Sono la regina del sottile sentire ansioso di angeli maldestri fragili gelsomini in fioreche passeggiano battendo ritmi che corrono dentro ferendo tremanti cuori in equilibriosulla linea della mia inquieta lingua. //Isabella Santacroce
Il quarto anno era iniziato nel peggiore dei modi, con una quasi-espulsione di Morgana a causa dello Schiantesimo lanciato su Malocchio Moody per fargli mollare la presa su quel furetto di suo fratello.
Draco era umiliato, arrabbiato e sconvolto.
Morgana aveva perso il lume della ragione, era furiosa e pronta a farsi espellere pur di difendere il suo Dray.
Per fortuna tutto fu ridimensionato prima dalla Professoressa McGranitt, che era a dir poco sbigottita che un insegnante avesse usato la Trasfigurazione per punire uno studente, e poi da Snape, che si offrì volontario per far scontare alla ragazza una settimana di castigo per aver aggredito un professore, nei sotterranei a preparare pozioni e scrostare calderoni.
Sul momento, quando Moody fece quell'insinuazione riguardo Lucius,
"Conosco storie su tuo padre che farebbero arricciare perfino i tuoi capelli lisci"
nessuno dei due ragazzi ci prestò attenzione, poi in privato, riacquistate la calma e la capacità d'analisi, si dissero che probabilmente quel dannato Moody doveva essere a conoscenza della passione di Lucius per le Arti Oscure - in effetti non era un mistero per nessuno - e che forse avevano avuto a che fare in passato e non conservavano un buon ricordo l'uno dell'altro.
Il nome di Potter che spuntava fuori dal calice, aveva peggiorato notevolmente l'umore di Draco, che aveva deciso di dedicarsi anima e corpo nella sua campagna anti-Potter e pro-Diggory, distribuendo spillette e decorando striscioni.
Morgana non ne aveva voluto sapere dell'iniziativa,
"Per quest'anno ho già dato. Stasera inizio la mia punizione e non ci tengo a collezionare guai nuovi prima ancora di aver scontato quelli vecchi".
E con questo aveva chiuso il discorso.
***
Quella stessa sera, Snape accolse Morgana seduto accanto al caminetto, con un tè alle erbe e dei muffin alla zucca.
Si, quell'anno era iniziato in modo davvero, davvero anomalo.
"Si accomodi, Signorina..."
"Gra-grazie... Signore."
"Allora, Signorina Melancholia, da dove vogliamo cominciare? Schiantare un insegnante non è una buona mossa, sa?"
Snape aveva spostato il suo sguardo dalle fiamme del caminetto agli occhi della ragazza, portando con sé il calore di quel fuoco, e facendo subito accalorare la giovane.
In che senso da dove cominciamo? Cominciamo per finire... dove?
"Vuole che inizi a pulire i calderoni?"
"No." Rispose il Potion Master assottigliando gli occhi e indicando i dolci sul tavolino, "potrebbe iniziare mangiando uno di questi. Non ha toccato cibo a cena. Né lei, né il Signorino Malfoy."
L'ha notato?! Perché l'ha notato?!
"Nessuno di noi due aveva fame, signore..."
"Non va assolutamente bene." Scandì le parole come se avesse voluto inciderle su pietra con il solo suono della voce. "Lord Malfoy non sarebbe felice di sapere che i suoi figli fanno la fame quando sono lontani dal Manor."
"Beh, nemmeno a casa siamo dei golosi.... Forse Draco un po' di più... In ogni caso non credo che zio Lucius si preoccuperebbe... non ha nemmeno risposto alla lettera in cui gli abbiamo raccontato di come Moody ha trattato ingiustamente Draco."
"Ecco svelato l'arcano. Avete paura che papà non vi ami più? Poveri piccoli..."
L'anno era iniziato in maniera strana, ma il sarcasmo era rimasto intatto. Buono a sapersi.
Morgana abbassò lo sguardo, un po' offesa, e quando lo rialzò il sopracciglio di Snape formava un arco perfetto e la sua mano aveva ripreso a indicare i dolci.
Quindi la ragazza si arrese: tutto sommato tè e muffin era una punizione più che ottima.
"Sono buoni..." disse arrossendo.
"Signorina Melancholia in Malfoy..."
Un altro giro di sarcasmo?
"Se vostro padre, il quale stava per far decapitare un ippogrifo reo solo di aver graffiato il principesco braccio del Signorino Draco, questa volta ha deciso di non intervenire, non vi viene il dubbio che abbia i suoi buoni motivi?"
"In tutta onestà... non ne vedo nemmeno uno, Signore."
"Il fatto che non li veda, non significa che non esistano. Un po' come le cose che lei tiene nascoste nella sua mente. Io non le vedo, ma so che ci sono. Eccome se ci sono."
Ci risiamo!
Però Morgana scelse la vita della sincerità, non era nemmeno Natale ed era già stufa di quell'anno scolastico. Così disse semplicemente,
"Signore, fra tutti gli insegnanti di Hogwarts lei è il mio preferito, e anche di Draco. Infatti è l'unica persona a cui ci siamo azzardati a chiedere aiuto in un momento di difficoltà. Ma se tengo la mia mente chiusa come la Gringott c'è una ragione più che valida."
"La stessa ragione che ha spinto il Signorino Malfoy a imparare a padroneggiare l'arte dell'Occlumanzia? Cos'è quella faccia, credeva che non me ne fossi accorto?"
Sorriso beffardo, quanto doni a questo viso olivastro.
Fu un lampo di pazzia, quella piccola percentuale Grifondoro a farle venire in mente quell'idea folle e a farla uscire dalla bocca.
"Se vuole vedere qualcosa, posso farla passare. Non è ciò che cerca, ma è anche questa una di quelle cose che non si può dire ad alta voce..."
Per fortuna ho detto di voler restare fuori dai guai. Ma va bene, pipistrello, guarda pure. Questo sei tu.
Gli occhi di Snape si fecero neri come caffè bollente, e si avvicinò a Morgana, che lo fissava con aria di sfida.
Un sussurro "Legilimens."
E quello che vide non riuscì mai a ripeterlo ad alta voce.
Severus Snape, rosso in volto, si alzò di colpo dalla poltrona, voltando le spalle alla ragazza e a quei pensieri osceni.
"Signorina dovrei assegnarle altri tre anni di punizione per la sua sfrontatezza. Non credo che il signorino Malfoy, così come suo padre sarebbero felici di sapere che lei coltiva pensieri tanto torbidi!"
Ma Morgana aveva fatto trenta e si alzò dalla poltrona per vedere se riusciva ad arrivare a trentuno. Raggiunse Snape, portandosi davanti a lui e ostentando un'espressione sicura.
"Non lo chiamerei pensiero, ma desiderio. Credo che Draco non avrebbe niente da obiettare, in realtà, e in ogni caso l'ho fatto solo per dimostrarle che giocare con la mente degli altri è pericoloso: ci si può trovare ogni genere di segreto, anche immagini che non si vorrebbero vedere."
Ma Snape non è che non volesse vedere sé stesso rotolare nel letto con i due studenti più attraenti della scuola, anzi... semplicemente non era abituato ad essere oggetto del desiderio di qualcuno, in particolar modo di una studentessa, tanto più se questa era la figliastra di un suo caro amico. Se poi la suddetta lolita, lo sognava in coppia con il suo seducente fratellastro/fidanzato allora era davvero più di quanto Snape potesse reggere.
"Non mi deve dimostrare nulla" Tuonò. "Adesso pulisca quei calderoni e poi torni nel suo dormitorio!"
Snape fece per sorpassare Morgana con l'intenzione di chiudersi nelle sue stanze private, ma così la costrinse ad arretrare di un passo, facendola inciampare su un grosso bottiglione verde scuro appoggiato a terra, in cui stava macerando chissà cosa.
La ragazza perse l'equilibrio e aggrappandosi alla veste del Potion Master finì per sbilanciare anche lui.
Snape attutì la caduta di Morgana, prendendola fra le braccia e andando a sbattere con la spalla sul pavimento.
A entrambi ci volle un momento per riprendersi dallo spavento e dall'imbarazzo.
Snape era sdraiato con addosso la giovane, che continuava a tenersi stretta a lui e che non dava segno di volersi alzare in alcun modo.
"Signorina..."
Come se si fosse risvegliata in quel momento Morgana cercò di riprendere il controllo della situazione che, a giudicare dal cavallo dei pantaloni dell'uomo, non era l'unica ad aver perso.
"Professore mi dispiace, sono inciampata in quel..." Disse alzando leggermente la testa, ma senza staccare il suo corpo da quello dell'uomo.
"In quella damigiana. Adesso, se non le dispiace, vorrei alzarmi." Disse Snape cercando di trattenere un leggero tremito nella voce.
"Ah si... mi scusi..." La ragazza si alzò, sistemandosi la gonna, e porgendo la mano al professore, per aiutarlo ad alzarsi, ma ovviamente lui non la prese e le rimandò uno sguardo omicida.
"Le fa male? La spalla..." chiese vedendo che l'uomo se la massaggiava, e che prontamente aveva coperto il suo principio di erezione portandosi il mantello in avanti.
"Vada via, i calderoni aspetteranno domani. Ho l'impressione che lei e il Signorino Malfoy prima o poi finirete per uccidermi!"
"Mi dispiace, io..."
"Se ne vada, prima che ci ripensi e tolga tutti i punti alla mia stessa casa."
Con questa frase sbatté la porta delle sue stanze private e il silenzio calò sulla giovane serpe, che in fondo sentiva di aver vinto una battaglia, ma che sapeva che la guerra, con quel pipistrello, sarebbe stata ancora lunga.
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...