Senza via d'uscita

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Ancora un attimo donatemi il vostro ardore sacromicroscopici fuochi assorbiti dallo schiarire del restospegnetevi solo al mio dormireperché io vivo della vostra fiammache nei sogni porto in una notte eterna.//Isabella Santacroce

"Non puoi farlo!"
"No, Tea non hai capito. Io devo farlo!"

Draco e Morgana avevano silenziato la stanza, al Malfoy Manor ormai vivevano solo loro - oltre agli elfi, ovviamente - ma spesso Bellatrix arrivava via Metropolvere senza avvisare, come se avesse tutto il diritto di farlo.
In effetti però, come parente più prossima di Draco in vita e non risiedente ad Azkaban, quel diritto ce l'aveva davvero, a rifletterci bene.

Per quello che riguardava Snape invece, lui era solito fare visita ai ragazzi dopo essersi annunciato via gufo un paio d'ore prima, non tanto per educazione, ma probabilmente perché voleva evitare di trovarsi in mezzo a situazioni imbarazzanti.

"Una via d'uscita c'è di sicuro. Avremo pure un'altra scelta, no? Vuoi sembrare sicuro di te, ma non funziona questa scenetta con me, e dovresti saperlo."
"Nessuna scenetta. Il Signore Oscuro mi ha affidato un compito, e come avrai notato anche tu, non è stato esattamente un tranquillo incontro fra diplomatici. Lui ordina e gli altri eseguono, Tea. Discutere o disobbedire vuol dire morire!"
"Allora ti svelerò un segreto, Dray: il Signore Oscuro ti ha dato un compito che non puoi portare a termine per vendicarsi del fallimento di nostro padre!"

Draco si bloccò, come se avesse ricevuto un'offesa imperdonabile.
Morgana aveva pronunciato quella frase scandendo bene le parole e guardandolo negli occhi.
Quelle parole non erano frutto di una rabbia improvvisa. Dal momento in cui Voldemort aveva assegnato a Draco il compito di uccidere Silente, lei non aveva pensato ad altro.

E' una vendetta.

Il ragazzo si voltò, non riuscendo a sostenere lo sguardo della sorella, e si appoggiò al baldacchino del letto, come a volersi sorreggere.
"Dray, scusami... io..."
"Lo so." La interruppe, sommessamente.
"Come?"
"Lo so, Tea. Non sono stupido."

Poi si accasciò sul letto, con la testa fra le mani, fissando il pavimento, e parlando meccanicamente, come se sul tappeto ci fossero scritte delle frasi, da leggere e imparare a memoria.
"So che mi ha dato un compito che sarebbe praticamente impossibile per chiunque. Se nemmeno Lui ci è riuscito, non vedo come potrei farlo io."
Intanto Morgana gli si era avvicinata, e mentre lui continuava a parlare si inginocchiò ai suoi piedi e gli prese le mani fra le sue.

"Però non c'è alternativa. Perché se fallisco, o se non tento nemmeno, lui mi ucciderà. Ma prima ucciderà te, per farmi impazzire dal dolore. Poi tirerà fuori da Azkaban nostro padre, apposta per uccidere anche lui, e alla fine, se ancora non sarà soddisfatto, ucciderà zia Bella, anche solo per il fatto che è l'unica della famiglia rimasta."

Morgana si alzò, prese il viso di Draco con una mano, sollevandolo per farsi guardare, e in un attimo si abbassò le spalline del vestito leggero che portava, restando solo con le mutandine.
Draco la prese per la vita, abbracciandola, e appoggiando il viso sul suo ventre, come a volercisi nascondere dentro, per dimenticare tutto l'orrore che li circondava.
Poi si alzò, sollevandola con sé e adagiandola sul letto, iniziando a baciarla come se la fine del mondo fosse fuori dalla porta ad attenderli.
Fecero l'amore a lungo. Per tutta la notte fu saliva, sangue e lacrime.
Parlarono e sognarono come non facevano da molto tempo.
Come se il tempo fosse proprio la chiave di tutto e loro non ne avessero abbastanza.

***

Il mattino giunse in fretta e li trovò accoccolati e appena addormentati, quando un colpo secco li svegliò di soprassalto.

"Zia Bella..." Draco era frastornato e le parole gli morivano sulle labbra ancora troppo addormentate.
Bellatrix, che aveva scardinato la porta con un incantesimo proruppe in una fragorosa e sonora risata, compiacendosi di averli sorpresi nudi, a letto insieme.

