Capitolo 13

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Prima di entrare in casa mi asciugai le lacrime, non volevo il terzo grado da parte del signor Grey.

Anche se non avevo le lacrime agli occhi si poteva benissimo notare la mia faccia disagiata.

-Mel, qualche problema piccola?

-No, Edmund, la mia vita è tutta rose e fiori- dissi sarcastica.

-Litigato con Evan? – disse abbassando il giornale per guardarmi negli occhi.

-No.

-Sicura?

-Ho detto di no- urlai. E giuro che per un momento vidi i mobili muoversi. Molto probabilmente era la mia immaginazione, troppo stress.

-Okay, tanto non me lo dirai. Ti preparo un bagno caldo, così ti rilassi- in realtà non avevo molta voglia di fare il bagno, non avevo neanche la voglia di rilassarmi, volevo lascarmi quella tensione addosso. Si sono masochista a volte.

Un rumore inquietante proveniente dal rubinetto della cucina mi fece sobbalzare, e dopo pochi istanti il signor Grey arrivò in salotto con un espressione amareggiata sul volto.

-Che succede? – chiesi.

-Succede che non posso prepararti la vasca per fare il bagno.

-Come mai?

-È andata via l'acqua- disse grattandosi la nuca. Che strano! Non avevo voglia di fare il bagno e d'improvviso l'acqua andò via. Sarà solo una coincidenza dissi tra me. Stavano cominciando a diventare troppe le coincidenze, ma non avevo intenzione di credere ad Evan.

Andai in cameretta e senza pensarci aprii il cassetto. Quel cassetto. Il cassetto che giurai di non aprire più. Presi la scatola e l'aprii, presi la bustina contenente le lamette e ne presi una, andai in bagno e poggiai il polso sul lavandino, pigiai la lametta sul polso e tagliai.

Soffrii solo per un secondo, dopo tirai un sospiro di sollievo, mi sentivo bene. Quando cominciai a sentire il bruciore del taglio succhiai avidamente il sangue fino a farlo sparire, ma ricomparve subito dopo. Sciacquai il taglio sotto l'acqua. L'acqua? Ma l'acqua non era andata via? chiesi tra me. Non ci pensai più di tanto e chiusi l'acqua per pigiare sopra la ferita un panno bagnato. Mi voltai per tornare in camera ma mi ritrovai Evan davanti alla faccia. Non era molto contento.

-Quando sei entrato?

-Perché l'hai fatto? – mi chiese duramente.

-Prima tu devi rispondermi.

-Non credo sia la cosa più importante ora- disse chiudendo la porta del bagno e spingendomi contro il lavandino.

-L'ho fatto perché...mi sentivo triste.

-Ti sentivi triste Mel? Io come dovrei sentirmi sapendo che la mia ragazza si fa tagli su tutto il corpo?

-A parte che mi sono tagliata solo il polso...- precisai.

-Non è questo il punto Mel- urlò. Quasi ci sentì il signor Grey. Lui non doveva saperlo che mi tagliavo. –Il punto è che non puoi tagliarti, non voglio che tu muoia per colpa mia.

-Perché pensi che i miei tagli, anzi il mio taglio sia dovuto a te?

-Dimmi che non è vero?

-Okay, si è vero, ma è perché mi hai abbandonata, e pensavo volessi lasciarmi- dissi abbassando lo sguardo.

-Io non voglio lasciarti, non ti lascerei mai, sei unica- mi alzò il mento e mi diede un bacio. Sorrisi.

-E perché non volevi dormire con me?

-È complicato da spiegare, io vorrei dormire con te, ma ho paura.

-Paura di cosa?

-Paura di farti del male- rabbrividii. La sola idea che lui pensasse di farmi del male mi fece rabbrividire, e ebbi paura per un attimo.

-Tu vuoi farmi del m-male? – balbettai. Ad Evan s'incupirono gli occhi ed evitò il mio sguardo nel rispondermi.

-No, ovvio che no, ma non so se riuscirà a trattenersi...- di chi stava parlando, parlava di se stesso in terza persona? Perché?

-Evan, chi non riuscirà a trattenersi? – chiesi sempre più impaurita.

-E? No, niente, mi sono sbagliato- non si era sbagliato. Stava parlando di qualcuno, o forse di se stesso. Non lo avevo mai ammesso a me stessa, ma stavo cominciando ad avere paura di Evan, avevo paura del mio ragazzo, a volte parlava in modo strano, compariva dal nulla e aveva un comportamento tutt'altro che normale. O forse avevo solo delle fisse mentali e lui si comportava in modo normale, mentre io ero quella psicopatica.

Dopo vari tentativi convinsi Evan a rimanere a dormire da me. Non voleva, continuava a ripetere che aveva paura e che non si sarebbe trattenuto, l'aveva ripetuto così spesso che avrei voluto lasciarlo per la paura che mi stava mettendo ma misi da parte le mie paure, perché in fondo lui era il mio ragazzo e dovevo amare anche la sua parte folle. 

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora