Capitolo 37

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-Strano. Molto strano- disse la mia nuova amica dai lunghi capelli neri.
Vehuiah continuò a scrutare quelle piume ancora un po', senza però toccarle.

-Secondo te appartenevano ad un angelo? – chiesi mordendomi un'unghia.

-Non saprei cosa dirti. Sono molto strane per appartenere ad un angelo, se devo essere sincera non tutti gli angeli hanno ali uguali, come la grandezza o il possesso o meno di esse- disse sfregandosi il mento –sembrano piume di un arcangelo- disse avvicinandosi per guardarle meglio – non posso dirlo con certezza ma si avvicinano molto alle piume di un arcangelo- disse annuendo.

-Okay. Perché sono qui? – chiesi agitata.

-Non posso sapere tutto. Perché diavolo non chiami il tuo ragazzo? Lui di sicuro ne sa più di me- disse sbuffando.

-Beh...perché lui...cioè noi...- tossicchiai tra una parola e l'altra, ma prima che potessi concludere, Vehuiah, emise un suono simile ad una risata.

-Avete litigato. Capito- disse facendomi l'occhiolino –vedrò cosa posso fare. Chiederò ad Azrael, o qualcun altro- disse gesticolando.

-Ci si vede- mi salutò, e prima che potessi dirle qualcosa svanì nel nulla, lasciando il suo odore di talco e lavanda.

Mi avvicinai per la prima volta a quelle piume, non avevo ancora avuto il coraggio di farlo, l'odore di marcio si sentiva ancora di più a quella distanza. Mi scostai indietro per inalare l'odore che Vehuiah aveva lasciato poco prima e mi avvicinai di nuovo a quelle piume, erano lunghe quasi quanto il mio avanbraccio ed erano molto larghe, erano sporche di sangue dalla radice fino alla metà, il resto della piuma era di un bianco candido, era così bianco che solo a guardarlo bruciavano gli occhi. Mi tirai indietro per respirare di nuovo quell'aria pulita ed osservai quelle piume da lontano.

Perché quelle piume erano nella mia cameretta? Chi le aveva portate? E perché erano impregnate di così tanto sangue?

Erano tutte domande a cui non ebbi risposta. Sapevo che appartenevano ad un arcangelo, ma nulla più.

Decisi che l'odore nella mia stanza stava diventando insopportabile, così feci una doccia veloce, asciugai i capelli e presi alcuni vestiti a caso dall'armadio, leggins neri e felpa bordeaux con il logo della mia vecchia scuola. Infilai le Superga bianche, presi le piume e le misi all'interno del mio zaino, ed uscii di casa.

Mi accigliai nel vedere il ragazzo incontrato il giorno prima impalato davanti casa mia, lo salutai con la mano ed abbozzai un sorriso.

-Mel- sorrise – come stai?

-Bene- risposi un po' frustrata dal fatto che mi avesse chiamata "Mel" e che fosse davanti casa mia.

-Non volevo essere invadente- disse imbarazzato.

-Non sei invadente. È solo strano che tu sia qui- dissi indicando casa mia- sul pianerottolo di casa mia.

-Passavo di qua per caso, non ricordavo che abitassi qui- si giustificò. Quel ragazzo nascondeva qualcosa, forse "Dean" non era neanche il suo vero nome, forse era uno stalker e voleva stuprarmi.

-Okay. Ora devo andare. Ciao Dean- feci per camminare, ma lui mi si parò davanti.

-Tutta questa fretta? – disse, rivolgendomi un sorriso malizioso.

-Ho da fare. Mi stai infastidendo.

-Per questa volta vai, però la prossima volta andiamo a prendere un caffè assieme- disse facendo l'occhiolino. Feci una faccia disgustata.

-Mi fa schifo il caffè, mi dispiace- alzai le spalle e proseguii per la mia strada.

Mi diressi verso la chiesa, avevo intensione di chiedere qualcosa di più sugli angeli ad un prete, lui sicuramente ne sapeva qualcosa, mi sarebbe stato più utile di Vehuiah.

Arrivata davanti la chiesa feci il segno della croce ed entrai. Andai dritta verso l'altare dove il prete stava preparando le varie cose per la messa pomeridiana.

Lui vedendomi si accigliò, pensando molto probabilmente che avessi intensione di partecipare alla messa, ed era ancora presto.

-Signorina, la messa inizia alle 17- disse sorridente, confermando il mio pensiero.

-Non sono venuta per la messa. Mi serve un chiarimento. È disponibile in questo momento? – sorrisi a mia volta.

-Finisco di sistemare e sono subito da te, siediti la- disse indicando la panca vicino alla fonte battesimale.
Dopo poco che ero seduta sulla panca, sentii come un bollire di acqua. Mi guardai intorno per capire da dove provenisse, mi avvicinai alla fonte battesimale, e guardai dentro. L'acqua al suo interno stava bollendo. "Non di nuovo" pensai.
Mi guardai di nuovo intorno per vedere dove fosse il parroco, non era nei paraggi, il che m'inquietava un po'. Dovevo trovare una soluzione per far smettere l'acqua di bollire.

-Smettila- dissi a bassa voce. "Non credo funzioni così" disse l'inconfondibile voce di Lilith. –Almeno io ci sto provando- sbuffai. "Prova a pensare a qualcosa di freddo, come il ghiaccio" disse la vocina nella mia testa. Mi concentrai intensamente sull'immagine del ghiaccio, quando riaprii gli occhi l'acqua non bolliva più, ma era diventata ghiaccio. –Merda. Lilith ti odio- dissi battendo i piedi a terra, guadagnandomi un'occhiataccia dal parroco che nel frattempo era ritornato vicino l'altare. "Ora pensa ad Evan" disse Lilith. –Perché ad Evan? – chiesi accigliata. "Beh lui è caldo" mi sbattei una mano sulla fronte. –Come sei divertente, ah ah ah.

Anche se ciò che Lilith aveva appena detto era stupido, pensarci fece sciogliere il ghiaccio. Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai al prete.

-Allora, cos'è questa cosa che devi chiedermi?

-Ehm. Vorrei chiederle se sa qualcosa sugli angeli. Tipo la grandezza delle loro ali, come s'invocano, o se le piume degli angeli hanno un'importanza particolare...- chiesi leggermente in imbarazzo. Il parroco si grattò la nuca.

-Non ne so molto in realtà. Potrei dirti ciò che ho letto su di loro- annuii – bene. In base a ciò che ho studiato su di loro, posso dirti che gli arcangeli sono gli angeli più importanti, ed hanno le ali, e di conseguenza anche le piume, più grandi rispetto agli altri angeli, gli arcangeli sono sette e i più importanti, nominati anche nella bibbia, sono Michele, Gabriele e Raffaele- lo bloccai –E Lucifero? – il prete mi guardò come se avessi appena bestemmiato.

-Lucifero non è considerato un arcangelo.

-Ma lo era- dissi sfacciatamente.

-Non ha più le ali, in quanto è stato mandato all'inferno, di conseguenza non è un angelo o arcangelo- mi confermò.

-Secondo lei potrebbe mai ritornare ad essere un angelo?

-No. Non si pentirà mai di ciò che ha fatto, è troppo superbo per ammettere che ciò che ha fatto è sbagliato- mi rassegnai e cambiai discorso chiedendogli un'evocazione per gli angeli.

-È complesso figliola. Non credo tu abbia studiato l'enochiano, lingua complessa anche per me- disse, come se lui fosse Dio.

-Me lo spieghi comunque- dissi con un sorriso beffardo sulla faccia.

-Okay. Prima di tutto devi confessarti, l'angelo non si avvicinerà mai a te se sa che sei sporca dentro, poi procurati quattro candele, l'olio egiziano, incenso di grani ed il sigillo dell'angelo che vuoi invocare- lo bloccai di nuovo.

-Sigillo? – chiesi inesperta.

-Il "sigillo" è un disegno preciso che serve per evocare un angelo o un demone- annuii.

-Dopo esserti procurata il necessario devi procedere in questo modo disegna con un gessetto o della vernice il sigillo dell'angelo che vuoi evocare, ai punti cardini di questo sigillo metti le quattro candele accese, con inciso il nome dell'angelo, poi accendi l'incenso e spargi l'olio intorno al sigillo, dopo di che pronuncia le parole che ti scrivo- disse prendendo un foglietto ed una penna e scrivendoci "Tetragrammaton (nome dell'angelo) adonay eloym" me lo diede e disse –non mostrarlo a nessuno, e non dire a nessuno ciò che ti ho detto- annuii e nascosi il biglietto nella borsa, da dove uscì un odore sgradevole. Le piume.

-Grazie- dissi, chiudendo velocemente lo zaino, prima che il parroco potesse sentire l'odore di marcio proveniente da lì dentro. Lui mi sorrise e mi fece segno di andare via.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora