Cosa di alta magia non ferirsi mai.//Isabella Santacroce
Severus Snape era un uomo notoriamente gelido e controllato. Non era incline mostrare gioia (come se ne avesse mai avuto motivo, poi), né tristezza, e non era solito perdere il controllo in situazioni di stress. Era un Occlumante e una spia, in fin dei conti.
Eppure, niente riusciva a calmargli il tremore che lo squassava ormai da quasi mezz'ora.
Sarebbe bastato tardare qualche secondo.
Era il suo unico pensiero. Continuava a ripeterselo e ripeterselo come un mantra. Se avesse dormito qualche minuto in più, se avesse perso più tempo sotto la doccia, se si fosse preso un istante di più per gustarsi il caffè, se...
"Loro non sarebbero più qui."
Qui. Nel mondo dei vivi. Di quelli che respirano, col sangue caldo e il cuore pulsante.
Ma sarebbero stati dall'altra parte del velo, il luogo dell'eterno che lascia solo quadri senz'anima e rimpianti strazianti.
"Non sarebbero più qui."
Dormivano pacificamente, incantati e salvi.
Salvi e incantati da Severus, che li aveva portati velocemente nelle sue stanze e non li avrebbe svegliati prima di aver ripreso il controllo su sé stesso. Fortunatamente il castello era deserto.
Non riusciva a togliersi da davanti agli occhi quell'immagine sfocata, controluce, di qualcosa che cadeva a picco dalla Torre di Astronomia, mentre camminava verso il Castello. Il vuoto nello stomaco un millesimo di secondo dopo, e la mano che corre alla bacchetta nascosta nella manica.
Aresto Momentum.
Con tutta la forza che aveva, l'energia, la potenza magica che grazie a Merlino non lo aveva mai abbandonato, e non aveva iniziato nemmeno questa volta. Perché erano lontani. E non era sicuro che avrebbe funzionato.
Aveva urlato? Per un attimo se lo chiese, Severus Snape, il professore più inflessibile di Hogwarts, il braccio destro del Signore Oscuro.
Forse sì. Non lo ricordava.
Sarebbe bastato tardare qualche secondo.
Ingollò ancora un sorso abbondante di firewhiskey. Per essere le sette del mattino stava sicuramente esagerando, ma dopo quello che aveva rischiato era fin troppo poco.
Aveva rischiato di perdere loro. Quei due bambini speciali.
"Severus, non pensarlo nemmeno per scherzo..."
Un mugugno lo distolse dalle sue elucubrazioni, Draco sembrava sul punto di svegliarsi, ma non poteva essere: appena dopo averli tratti in salvo e prima ancora che potessero accorgersene, aveva gettato un incantesimo del sonno su entrambi.
Si agitava, però. Strizzava gli occhi e schiacciava la testa sul cuscino come se stesse facendo un incubo. D'istinto il Potion Master gli si accostò e prese ad accarezzargli la testa, a passare le sue lunghe dita diafane fra quei capelli d'oro, e lui parve ritrovare subito la calma.
"Sciocco, sciocco ragazzo..."
Spostò lo sguardo su Morgana, che giaceva accanto al fratello, ma che a differenza di lui non muoveva un muscolo. Immobile, supina e pallida, con quel rosso fuoco a farle da cornice, ricordò all'uomo per un attimo la principessa di una favola babbana, come si chiamava...
"La Bella Addormentata nel bosco... Già."
Se l'era letta da solo, Severus, quella favola. Sua madre non conosceva favole babbane, e non era nelle condizioni di potersi permettere il lusso di compare un libro, e il padre figurarsi...
Così Severus ogni volta che poteva, sgattaiolava alla biblioteca del paese, dove poteva leggere gratis. Certo, era solo cultura babbana, ma era pur sempre un passatempo e qualunque cosa era meglio che stare a casa.
La Bella Addormentata sembrava destinata a restare in quel bosco per l'eternità, ma alla fine fu salvata dal bacio di un principe che passava di là. Stucchevole e irrealistico. In ogni caso, nemmeno Morgana poteva restare lì in eterno, e così Draco.
Era ora di riportare alla coscienza quei due incoscienti.
***
Quando Arthur Weasley si rese conto che Draco e Morgana erano spariti, era già sorto uno spicchio di sole e i cocci del bicchiere rotto erano ormai asciutti.
La prima ad precipitarsi incontro alle urla di Arthur fu ovviamente Molly, e poi tutti i ragazzi accorsero in cucina per capire cosa stesse succedendo.
Scendendo le scale, Ron stava già pontificando su qualcosa di malvagio che sicuramente avevano fatto i due fratelli, e invece dovette ricredersi.
"Draco e Morgana sono spariti. Presto mandate un Patronus a Snape!"
"Ma sarà una cosa sicura? Se si trova al cospetto di Tu-Sai-Chi..."
"E poi... c'è del sangue su quei vetri, cosa sarà successo...?"
"Chi se ne importa, sono scappati, affari loro!"
"Ronald!"
Alla fine i Weasley optarono per un messaggio via gufo, sperando che il pennuto fosse abbastanza furbo da tenersi alla larga da Villa Malfoy, e che aspettasse il momento propizio per consegnare la sua missiva.
Subito dopo iniziarono i preparativi per il viaggio verso Privet Drive e ritorno. Quella stessa sera, Harry doveva essere portato al sicuro.
***
Non riuscivano a parlare, né ad alzare lo sguardo. Se ne stavano su quel letto vicini come due cuccioli terrorizzati, e per un attimo a Severus venne in mente il giorno in cui li aveva trovati a letto con Lucius. Nudi.
Il giorno della morte di quell'uomo che nascondeva i segreti di un universo intero.
Credeva che si sarebbe arrabbiato, credeva di aver voglia di urlare tutto il suo sgomento per quel gesto sconsiderato, credeva... E invece no, perché adesso che rivedeva quei quattro occhietti lucidi e arrendevoli, Severus Snape capì che quello per i due ragazzi non era affatto un gesto sconsiderato, ma ben ponderato e totale.
Totale come solo la morte può essere.
E per la prima volta il Potion Master si scoprì innamorato della vita. Della vita di due giovani anime a brandelli.
"Non sono arrabbiato con voi. Potete smetterla di stare nell'angolino come se vi avessi messi in punizione."
Alzarono lo sguardo in contemporanea. Due coniglietti che sbirciano fuori dalla tanta per controllare che non ci siano rapaci nel cielo.
"Non sono arrabbiato, ma dobbiamo parlare." E vedendo che i ragazzi non abbandonavano quello sguardo smarrito aggiunse, "per favore, ditemi che capite quello che vi sto dicendo."
Fecero un cenno affermativo con la testa e Severus, rincuorato, tolse dalla tasca quel famigerato sacchetto di camoscio. Guardò dentro per un attimo, indeciso sul da farsi, e poi scelse di tastare il terreno.
"Sapete cosa contiene questo?"
"No, signore."
"Mi pareva che avessimo sdoganato il mio nome di battesimo già da parecchio tempo," aggiunse l'uomo con una smorfia sarcastica, per alleggerire la tensione.
Infatti i ragazzi accennarono un lieve sorriso e si parlarono l'uno sull'altro, dicendo che sì, Severus, è vero.
"Molto bene... quindi non avete idea del contenuto di questo sacchetto... o del primo cassetto del secretaire nello studio di vostro padre?"
A sentir nominare Lucius, entrambi i giovani si rabbuiarono nuovamente, come era facilmente prevedibile, ma Snape aveva bisogno di capire cosa sapessero i ragazzi.
"No... lo zio Lucius non ci lasciava entrare nel suo studio senza di lui..." Certo, una volta, tanti anni prima avevano trasgredito a quell'ordine, ma non era quello il momento per raccontarlo, giusto?
"D'accordo."
"Cosa c'è in quel sacchetto, Severus?" Draco sembrava tornato di colpo piccolo e fragile. E Morgana sembrava così stanca...
E così Severus scelse la menzogna.
Come una costante nella sua vita: mentire, coprire, insabbiare. Proteggere.
"Ci sono i documenti riguardanti l'adozione di Morgana, il testamento, ecco... noie burocratiche perlopiù. Ma..." e così dicendo tirò fuori i due orologi "...ci sono anche questi."
I ragazzi guardarono quegli orologi come il più prezioso dei tesori, loro che erano sempre stati circondati da lusso e sfarzo, sembrava non avessero visto niente di più bello.
Piansero ogni lacrima che avevano e Severus le asciugò tutte, nuovamente, così come quando aveva dato loro la notizia della morte del loro amato padre.
E se Severus sapeva - o almeno ipotizzava - che sarebbe ricapitato, come la volta precedente, che a un certo punto l'abbraccio consolatorio sarebbe diventato qualcosa di più, non sbagliò.
Si ritrovò catapultato in due occhi di ghiaccio e avvolto da una massa di capelli profumati di zucchero filato, e prima di perdere il controllo, il cuore e la ragione, si alzò bruscamente in piedi e riprese il filo dei pensieri e poi del discorso. Suo malgrado.
"No, non guardatemi così. Non è né il luogo né il momento." Evitò di mentire fino al punto di dire che non era il caso, non ci avrebbe creduto nessuno, lui per primo. Però ogni minuto che i due fratelli passavano al Castello, era un pericolo per la loro vita, e per la copertura di Severus.
"Dovete tornare alla tana."
"No!!!"
"Draco, siediti! Mi pareva di avervi già spiegato che ci sarà..." un luogo e un momento per noi, avrebbe voluto dire, se avesse saputo farlo. Poi si riprese, capendo che non era con la forza che li avrebbe convinti a restare al sicuro.
Quindi si sedette sul bordo del letto, e li guardò con tutta la dolcezza che riuscì a racimolare dentro di sé, provando a ricordare ed emulare l'espressione che aveva sua madre nei giorni buoni.
"Voi sapete che ho una missione da compiere. Non manca molto ormai, qualche mese dovrebbe essere sufficiente. E voi siete fuggiaschi, presto verranno attaccati i manifesti della vostra scomparsa e le vostre facce saranno ovunque. Non discuterò con voi su ciò ce è meglio fare, perché siete abbastanza intelligenti da capirlo, vero?"
"Si..."
"Molto bene, Draco. Morgana?"
"S-si..."
"Un po' più di convinzione, signorina."
"Ci... ci verrai a trovare?"
"Non posso..."
"Allora forse è il caso che ti dica una cosa... potrei avere un problema."
Sopracciglio alzato e sguardo affilato, un altro problema era esattamente ciò che ci voleva.
"Che genere di problema?"
"Potrei... Ecco, potrei... essere incinta."
***
"Ho ricevuto il gufo... Non è stata una mossa particolarmente furba, Weasley. Fortunatamente ero ad Hogwarts."
"Oh scusa tanto Snape, non sai che preoccupazione è stata, quella di metterti nei guai col tuo Signore!" Sputò Arthur con tutto il disprezzo che aveva in corpo.
"Cerchiamo di stare calmi, va bene? Ragazzi... venite avanti..." L'istinto materno era innato in una donna come Molly. Anche se i cuccioli da proteggere erano quelli di uno dei loro peggiori nemici.
Draco e Morgana cercavano di nascondersi dietro a Severus, un po' per l'imbarazzo di tutta la situazione, ma soprattutto perché avrebbero voluto nascondersi fra le pieghe del mantello nero dell'uomo e non uscirne mai più.
"Si, ragazzi... non dovete dire qualcosa a Molly e Arthur?"
"Ci dispiace..." Aprì Morgna.
"Non lo rifaremo." Chiosò Draco.
"Va bene. Adesso andate in casa, su..."
Draco e Morgana guardarono per l'ultima volta Severus, e con le lacrime agli occhi si buttarono fra le sue braccia, per un abbraccio che sapeva pericolosamente di addio.
Le loro menti volarono subito all'ultimo abbraccio con Lucius, prima di volare via per quelle scale di servizio, verso una vita che non sembrava nemmeno più la loro.
Non fu difficile per il Potion Master intuire i pensieri dei due giovani, e li strinse forte, sotto gli occhi increduli dei coniugi Weasley.
"Questo non è un addio."
"Promesso?" E come mentire a quegli occhi spaiati e disperati?
"Promesso."
"Torna da noi." Un ordine perentorio di due occhi di ghiaccio fragile come cristallo.
"Tornerò."
E così i ragazzi lasciarono la presa su quell'ultimo brandello di famiglia che era rimasta loro e si avviarono verso quella strana casa, con il passo pesante di due condannati a morte.
"In cucina c'è dell'arrosto... Venite..."
"No, Molly, aspetta per favore. Devo parlare con voi..."
"C'è dell'altro, Snape?" Chiese allarmato Arthur. Subito pensò a quel famoso sacchetto di camoscio. Forse l'aveva aperto e...
Appena i ragazzi si furono allontanati abbastanza, Severus sganciò la bomba.
"Morgana è incinta."
Arthur e Molly restarono per più di un minuto senza parole.
Senza contare la giovane età della coppia, che da poco aveva compiuto i diciassette anni, era una situazione orribile per portare avanti una gravidanza, e chi meglio di Molly Weasley poteva saperlo? Fuggiaschi, braccati, in lutto e in guerra.
"Godric ci aiuti..."
"Non solo Godric, Molly. Tutti i fondatori e Merlino..." Rincarò Arthur.
"So di lasciarla in mani capaci. Posso contare su di te, Molly?"
"Non c'è nemmeno bisogno di chiederlo."
"Ti ringrazio. Mi sdebiterò."
"Non lo faccio per te, Snape." E così dicendo, si voltò, lasciando i due uomini da soli.
"Allora, Snape. Di chi è?"
"Come, prego?" Severus assottigliò gli occhi, e sibilò come un serpente. Aveva capito benissimo la domanda.
"Il bambino. È di Draco o di Lucius?"
"Non credo che questi siano affari tuoi."
"Vediamo di capirci, Snape. Io non ho detto niente a mia moglie riguardo i segreti di Malfoy. Ma se fosse ancora vivo, e venisse processato per tutti i reati e le confessioni contenute in quei documenti, otto ergastoli non sarebbero abbastanza. Tu hai letto tutto quello che c'era in quel sacchetto?"
"L'ho fatto."
"Non dirmi che lo giustifichi!!! Quell'uomo era un mostro!"
"Non lo giustifico. Ma... è inutile che mi chiedi la paternità di quel bambino, perché non la conosco. E ti consiglierei di dimenticare tutta questa faccenda. Per il bene comune."
"Non posso farlo."
"Molto bene." Hai commesso un errore Arthur. Questa volta non hai disarmato il tuo nemico.
Fu più veloce di un lampo.
"Oblivion."
Severus Snape era sceso ai più biechi compromessi nella sua vita. Ma in quel momento non sarebbe sceso a patti nemmeno con Voldemort in persona.
Quel sacchetto di camoscio non conteneva solo la confessione dei ripetuti incesti avvenuti sotto il tetto del Malfoy Manor - che già di per sé sarebbe stato un motivo sufficiente per obliviare Arthur - ma tante altre informazioni che avrebbero distrutto quelle due piccole anime già martoriate.
I Weasley non dovevano far altro che proteggere i ragazzi, aiutare Morgana con la gravidanza, e tenerli vivi e al sicuro fino alla fine della guerra. Punto.
"Tutto bene, Weasley?"
"Eh? Si certo. Adesso vorrei che te ne andassi."
"È quello che stavo per fare..."
Nel momento in cui Severus si voltò, Arthur fu preso da un senso di pietà verso quell'uomo. Nemmeno lui ne conosceva la ragione, ma si stupì di sentire la sua stessa voce, dire "Stai tranquillo. Li terremo al sicuro."
Severus fece un cenno d'assenso, e con un senso di oppressione al petto, che assomigliava tanto alla nostalgia, sparì fra fasci di fumo neri.
Arthur Weasley rimase per un momento a fissare quel fumo svanire e scosse la testa.
Dopo il modo in cui aveva visto quel Mangiamorte impassibile e crudele approcciarsi a quei due ragazzi, si era reso conto che tutti avevano un punto debole.
Forse non esistono persone incapaci di amare o persone senza cuore. Forse anche gli uomini senza sogni e col cuore avvizzito hanno bisogno solo di una ragione per ricominciare a credere. A sperare.
Poi scosse la testa e cercò di tornare in sé. Severus Snape era un Mangiamorte. Era il braccio destro di Voldemort. Era l'assassino di Albus Silente. Fine del discorso.
C'era Harry da andare a prendere a Privet Drive e quelle elucubrazioni non erano utili a nessuno.
***
"Che cosa?!?!"
"Harry stai calmo... adesso non abbiamo tempo per spiegarti nel dettaglio, ma quando saremo alla Tana..."
"Hermione, no! Avevate Snape sotto tiro. Due volte!!! E l'avete fatto andare via come se niente fosse?! Ha ucciso Silente! Ma che diavolo..."
"Si, è tutto molto tragico." Sbraitò Alastor Moody, cercando di rispettare la tabella di marcia. "Adesso diamoci una mossa!"
"Malocchio, dammi solo un momento." Arthur Weasley prese Harry da parte, lo strinse per le spalle sperando di fargli percepire la sua vicinanza e la sua comprensione, lo guardò negli occhi e cercò di calmarlo.
"Harry, ragazzo mio... niente è stato dimenticato. Guardami Harry. Nessuno di noi ha scordato come quel bastardo di Snape abbia ingannato Albus. Però, lui non ha cercato protezione per sé stesso, ma per quei due ragazzi. Lucius Malfoy è morto, e pare che le sue ultime volontà siano state quelle di tenere i suoi figli al sicuro. Inoltre Morgana... Beh questo può aspettare."
Harry ragionò per un attimo, cercò di restare lucido, per quanto in quel momento gli risultasse faticoso.
Lord Malfoy era morto. Desiderava tenere i suoi figli al sicuro. E subito la mente andò a quella notte in cui Draco avrebbe dovuto uccidere Silente su ordine di Voldemort. E su come avesse abbassato la bacchetta, invece di obbedire. Draco non avrebbe ucciso Silente. Snape l'aveva fatto. Era sempre stato Snape.
"D'accordo. Ho capito. Adesso andiamo."
Avrebbe parlato con Draco, e se si fosse dimostrato sprezzante come suo solito avrebbe parlato con Morgana. E se anche lei si fosse chiusa a riccio, li avrebbe presi entrambi, li avrebbe chiusi in una stanza e li avrebbe fatti cantare come canarini. Era deciso.
Così partirono alla volta della Tana, senza immaginare che i Mangiamorte li aspettavano al varco.
Snape compreso.
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Le notti di Saturno
FanfictionAttenzione: scene per adulti, underage, rapporti malsani e disfunzionali. Non sto romanticizzando né avvallando certi comportamenti, sto solo raccontando. Se sei sensibile a questi argomenti potresti non voler proseguire la lettura. *** Da quando Lu...