Io vorrei di quegli abbracci che sanno di braccia attorno che stringono facendo scivolare lacrime e c'è freddo cane in stazione che non regala brividi d'amore e io vorrei, perché mi sento romantica.
//Isabella Santacroce
"Che cerchio alla testa, dannati Dissennatori..."
Quel terzo anno a Hogwarts era decisamente cominciato male: il Dissennatore in treno, Sirius Black evaso da Azkaban e poi la scoperta che quegli infernali esseri svolazzanti sarebbero stati intorno alle mura di Hogwarts almeno fino alla cattura del fuggitivo.
"Secondo me, è tutta suggestione la tua... Non possono farti niente, se non a una distanza ravvicinata, tranquillizzati Tea. Pensa a me, piuttosto! Quel dannato ippogrifo stava per staccarmi un braccio!"
"Questo perché tu con gli animali non hai modo, Dray... Anche i pavoni scappano quando ti vedono..."
Era vero, Draco era troppo irruento, arrivava davanti a un animale con la pretesa che questo si fidasse di lui, che gli desse tutto e subito, esattamente come era abituato con le persone. Morgana aveva cercato innumerevoli volte di spiegarglielo, e il suo fallimento troneggiava sotto forma di fasciatura attorno al braccio del ragazzo.
"Senti Dray..." gli disse distrattamente mentre controllava una pergamena con su scritto un elenco di ingredienti, "... hai bisogno di aiuto?"
Inizialmente il biondo non capì cosa intendesse e Morgana doveva averlo intuito dalla sua espressione perplessa, quindi ritornando con gli occhi alla pergamena aggiunse con la stessa noncuranza "Con quel braccio avrai difficoltà a farti il bagno."
E senza attendere la risposta del fratellastro iniziò a scendere le scale dei sotterranei, quando sentì la voce di Draco provenire da sopra "Beh in effetti si, ma come... Hey, sei scomparsa?"
"Ci vediamo dopo, ora ho una cosa da fare."
Così Draco rimasto solo e un po' perplesso dai comportamenti della sorella, più strani del solito, rispose a sé stesso "Eh... va bene...", e se ne andò.
***
Nel calderone sobbolliva qualcosa di color argento, Morgana stava ripulendo il bancone, sperando che nessuno avesse notato la sua assenza a cena e che Draco non le avrebbe fatto troppe domande in merito. Mancava poco ormai, ancora una mezz'ora e quella sensazione orribile sarebbe sparita. Forse.
Se ne stava incantata a fissare le bolle formarsi e poi scoppiare lievemente, era completamente immersa nei suoi pensieri, forse per quello non lo sentì arrivare. O forse non l'avrebbe sentito comunque.
"Elleboro, giunchiglie strombazzanti..."
"AH!" Morgana trasalì per lo spavento, se fosse stata un gatto si sarebbe sicuramente attaccata alle tende del laboratorio soffiando con la coda arruffata.
I pipistrelli sono silenziosi.
"Professore, per Salazar! Non l'ho sentita arrivare!"
"Si da il caso, che io abbia tutto il diritto di essere qui, nella mia aula... non lei, signorina!", disse Snape con tono mellifluo, senza staccare gli occhi dal calderone.
"Mi dispiace. Non volevo dire... Beh comunque non ho attinto dalle sue scorte, Professore. Ho solo preferito usare quest'aula per stare tranquilla e perché qui c'è tutto l'occorrente già pronto..."
"Pozione Calmante. Perché." Sottolineò l'ultima parola, pronunciandola lentamente e assolutamente senza inflessione interrogativa. Non era una domanda. Era dimmiperchésubitoenoninventarestorie.
"I Dissennatori. Mi provocano malessere... Non dormo, non mangio da giorni ormai. Ho mal di testa e il respiro corto."
"Capisco..." disse senza intonazione.
Poi mentre apriva l'armadio delle scorte aggiunse "Una bella seccatura, vero?" Ma nemmeno questa sembrava una domanda.
Tornò al tavolo con una boccetta "Aggiunga questo. Solo poche gocce."
"Infuso di Tiglio," Morgana lesse l'etichetta ad alta voce. Poi aggiunse, "Ma certo... effetti calmanti e vasodilatatori..."
"Ottimo, assegnerei un paio di punti a Serpeverde, ma considerando che sta usando l'aula senza aver avuto prima il mio permesso... non lo farò." Chiosò Snape fissando la ragazza con aria sorniona.
Morgana non rispose, aggiunse tre gocce di tiglio alla pozione, e quando fu sicura che Snape non la stesse guardando, intento a riporre nell'armadio la scatola di Piume di Jobberknoll per cui si era recato nell'aula, ne aggiunse altre sette.
"Stanotte voglio dormire." Pensò.
Poi la voce secca di Snape la riscosse "Non ho ricevuto altri gufi da lei, immagino non ci siano state altre questioni... di vita o di morte, immagino." Improvvisamente il mal di testa di Morgana si acuì e dovette sedersi per evitare di barcollare.
Snape se ne accorse, ma non accennò a mollare la presa. Ci stava riprovando, stava usando la Legillimanzia su Morgana e questa volta lei sembrava ben conscia della cosa, tanto che strinse gli occhi e si portò le mani alle tempie.
"Io, no... non..." Avrebbe voluto articolare la risposta che previdentemente si era preparata in caso quella domanda le fosse stata posta, ma non ci riusciva.
Era stanca e indebolita, sentiva le forze venir meno e successe tutto in una frazione di secondo.
Saremo i tuoi bambini speciali... Sarà il nostro segreto, d'accordo? Mio padre si è denunciato, Tea... Non piangere, andrà tutto bene Dray... Sarà il nostro segreto... Il nostro segreto.
Snape era entrato, ce l'aveva fatta. Aveva trovato le difese abbassate e le aveva abbattute. Durò solo un istante. Un breve palpito prima che Morgana crollasse dalla sedia e prima che lui potesse davvero capire la portata di quel segreto.
Mentre sollevava la giovane da terra, che aveva riaperto gli occhi e sembrava guardarlo senza vederlo davvero, si chiese cosa tenesse nascosto Lord Malfoy di così pericoloso da sgomentare tanto quei due ragazzi.
Mentre osservava quel viso esangue, con quelle occhiaie marcate e l'aria sconvolta, ripensava a quanto aveva appena visto: Lucius Malfoy che chiedeva ai suoi figli di tenere un segreto, Draco in lacrime temeva che il padre si fosse denunciato, ma per cosa?
E poi quella frase di una Morgana sorridente e leggermente più giovane, sarà stata una scena di almeno un anno prima, "Saremo i tuoi bambini speciali..." ma che diavolo stava succedendo al Manor?!
Morgana bevve in un sorso il bicchiere d'acqua che Snape le aveva materializzato sul tavolo. Silenziosamente versò la pozione, ormai pronta, in tre boccette, e sempre senza proferire parola ripulì l'attrezzatura con un colpo di bacchetta, dopodiché fece per uscire.
Snape la fermò, chiuse la porta dell'aula con la bacchetta e fece per parlare.
"Signorina..."
Ma sentirsi imprigionata fu davvero troppo. "No! Lei non ne ha il diritto!" Si era voltata e lo guardava con gli occhi enormi e furiosi, disperati e iniettati di sangue, a causa dell'agitazione, del malessere e dello choc che le aveva procurato quell'intrusione nella sua mente.
Aveva paura. Cercava da diversi minuti di rimettere insieme i pezzi dei ricordi che Snape si era preso con la forza.
"Non può farlo, non è giusto!"
E Severus lo sapeva. Non era affatto corretto da parte sua e non era giustificato in alcun modo.
Quindi dischiuse leggermente la porta, e le permise di uscire. Senza aggiungere altro.
***
Draco cenò velocemente, chiedendosi che fine avesse fatto sua sorella e cercando di relegare in fondo allo stomaco quel brutto presentimento che condiva la sua cena di un sapore amaro e sgradevole.
"Pansy... Hai visto in giro Morgana?" Non che le due fossero propriamente amiche, Pansy era gelosa della posizione di privilegiata che aveva la rossa con Draco e all'interno del castello: in fin dei conti, se lui era il Principe dei Serpeverde, la Principessa non poteva che essere lei.
Ad ogni modo dividevano il dormitorio, quindi era più che ovvio chiederle quel genere di informazione.
"E' in camera. Si sentiva poco bene, ha detto che dopo cena sarebbe scesa in Sala Comune." Storse il naso e continuò a mangiare come se non le importasse assolutamente nulla di Draco, di Morgana e di tutto il resto del creato.
Nel frattempo Morgana, coi nervi a fior di pelle, aveva atteso che tutte le compagne fossero fuori dai piedi, poi buttò giù in un sorso una delle tre fiale di pozione e si stese sul letto in attesa che facesse effetto.
"Allora ricapitoliamo..." chiuse gli occhi cercando una concentrazione perduta da giorni, e le immagini irruppero nella sua mente senza sosta: lei nell'aula, il malessere, Snape che le suggeriva di aggiungere il Tiglio, lei che abbondava col Tiglio, poi una fitta inaspettata e gli occhi di Snape che frugavano. Si ma cosa?
"Concentrati Morgana..." gli occhi iniziavano a farsi soffici.
Mio padre si è denunciato, Tea... Ma la lettera non l'aveva vista Snape, giusto? Non piangere, andrà tutto bene Dray... No, non l'aveva vista. Però aveva sentito Lucius dire Sarà il nostro segreto... Il nostro segreto.
Il ritmo inizialmente incalzante, si stava man mano acquietando. Saremo i tuoi bambini speciali... era una frase innocente, nient'altro. Il respiro tornò regolare. Snape non aveva capito proprio niente.
Morgana ghignò senza nemmeno rendersene conto. La pozione Calmante era una bomba, la ragazza sorrise e si assegnò mentalmente dieci punti per aver preparato una tale delizia.
L'ora di cena era passata, si alzò di scatto per raggiungere Draco, ma barcollò e andò a sbattere contro l'armadio.
"Avrò esagerato col tiglio?" Iniziò a ridere da sola, adesso la testa girava, ma decisamente non a causa dei Dissennatori.
Mentre scendeva le scale del dormitorio, tenendosi salda al corrimano, rideva fra sé e sé, quella pozione era uno spasso.
In ogni caso non avevano nulla di cui preoccuparsi: Snape era sempre Snape, ed era ovvio che prima o poi avrebbe trovato il modo di penetrarle la mente, ma non aveva fatto in tempo a scoprire niente di compromettente e questo la faceva sentire leggera ed euforica.
O forse era la pozione, in quel caso altri dieci punti a Serpeverde!
Così, ridendo da sola, fece il suo ingresso nella Sala Grande e trovò Draco seduto con aria preoccupata, con Pansy Parkinson appiccicata che cercava di attirare la sua attenzione.
"Tea, finalmente..." Draco sembrava sollevato.
Pansy fece una smorfia ma non accennò a spostarsi. Quindi Morgana le si piantò davanti.
"Parkinson, saresti così gentile da togliere le mani dal mio promesso sposo?"
Lo disse di getto, con aria divertita - un momento, aria divertita?! - tutta la Sala si zittì.
Era la prima volta che qualcuno diceva ad alta voce e in pubblico quello che fondamentalmente tutti sapevano ma nessuno si azzardava a dichiarare.
Ma Pansy, punta sull'orgoglio replicò "Ieri fratelli, oggi promessi sposi e domani...? Che altro?!"
"Niente che ti riguardi, mi pare."
Il punto non era tanto quello che stava dicendo, tanto che un giorno si sarebbero sposati era un segreto di pulcinella. Era il come.
Stava sorridendo in pubblico - che già di per sé era una stranezza - un sorriso ambiguo, gli occhi velati e assenti, un'aura strana la circondava.
Draco scattò in piedi, per evitare problemi. Quindi la prese delicatamente per mano e la condusse verso l'uscita.
Mentre si allontanava, tenne fisso per un po' il suo sguardo in quello della compagna, come a schernirla, a farle capire chi aveva il controllo della situazione.
Appena fuori Draco non poté trattenersi "Che ti prende?! Pansy è sempre Pansy, non c'era bisogno di attaccare briga!"
Morgana rise di gusto e si avviò, senza dire al fratello-fratellastro-fidanzato dove fossero diretti. L'andatura era barcollante e a Draco questo non sfuggì.
"Insomma?!"
"Insomma cosa? Non sei abituato a me che attacco briga, eh? Di solito è il contrario..." Rise ancora, di gusto, con una smorfia di scherno verso il ragazzo, sempre più confuso.
"Ti senti bene? E poi... dove stiamo andando?"
***
"Il bagno dei prefetti?! Non possiamo stare qui... Qualcuno ci vedrà e finiremo nei guai un'altra volta!"
"Rilassati. E' l'unico posto dove posso... darti una mano..." Un altro sorriso sghembo.
"Ma i prefetti..." Non fece in tempo a finire la frase.
"Nessun prefetto si avvicinerà. Ho fatto in modo che non fossero... come posso dire... interessati a questa zona, stasera."
"Mi stai dicendo che li hai corrotti?"
"Lo zio Lucius non ti ha detto che corrompere è una brutta parola, Dray?! Percy Weasley aveva bisogno di una certa... sostanza. Io gliel'ho recuperata. Così lui per sdebitarsi ha accettato di tenere a distanza chiunque da questo bagno. Per tutta la notte."
Draco era senza parole. Una Lucius in versione femminile si stava spogliando sotto i suoi occhi e lui era davvero senza uno straccio di parola da proferire.
Una Lucius piuttosto barcollante a dire il vero. E stranamente sorridente.
"Hai preso qualcosa? Guardami..." Prese Morgana per un polso e la obbligò a fissarlo. Quegli occhi luminosi che conosceva bene ora erano vacui e lucidi, ma non sembrava star male, tutto sommato.
"Lo sai, non stavo bene, ero al limite... Ho preparato una Pozione Calmante. Adesso sto meglio. Rilassati... Spogliati... E' tutto ok."
E così fece. Si spogliò con calma, Morgana lo aiutò a togliere la camicia, con la fasciatura gli risultava difficile, intanto i rubinetti riempivano la grande vasca di bolle colorate e profumate.
Poi, mentre la ragazza si legava i capelli in uno chignon morbido, Draco entrò nell'acqua e dopo un attimo venne raggiunto dalla sorella.
Lei gli si accostò, e iniziò ad accarezzarlo massaggiandogli il bagnoschiuma sulle spalle, sul petto glabro e pallido, per poi avvolgerlo con le braccia e cominciare a insaponargli la schiena.
"Tea, quello che hai detto prima..." La voce di Draco sembrava tremolante, o forse era solo l'eco del bagno a renderla tale.
"Cosa?" Morgana continuava a insaponarlo, stando attenta alle bende.
"Che un giorno saremo sposati..." Così si bloccò e si intrufolò nei suoi occhi. Quegli occhi liquidi e trasparenti.
"Ti dispiace?" Fu appena un soffio.
Draco la cinse con un braccio, tirandola ancor più vicino, se possibile. Lei percepì chiaramente l'erezione del fratello fra le gambe e sussultò.
"Non riesco a immaginare niente di diverso." E la baciò.
Per la prima volta cercando un contatto che fosse più profondo e avvolgente. Lei dischiuse la bocca per farlo entrare e iniziarono a scambiarsi il primo vero bacio fatto di lingue calde e respiri umidi.
Poi Draco si staccò, cercando una qualche conferma negli occhi di Morgana. La ragazza aveva gli occhi socchiusi, le guance infuocate e la bocca ancora bagnata e fremente.
Si appoggiò fra il collo e la clavicola diafana del fratello e fece scendere una mano in quell'universo di bolle profumate, fino a raggiungere il membro duro e caldo del ragazzo che si lasciò andare ad un gemito leggero, inclinando la testa all'indietro.
Prese a muovere la mano, così come aveva visto fare quella volta... a Lucius...
"Io... fermami se ti faccio male, in qualche modo" sussurrò insicura.
Draco per tutta risposta la stinse a sé e continuò ad ansimare, a gemere, e più lei insisteva con quel movimento metodico, più lui contraeva i lombi e inarcava la schiena.
Fino a che con un ultimo gemito strozzato ripiegò la testa in avanti, appoggiandola alla spalla di lei, e con un gesto la fermò.
Quando Morgana tirò la mano fuori dall'acqua, notarono che, mischiato all'acqua, c'era uno strano liquido bianco vischioso, appena percettibile.
Entrambi capirono. Draco fece per scusarsi, imbarazzato, ma lei gli mise una mano sulla bocca per fargli capire che non era necessario.
Rimasero qualche minuto abbracciati nell'acqua, poi Morgana uscì, si sciacquò e si distese su un divanetto, lì accanto, con gli occhi semichiusi per la stanchezza, la pozione, il calo dell'eccitazione.
Draco, la raggiunse e rimase a fissarla un attimo, insicuro su cosa dire.
Poi si ricordò che quella era sempre la sua Tea, e sussurrò semplicemente
"Possiamo rifarlo, ogni tanto?"
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...