colorito assunse una tonalità da far invidia al rosso grifondoro.
Morgana buttò l'occhio sul bassoventre del fratello e arrossì di conseguenza.
Le era capitato altre volte di vederlo eccitato, ma nessuno di loro due ci aveva dato molto peso. Invece pareva che i due professori non avrebbero lasciato cadere la cosa.

"A mezzogiorno nel mio ufficio." Concluse Silente. "Dopo la lezione di Trasfigurazione, la Professoressa McGranitt vi condurrà fino all'ingresso."

Mestamente i due ragazzi tornarono ai rispettivi dormitori, pensando che da un po' di tempo non ne andava dritta una.

***

Le lezioni del mattino passarono fin troppo velocemente per Draco e Morgana. Temevano quel mezzogiorno di fuoco come non mai.
"Credi che ci butteranno fuori, Tea?"
"Credo che negli ultimi giorni mi sia fatta fin troppe volte questa domanda!"
"Ha detto qualcosa Signor Malfoy?" Chiese la McGranitt mentre li scortava verso l'ufficio di Silente.
"Ehm... Il Professor Silente le ha detto il motivo della nostra convocazione?"
"Si." Li gelò la donna. Fortunatamente camminava davanti ai ragazzi, che così non videro il mezzo sorriso che spuntò per un attimo agli angoli della sua bocca.

"Sorbetto al limone." Poi si girò verso i giovani "Andate, e cercate di non peggiorare la vostra situazione."

Mentre la scala saliva, Morgana e Draco si accordarono: niente reazioni eccessive, mantenere la calma ad ogni costo e soprattutto niente panico.

Peccato che giunti in cima, ad attenderli c'era l'unica cosa in grado di scatenare in loro reazioni eccessive e far crollare tutte le loro difese.

***

* Mi sono concessa una licenza poetica: per i serpenti si utilizza il termine latenza invernale, non letargo, più adatto ai mammiferi.

Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora