In attesa di giochi senza memoria dove vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa di alta magia non ferirsi mai. //Isabella Santacroce
Nel mio studio, la libreria sulla destra della scrivania, il cassetto sotto le ultime due ante ha un doppio fondo. Si aprirà solo al tuo tocco o a quello dei ragazzi, come la botola. Lì troverai tutto quello che ti serve.
Doveva fare in fretta, Severus.
Raggiungili appena puoi e portali lontano da qui.
Si ma lontano dove?
Dopo aver finito Lucius, il Signore Oscuro si era ritirato, ordinando di farlo sparire dalla sua vista. Ovviamente Severus si era preso carico della cosa, desiderando proteggere le spoglie del suo caro amico.
Non avrebbe potuto avere la sepoltura che meritava, non immediatamente, comunque.
Quindi trasfigurò un tappeto in una bara di fortuna e vi adagiò il corpo freddo di Lucius.
Così freddo. Da entrarti nelle ossa quel gelo.
Poi fece levitare la cassa fino al retro del Manor, in fondo al parco, sotto un grande salice.
In un attimo una buca apparve, la bara vi fu adagiata dentro e il tutto fu ricoperto di terra.
Distolse per un attimo lo sguardo, alzando il suo profilo aquilino, che così tante volte era stato oggetto di scherno.
La luna era un cerchio perfetto, talmente luminosa da sembrare un sole invernale. Sicuramente Remus Lupin stava avendo dei problemi in quel momento.
Che pensiero sciocco.
Concentrati, Severus. Non è che l'inizio.
I Mangiamorte avrebbero potuto dissacrare quella tomba, quindi non solo non avrebbe potuto mettere una lapide, ma era meglio camuffare quel sepolcro il più possibile.
Con un tocco fece ricrescere l'erba, e le zolle di terra mossa furono mascherate.
Non occorreva altro.
Nessun sasso a ricordargli dov'era sepolto uno dei pochi amici che aveva avuto nella vita.
Nessuna croce.
Quell'immagine e quel luogo non se li sarebbe dimenticati finché avesse vissuto.
Tornò a passi decisi nel Manor, quasi tutti erano scomparsi, ognuno nelle stanze che si erano arrogati il diritto di occupare.
Non aveva molto margine di movimento, lo sapeva.
Lo studio di Lucius si aprì al suo tocco. All'interno tutto era buio e immobile, come se quel luogo sarebbe rimasto sempre ad aspettare il suo legittimo proprietario.
"Lumos."
La libreria sulla destra della scrivania.
"Bene, dovrebbe essere questa... Il cassetto appena sotto le ante..."
Click.
Eccolo il doppio fondo. Scattato immediatamente come aveva detto Lucius.
Dentro c'erano dei documenti, almeno a prima vista era quello che sembravano. Delle lettere, un quaderno, e due scatoline.
Aprì rapidamente entrambe e si meravigliò nel trovare due orologi molto simili. Uno più femminile, uno più grosso, ma molto simili.
Ma certo, i ragazzi avevano compiuto la maggiore età.
E Lucius si era dimenticato di darglieli? Forse nemmeno si erano accorti dei giorni che passavano.
Un rumore sordo riscosse Snape, che prese tutto quello che c'era in quel cassetto, lo rimpicciolì, lo infilò in un sacchetto e se lo mise in tasca, col pensiero di analizzare tutto in un secondo momento.
Chiuse il cassetto, uscì dallo studio e proprio in corridoio incontrò l'ultima persona - dopo il Signore Oscuro - che desiderava incontrare.
"Bella..."
"Snape. Dove stai andando?"
"Non che la cosa ti riguardi, ma ho delle faccende da sbrigare. Perché?"
"Come sarebbe a dire?! Draco e Morgana sono scomparsi! Il Signore Oscuro è infuriato, e tu hai delle faccende da sbrigare?!"
"Bella, come al solito non ragioni! Non guardarmi così. La casa è stata setacciata da cima a fondo. I ragazzi non sono qui, mi sembra ovvio. Senza contare che non abbiamo nemmeno idea del perché siano spariti. Cosa dovrei fare, secondo te? Salteranno fuori."
"Sono spariti perché sono dei traditori buoni a nulla come il loro padre!" Tuonò la donna, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
"Se è così compiranno un passo falso, e allora li prenderemo. Concentrati sui tuoi compiti, Bella. Cosa ti ha chiesto di fare l'Oscuro Signore?"
"Devo istruire i Ghermidori. Domani."
"E allora vai a riposare. È stata una lunga giornata per tutti."
Detto questo, Severus si allontanò giù per le scale e, controllando di non essere osservato si disilluse.
Ripercorse a ritroso i suoi passi, doveva accertarsi che la donna si ritirasse nelle sue stanze prima di recuperare i ragazzi.
E quando vide che la via era libera, sempre mantenendosi disilluso corse fino ai sotterranei, entrò nel laboratorio di Morgana - che qualcuno aveva avuto l'idea di mettere a ferro e fuoco - e alzò il tappeto.
"Idioti. Credevano forse di trovarli dietro un barattolo di elleboro? Distruggere così un..."
Ma gli venne meno la voce, quando alzando la botola si ritrovò di fronte due cuccioli arrotolati come orsacchiotti in letargo.
Dormivano, poveri ragazzi. Stremati sicuramente, non avevano retto a tutte quelle emozioni.
E io adesso che ne faccio di voi?
Dove avrebbe potuto portarli? Spinner's End era esclusa: troppo pericolosa. Hogwarts? Nemmeno per idea. Al momento non esisteva posto peggiore. Senza contare che in quella condizione di latitanza non avrebbero nemmeno potuto frequentare il settimo anno.
Severus Snape ebbe un attimo di sconforto, nel rendersi conto che non sarebbe mai riuscito a proteggere quei due giovani, considerando l'impegno che aveva verso Potter e il doppio gioco col Signore Oscuro.
Aveva bisogno d'aiuto.
Quasi incapace di chiederlo, da tutta la vita, ma adesso non si trattava di sé stesso.
Così su due piedi decise. Gettò un incantesimo su Draco e Morgana per tenerli incoscienti. Li fece levitare e attaccandosi a loro, si smaterializzò.
***
Quando riapparve, si guardò attorno con circospezione, assicurandosi di non essere stato seguito.
Si fermò un attimo a osservare quell'assurda costruzione dinnanzi a sé, che sembrava stare insieme con lo scotch, e muovendo alcuni passi in avanti, sperò sinceramente che le cose non degenerassero più del previsto.
Quello che non aveva immaginato però, è che i proprietari di quella casa avessero messo degli incantesimi di allarme per evitare intrusioni, che scattò quasi istantaneamente.
In un attimo i Weasley, quasi al completo, erano in giardino, bacchette alla mano. Arthur, Molly, Ron, i gemelli, Ginny ed Hermione, che ovviamente si trovava alla Tana.
Arthur Weasley fu il primo a sputare veleno.
"Snape!!! Che diavolo ci fai qui?"
Severus alzò le mani in segno di resa. Con la bacchetta nella mano destra, evidentemente non intenzionato a usarla.
"Non attaccate!!! Ho bisogno di parlarvi!"
"Parlare con uno schifoso Mangiamorte? Lo stesso che ha ucciso Silente a sangue freddo?"
Ron aveva decisamente perso tutto il timore che sentiva nei confronti di quell'uomo quando era sui banchi di scuola. La rabbia era più forte.
Allora Snape fece levitare la sua bacchetta in avanti, fino a metà strada tra lui e i rossi che lo sbranavano con lo sguardo.
"Non sono qui per combattere."
"Quei ragazzi! Che è successo a quei ragazzi?!"
Molly Weasley fu la prima a scorgere nel buio quelle due figure senza conoscenza, che fluttuavano nell'aria.
"Sono addormentati. Molto profondamente. Sono qui per loro, non per me. Arthur, Molly, vi prego di ascoltare quello che ho da dire."
"Cero, così appena abbasseremo le bacchette i tuoi compari usciranno dal buio e ci attaccheranno di sorpresa, vero?"
"No, Arthur. Sono solo. Puoi controllare tu stesso, l'incantesimo te lo ricordi, immagino."
Passò un attimo in cui i due uomini si scrutarono torvi. Poi Arthur Weasley prese la sua decisione.
"Voialtri, in casa."
"Ma papà!"
"In casa ho detto." Perché lo stesse facendo, non lo sapeva nemmeno lui. Forse per il fatto che l'uomo si fosse auto-disarmato.
I ragazzi rientrarono in casa, ma nemmeno a dirlo, controllavano dalle finestre quello che stava accadendo.
In giardino, i tre adulti non si perdevano di vista nemmeno il tempo di un battito di ciglia.
"Parla, Snape."
"Lucius Malfoy è morto."
Entrambi i coniugi Weasley non riuscirono a mascherare le loro espressioni di sorpresa. E Snape continuò.
"Prima di morire mi ha affidato i suoi figli, che non sanno ancora nulla. Voleva che li allontanassi dall'Oscuro Signore e che li tenessi al sicuro. Ma io non posso proteggerli...."
"Fermati Snape. Mi stai dicendo che Lord Malfoy, che tanto attendeva il ritorno del suo Signore, non solo è stato ucciso da lui, ma non vuole che i suoi figli seguano la sua stessa strada?"
"Non vuole che facciano la sua stessa fine."
Un attimo di silenzio. Evidentemente Molly e Arthur stavano processando le informazioni ricevute.
"Snape, avanti. A chi vuoi darla a bere? Draco è un Mangiamorte. Chi mi assicura che non ci attaccherà da un momento all'altro? Che non fornirà informazioni a te e ai tuoi compagni?"
E Molly, continuò, "Non metteremo a rischio i nostri figli in questo modo. Così, alla cieca!"
"Prevedevo questa reazione. Ho quindi ho portato..." E con calma, senza movimenti bruschi, si portò le mani al collo, sganciò una catenina, e liberò il ciondolo di forma concava, che sospinto in aria si ingrandì, rivelando ciò che era davvero: un pensatoio.
Ci vuotò dentro un filamento argentato, precedentemente prelevato dalla sua mente, poi spinse leggermente il pensatoio verso i Weasley.
"Avanti, un ricordo non ha mai ucciso nessuno." Disse con una certa dose di impazienza.
Arthur fece segno a Molly di guardare per prima, mentre lui teneva sotto tiro Snape.
Intanto dietro i vetri, i ragazzi non riuscivano a sentire i discorsi, ma si stupirono quando apparve il pensatoio. Doveva essere successo qualcosa di eccezionale, per far esporre così quel pipistrello gigante.
E così Molly Weasley entrò nei ricordi del pozionista.
***"Amico mio, ti prego non giudicarmi, se puoi. Ho fatto tanti errori nella mia vita e non esiste redenzione per me. Ma per i miei bambini si."
"Draco non avrebbe mai dovuto prendere il marchio, e Morgana di sicuro non dovrà farlo."
"Se qualcuno ti chiede di loro, dì che hai trovato solo me. (...) Falli espatriare se necessario, ma tienili al sicuro. So di chiederti tanto, ma è l'ultimo desiderio che ho.""Come puoi vivere con te stesso, Lucius?" E Lord Malfoy lo fissò in quegli occhi rossi e terribili, con il sorriso più triste del mondo, e disse solo "Non lo so."
Nel momento in cui il Signore Oscuro alzò la bacchetta per l'ultima volta, Lucius chiuse gli occhi.
"Avada Kedavra!"
"Sono spariti perché sono dei traditori buoni a nulla come il loro padre!" Tuonò la donna, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
Si ritrovò di fronte due cuccioli arrotolati come orsacchiotti in letargo.E io adesso che ne faccio di voi?
***
Quando Molly riemerse dal pensatoio aveva gli occhi lucidi e uno sguardo addolorato.
Lo stesso sguardo che aveva Arthur pochi istanti dopo.
"Mi auguro che questo basti." Sussurrò laconico Snape.
Arthur e Molly si fecero un cenno con la testa. Bastò. Ormai, dopo tanti anni di matrimonio non avevano nemmeno più bisogno di aprire bocca per capirsi.
"Dovranno essere disarmati."
"Mi pare giusto."
"E tu non dovrai tornare. Intesi?"
Severus sospirò. Era prevedibile, ma doloroso. Non solo avrebbe sentito la mancanza di quei ragazzi, ma si sarebbe preoccupato per loro giorno e notte, fino alla fine della guerra.
"Intesi."
Fece levitare leggermente Draco e Morgana verso di loro, quando Molly lo bloccò.
"Un attimo. Non crederai che saremo noi, due perfetti estranei, a dare a questi due poveri ragazzi la notizia della morte del loro padre."
"Ma..."
"No, Severus. Sono solo due adolescenti tirati in mezzo dagli adulti a una guerra che non è nemmeno loro. Li terremo al sicuro finché tutto non sarà finito, ma non saremo noi a dir loro che sono rimasti soli al mondo. Andiamo. È la prima e ultima volta che metti piede in casa nostra."
"Un attimo. Vuota le tasche." Arthur capiva la situazione, ma davanti non aveva uno scolaretto, ma il miglior Mangiamorte di Voldemort.
Così Severus tirò fuori un mazzo di chiavi, qualche provetta e quel sacchetto che conteneva tutti i documenti di Lucius.
"Non ho altre bacchette, Weasley. Se è quello che stai cercando..." Fece, leggermente infastidito.
"Non si sa mai." E prese quei pochi oggetti con sé.
Molly si voltò, entrò in casa e con un'espressione che non concedeva repliche, disse ai ragazzi di ritirarsi nelle loro stanze, in quel preciso istante. Fecero delle domande, ovviamente. Ma non ebbero nessuna risposta.
Anche Arthur entrò a dare man forte alla moglie, e un attimo dopo il salotto era sgombro, Draco e Morgana adagiati sul divano e i tre adulti di fronte a loro.
"Reinnerva."
***
Un urlo disperato riecheggiò per le colline intorno alla Tana.
A chiunque in quella casa si era gelato il sangue nelle vene sentendo quel grido.
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...