Evan mi portava sulle sue spalle, pian piano prendevo conoscenza, ma mi ricordavo quello che era successo al locale. Evan aveva fatto volar via quel ragazzo dallo sgabello. Come dimenticarsi una cosa simile.
-Tu sei come me- dissi ancora incosciente ad Evan.
-Certo che lo sono, abbiamo ucciso entrambi qualcuno.
-Non dico per quella cosa.
-Ah no? E per quale motivo saremmo simili?
-Tu dici che io sono sovrannaturale.
-Lo sei- rise.
-Anche tu- Evan si fermò di scatto, poi riprese a camminare.
-Perché lo pensi?
-Hai fatto volare quel ragazzo dallo sgabello.
-No, è stata la tua immaginazione a fartelo credere, io l'ho spinto.
-Non era la mia immaginazione- dissi infine addormentandomi. Ero letteralmente crollata, ma sapevo di aver ragione, appena avrei riaperto gli occhi io e lui avremmo parlato a lungo del suo essere sovrannaturale, per quanto avesse potuto negarlo sapevo che era come me, solo, serial killer e sovrannaturale.
"Sono di nuovo sola a giocare in giardino, ma forse è meglio così, quando gioco con papà o con Fred mi fanno sempre male lì sotto, lì dove esce anche la pipì, e certe volte anche al sedere, io non capisco perché fanno così, non capisco perché mi fanno male, io voglio bene loro, forse loro non me ne vogliono, neanche Susan me ne vuole, lei mi picchia sempre, la mamma me ne vuole, ma è troppo occupata a bere per ricordarsene. Alle volte penso di cambiare famiglia. Sono in giardino e guardo la mia casa, dentro c'è tutta la mia famiglia, è il momento giusto per scappare ma poi mi distraggo e guardo il barbecue che stanno preparando i vicini, vedo il fuoco ardere e dico
-Brucia- ridendo e battendo le mani. Mi giro e guardo la mia casa, sta bruciando, sorrido ancora.
-Melanie, Melanie- sento qualcuno che mi chiama, mi giro ma non c'è nessuno.
-Melanie, Melanie svegliati- "
Mi alzai di scatto dal letto e vidi Evan davanti a me con il volto preoccupato.
-Come mai quella faccia? Sembra che tu abbia visto un fantasma.
-Un fantasma no, ma hai parlato nel sonno- non trovavo nulla di strano nel parlare nel sonno, ma poi ricordai di aver fatto un sogno strano, un sogno su come bruciò la mia casa, ricordavo poco dell'accaduto, ma molto probabilmente quel sogno era in realtà un ricordo.
-Puoi dirmi ciò che ho detto?
-Hai detto solo una parola, ma mi ha fatto preoccupare un po'.
-Puoi dirmela?
-Hai detto "brucia" - con solo quella parola ricordai l'intero sogno, io in giardino, il barbecue dei vicini...se ciò che avevo sognato era veramente un ricordo allora Evan aveva ragione, io ero una ragazza sovrannaturale.
-Cos'hai sognato? - mi chiese Evan dopo qualche minuto che ero in silenzio a fissare il vuoto.
-Il giorno dell'incendio.
-L'incendio dove è morta la tua famiglia?
-Si.
-Sicura che fosse un sogno e non un ricordo?
-È la stessa cosa che sto pensando io. E se non fosse solo un sogno ma un ricordo? E se veramente fosse come dici tu? E se io avessi poteri sovrannaturali? – Evan rimase a fissarmi negli occhi come per trovare una risposta. Entrambi rimanemmo a fissarci negli occhi per un lungo tempo, poi ricordai la cosa più importante. Anche Evan aveva poteri sovrannaturali.
-Evan io ancora lo ricordo.
-Cosa?
-Tu che hai fatto volare quel ragazzo dallo sgabello.
-Io non l'ho fatto volare. L'ho solamente spinto, eri ubriaca Mel, te lo sei immaginato- disse lui roteando gli occhi.
-Non l'ho immaginato- borbottai sotto voce. Per la prima volta da quando mi ero svegliata mi guardai attorno. Era buio e non ero nella mia casa o nel locale. Ero a casa di Evan e sicuramente era notte fonda.
-Che ore sono?
-Credo le cinque.
-Ho dormito così tanto? Ma noi oggi abbiamo scuola, devo tornare a casa ci vediamo a ricreazione- dissi in fretta uscendo dalla sua casa.
-Aspetta voglio accompagnarti. È buio.
Evan mi prese la mano e mi accompagnò a casa. Non avevo fatto molto caso alla sua abitazione, ma non avevo visto l'ombra di nessun essere vivente. Sapevo che i suoi genitori erano entrambi morti, ma pensavo avesse dei genitori adottivi. Forse mi ero sbagliata, così la domanda mi sorse spontanea –Evan ma vivi da solo? – lui mi guardò perplesso.
-Si, perché?
-Perché sei così giovane. Hai sedici anni e vivi da solo, come ti mantieni se vai anche a scuola?
-Non posso vivere solo e basta?
-No, devi pur mantenerti in qualche modo, come fai senza soldi? – Evan non rispose a quella domanda, il che mi fece preoccupare, avevo paura che per qualche spicciolo facesse lavori inappropriati o forse si faceva mantenere da qualcuno in cambio di qualcosa. O magari mi stavo facendo solo paranoie.
-Siamo arrivati. Ci vediamo dopo? – sentivo nella sua domanda una nota di tristezza, come se avesse paura che qualcosa o qualcuno ci avrebbe separato da un momento all'altro. Sorrisi.
-Certo che sì-
Entrai dalla porta di casa, e non dalla finestra da cui ero uscita, grosso sbaglio! Trovai un signor Grey infuriato davanti a me. Non sapevo che fare, ero immobile, non mi era mai capitato di uscire di casa di nascosto e farmi beccare. Non l'avevo mai fatto.
-Tu signorina non uscirai più di casa finché io avrò vita. Uscirai solo per andare a scuola e per andare a fare la spesa- disse concludendo col darmi uno schiaffo sulla guancia. Non mi aveva mai picchiata. Mi scese una lacrima.
-Tu sei come il mio vecchio papà- dissi sottovoce. Lo sguardo del signor Grey s'incupì, evidentemente mi aveva sentito.
-Scusa Melanie non volevo- fece per abbracciarmi ma mi scansai.
-Non toccarmi mai più, tu non sai di cosa sono capace- sempre con lo sguardo rivolto verso il basso mi diressi nella mia camera.
Sapevo che il signor Grey si preoccupava per me, sapevo che quello schiaffo me l'aveva dato perché l'avevo fatto stare in pensiero, ma lui era sempre buono con me, era diverso dal mio vecchio papà, e con quello schiaffo si era dimostrato proprio come lui, ma me lo meritavo, avevo solo paura che così facendo si scatenasse qualcosa dentro me. Ormai l'avevo capito, il sogno mi aveva aperto gli occhi, sapevo chi ero, sapevo cos'avevo fatto e cosa avrei potuto fare ancora.
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The light bringer || Lucifer #wattys2018#
ParanormalTutto può cambiare, tutto può essere svelato, puoi credere di avere una vita assolutamente normale. In realtà la tua vita è tutto meno che normale, scoprirai te stessa, scoprirai il tuo destino, il tuo passato, scoprirai cose di te che non avresti m...