"Ahahahah, lo sapevo! Ah, Draco, hai preso tutto da tuo padre."
Entrambi i ragazzi provarono una morsa allo stomaco a sentire quelle parole, ma non fecero in tempo a replicare, che Bellatrix con fare insinuante stava gattonando sul letto, avvicinandosi come un serpente con la preda.
"Così giovani, e già così immorali...." Sdraiandosi fra i due ragazzi e girandosi sulla schiena prese a ridere convulsamente, e poi proseguì, "siete proprio stati cresciuti da Lucius Malfoy!"
Altra risata che avrebbe fatto gelare il sangue anche al Barone Sanguinario.

"Ma io lo sapevo già..."

Così dicendo tirò fuori dalla tasca una foto.
A entrambi mancò il respiro per un attimo. Era la foto scattata da Colin Canon.
Salazar benedetto, ma quanti anni erano passati da quando stavano sdraiati su quel prato, mentre Draco tentava impacciato di slacciare il reggiseno a una Morgana ancora vergine, che sorrideva e lo guardava serena?!
Forse mille.

Tutto a un tratto però, Bellatrix smise di ridere. Di colpo così come aveva iniziato. Si mise a sedere e li guardò fisso negli occhi.
"Ma adesso basta, ok?" Aveva quella voce infantile, un po' ridicola. "Adesso la smetterete di rotolarvi come deliziosi animaletti in calore."
"Cosa?! Zia, smettila, ridammi quella foto!"
Draco tentò una breve ribellione, che durò giusto un attimo prima che Bellatrix estraesse la bacchetta. Non ebbe nemmeno bisogno di puntarla.
"Adesso tu, Draco, sangue del mio sangue, ti impegnerai nella missione che ti è stata assegnata, e tu..." girò lo sguardo verso Morgana, "farai meglio a non distrarlo, o sarò costretta a porre rimedio alla cosa a modo mio."

Poi ricominciò a ridere, prese il mento di Draco con una mano e gli diede un tenero bacio.
"Ahhhh, se non assomigliassi così tanto a quell'incapace di Lucius... se avessi preso qualcosa di più dalla mia povera sorella... Vi aspetto di sotto per le lezioni. Possibilmente vestiti, altrimenti mi distraggo."
Poi scese dal letto e saltellando, uscì dalla stanza.

La foto giaceva sul letto. Un po' stropicciata, ma integra.
Morgana se la portò al petto, che sembrava dovesse scoppiare da un momento all'altro, e si accartocciò su sé stessa, mentre Draco ancora cercava di riprendersi da quell'insulto, nemmeno tanto velato.

Bellatrix amava suo nipote, per quanto sapesse amare quella donna, e per quanto lo dimostrasse in modo misterioso.
Però amava ancor di più la sua cara sorella Narcissa e non riusciva a trovare pace per la sua morte.
Non gli era chiaro come fosse successo, e in qualche modo credeva che Lucius c'entrasse qualcosa. Forse non aveva fatto abbastanza per salvarla quando si era sentita male. Chissà.

Invece non amava molto Morgana.
In quelle poche lettere sconclusionate che aveva scritto a Narcissa durante la sua detenzione ad Azkaban, aveva sostenuto che non le sembrava una buona idea adottare una ragazzina che non era della famiglia.
Che avrebbe potuto portare guai. Anche se era una purosangue e un giorno avrebbe sposato Draco, che bisogno c'era di accollarsela fin da piccola? Non le era mai andata giù.

Draco si riscosse e abbracciò teneramente la sorella, da dietro.
"Ti prometto che farò tutto quello che è in mio potere per salvarti. Per salvare tutti noi."

Ma Morgana se da un lato fu rincuorata da quelle parole, dall'altro si preoccupò ancora di più.
Perché per quanto Bellatrix avesse potuto allenare Draco, insegnargli a padroneggiare ogni genere di maleficio oscuro, Silente era troppo potente.
Senza contare il fatto che per quanto babbanofilo e palesemente schierato coi Grifondoro, aveva sempre mantenuto un clima positivo e sereno per tutti gli studenti di Hogwarts.
Se Silente fosse morto, cosa ne sarebbe stato di Hogwarts di tutto il Mondo Magico?
Avrebbero cacciato tutti i mezzosangue e i sanguemarcio, ma a che prezzo?

Mentre rifletteva tra sé e sé, si vestì, e scese insieme a Draco nel salone principale per gli allenamenti con Bellatrix.
Temeva quella donna, ma c'era da dire che era davvero abile, e arrivati a quel punto, tanto valeva imparare il più possibile da lei.

***

Dopo un paio d'ore, Snape si palesò al Manor, con grande sollievo di Morgana, che lo accoglieva sempre con gioia.
Cosa che invece, Draco non faceva mai.

"Ah, Severus. Stavo giusto terminando la mia lezione sulla Maledizione Imperius. Vogliamo fare una prova pratica?"
A questa frase, pronunciata volutamente con fare lascivo, seguì un occhiolino.
"No Bella, ho bisogno dei ragazzi. Sono arrivati i risultati dei loro G.U.F.O.."
Offesa, la donna girò i tacchi e se ne andò, probabilmente a torturare qualche elfo domestico. Invece il Potion Master e i ragazzi si accomodarono in un salottino del Manor a leggere i risultati dei loro esami.

"Ottimo. Davvero ragazzi. Con questi risultati potete aspirare quasi a ogni lavoro desideriate."
Morgana squittì felice e soddisfatta, iniziò a parlare di come volesse diventare una brava pozionista, e via dicendo, ma Draco non ascoltava e a malapena aveva gettato uno sguardo ai suoi voti.

"Cosa succede, Draco?" Questa era una delle solite domande di Severus Snape, che in realtà non erano domande ma un ordine perentorio di risposta.
"Niente." Rispose scocciato, senza nemmeno guardarlo.
"Draco. Te lo ripeto: cosa c'è?!"
A quel punto colorito pallido lasciò spazio ad un rossore diffuso, e con una foga che nemmeno sapeva di avere, disse cose che nemmeno sapeva di pensare.

"Lei vuole prendere il posto di nostro padre. Ma non accadrà. Lui uscirà da Azkaban, succederà presto, e allora tutto tornerà come prima."

"Ma certo Draco, e ti garantisco che non ho alcuna ambizione genitoriale, se la cosa ti può far stare meglio. Sto solo esaudendo un desiderio che mi è stato chiesto da Lucius in persona."
Ma il torno assolutamente neutro con cui Snape pronunciò questa frase, fece infuriare Draco ancora di più, se possibile.

"Lei... cosa?! Non mi interessa se nostro padre le ha chiesto di vegliare su di noi. Siamo abbastanza grandi da pensare a noi stessi. Crede che non lo sappia perché sta qui veramente?! Lei vuole prendere il mio posto nella missione! Ma non glielo permetterò, lui ha scelto me, e me soltanto. Andiamo Tea."
"Dray, ti prego, aspetta..."
"Molto bene. Allora fai come vuoi."
E sbattendo la porta, Draco uscì dalla stanza.

"Mi dispiace, professore. Da quando nostro padre è in prigione, Draco non è più lo stesso."
"Non devi scusarti per lui, Morgana."
"E' che noi abbiamo sempre fatto affidamento sui nostri genitori, e poi... insomma in un anno è cambiato tutto."
"Mi rendo conto." Snape cercava di star vicino a quei due ragazzi, così come aveva chiesto espressamente Lord Malfoy.
Ma allo stesso tempo tentava di evitare ogni situazione ambigua in cui quei due avrebbero potuto metterlo.
Anche se Draco non sembrava interessato al momento. In effetti la cattura di Lucius aveva stravolto quel ragazzo, e lo aveva catapultato in un universo di profonda solitudine e paura.

Snape fece per alzarsi, ma Morgana si spostò velocemente dalla poltrona su cui era seduta al divanetto vicno, per posizionarsi accanto all'uomo.

"Morgana..." Il Professore entrò subito in allarme, non appena la ragazza invase il suo spazio vitale.
"La prego, aspetti. Non se ne vada."
"C'è qualcos'altro che devi dirmi?"
"Si. Ecco io..."

Ora o mai più, pensò.
Un pizzico di coraggio Grifondoro si fece strada nelle sue vene verdeargento e prese le mani dell'uomo, che teneva strette in grembo.
"Morgana, non accetto questo tipo di confidenze, ormai dovresti saperlo!" E fece per ritrarsi, ma la ragazza lo tenne stretto, continuando a guardarlo negli occhi.
Il problema del Potion Master non era che non accettava confidenze, o meglio, non era solo quello. Snape faceva sinceramente fatica a trattenersi davanti a quelle due piccole serpi incantatrici, e aveva avuto più volte il modo di scoprirlo...

"Noi abbiamo un rapporto molto stretto con nostro padre, Professore. Per noi... non è solo un padre."
"Cosa intendi dire?"
Snape assottigliò gli occhi e la scrutò con interesse, capendo che forse avrebbe dissipato una volta per tutte i dubbi che lo attanagliavano da anni.
"Intendo dire... che per noi è tutto... è..."

Ma in quel momento dal salone arrivarono delle grida e una risata sguaiata che gelò il sangue nelle vene a chiunque ebbe la malasorte di trovarsi nei paraggi.


Le notti di SaturnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora