Evan è così sicuro che funzionerà. Gli dò fiducia, ma trovo molto improbabile il fatto che un disegno a terra possa incatenare un demone e che del sangue purificato possa salvarlo. Dove ha detto di aver trovato questa stupidaggine? Ah sì, ora ricordo, in una video registrazione probabilmente fasulla di un esorcismo, che in realtà non è un esorcismo, ma una purificazione. Fatto sta che non ci credo.
-Mel, questa è l'unica soluzione- mi dice, il suo sguardo è sofferente, e lo capisco, se avessi un demone dentro il mio corpo non resisterei un giorno. Voglio salvarlo. Non credo che questa sia la soluzione giusta, ma è l'unica al momento, e voglio salvarlo veramente, farò qualsiasi cosa, l'importante è che lui si salvi.
-Lo so Evan, lo so. Dimmi cosa devo fare- dico decisa. Lui mi mostra il seminterrato della sua casa, è praticamente vuoto, e abbastanza grande. Mi dà un gessetto bianco e mi dice cosa devo disegnare a terra. Dopo averlo fatto mi spiega cosa devo fare per purificarlo. Innanzitutto devo andare in chiesa e confessarmi, cosa mai fatta essendo non credente, sarà una confessione bella lunga. Dopo essermi confessata devo prelevare il mio sangue ed iniettarlo in Evan, fin quando non chiederà perdono per i peccati compiuti, dopo di che devo recitare una specie di esorcismo e far bere al demone il mio sangue dalla mano.
-Mel questa procedura non è molto sicura, potrei morire insieme al demone molto probabilmente, come potrei sopravvivere ed essere pulito da ogni peccato. Tu devi farlo comunque- dice guardandomi negli occhi, per rassicurarmi –Ti amo- mi dice, e mi lascia un bacio dolce sulle labbra. Sorrido. –Ora va, e purificati- mi sorride ed io esco da casa sua per raggiungere la chiesa. Sono ormai vicina ma qualcuno mi ferma.
-Dove credi di andare? – mi dice una voce. Ormai la riconosco. Michele.
-Michele- dico piena di rabbia.
-Brava piccola. Ti sei ricordata- dice, e posso sentirlo sorridere. Stronzo.
-Lasciami Michele.
-Potrei. Ma se lo facessi tu andrai a confessarti, e non posso permettertelo, mi dispiace- dice tirandomi a se.
-Cosa vuoi da me? – dico ad un palmo di distanza dalla sua faccia.
-Il tuo sangue peccaminoso- mi sussurra all'orecchio. Cerco di divincolarmi ma non ci riesco, è più forte. Sento un rumore mentre cerco di liberarmi, è un rumore fastidioso, un tintinnare di campanelli misto al rumore delle unghie sulla lavagna, un rumore così fastidioso da far sanguinare le orecchie. Nel vero senso della parola. Poi una luce immensa, un bagliore così improvviso da farmi svenire.
Aprii gli occhi per la luce abbagliante. Davanti a me c'era un signore sulla cinquantina con un camice bianco ed una piccola torcia puntata sui miei occhi.
-Si è svegliata- annunciò il tizio davanti a me.
-Meno male- disse una voce familiare –secondo lei è normale che ultimamente stia svenendo così spesso? – disse la voce ormai riconoscibile di Evan.
-È molto stressata. Deve solo riposarsi un po' di più. Quante ore dormi solitamente? – mi chiese il tizio.
-Dipende dalle giornate. Alcune volte quattro, altre cinque- dissi con nonchalance.
-Devi dormire di più. Signor Miller, si accerti che la signorina dorma almeno sette ore, anche otto se necessario- disse stringendo la mano ad Evan, che lo liquidò con un cordiale sorriso.
-Andiamo Mel, è ora di tornare a casa- annuii e scesi dal lettino, prendendo lo zaino sulla sedia accanto alla porta.
Ero dietro ad Evan, non mi aveva ancora parlato, stava lì davanti a me che camminava con le mani nelle tasche dei jeans, ogni tanto calciava qualche sassolino da terra. Qualcosa lo turbava, e quel qualcosa ero io.
-Evan- lo chiamai, sussultò al suono della mia voce, e girò di poco la testa.
-Non mi parlare- disse freddamente, e continuò a camminare. Rimasi ferma in mezzo alla strada con la bocca aperta. Quando notai che Evan aveva raggiunto casa mia corsi verso di lui appoggiando le mani sulle sue spalle per farlo girare verso di me. Lo guardai fisso negli occhi per alcuni minuti. Non era il demone a parlare.
-Ho detto che non devi parlarmi- disse scostando bruscamente le mie mani dalle sue spalle. Le lasciai cadere lungo i fianchi, restando senza parole. Rimasi sulla soglia di casa a lungo, finché non realizzai che il signor Grey ed Evan stavano parlando di me, e mi stavano fissando. Entrai in casa titubante, e senza rivolgere la parola e lo sguardo ad entrambi filai dritta in camera mia.
Prima di chiudermi la porta alle spalle sentii Evan dire qualcosa al signor Grey, qualcosa come "Per ora è meglio che stia lontana da me", dopo sentii solo il chiudersi della porta d'ingresso ed una mia lacrima rigare la guancia.
Non capivo perché Evan aveva deciso di non vedermi più, non voleva spiegarmelo.
Io soffrivo, soffrivo molto, non capivo se avevo fatto qualcosa di sbagliato, lui non me lo diceva, mi faceva rimanere del dubbio. Era qualcosa che c'entrava con i miei continui svenimenti? Aveva paura che c'entrasse qualcosa lui? Avrei voluto porgli queste domande, ma dal momento che non voleva parlarmi non potevo chiederglielo.
Mi buttai sul letto indecisa se piangere o soffocare delle urla con il cuscino, ma qualcuno mi impedì fare qualsiasi delle due cose poiché bussò alla mia porta.
Era il signor Grey, che fece capolino con la sua testa nella mia stanza.
-Come va? – mi chiese preoccupato.
-Voglio morire.
-È per Evan? – chiese mettendosi seduto alla fine del letto, un po' titubante.
-Forse- dissi girandomi a pancia in sotto, scontrando la mia faccia con il cuscino, rendendo quindi la mia voce attutita.
-Tutto si risolverà. Vi serve solo un po' di tempo- disse accarezzandomi i capelli.
-Già. Chissà quanto tempo ancora ci rimane- dissi con la faccia schiacciata contro il cuscino, sperando che non mi avesse sentito.
-Come Mel? – chiese.
-Ho detto che hai ragione- mentii, alzando la faccia dal cuscino. Mi fece un largo sorriso ed uscì dalla mia stanza.
Il tempo non è mai stato dalla nostra parte, e quelle piume impregnate di sangue sulla mia scrivania ne erano la prova.
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The light bringer || Lucifer #wattys2018#
ParanormalTutto può cambiare, tutto può essere svelato, puoi credere di avere una vita assolutamente normale. In realtà la tua vita è tutto meno che normale, scoprirai te stessa, scoprirai il tuo destino, il tuo passato, scoprirai cose di te che non avresti m...