Capitolo 30

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-Quindi ora sai tutto...- disse Evan dietro di me –Non mi sorprende, sapevo che Lilith avrebbe fatto qualcosa, ha sempre voluto aiutarmi, sono contento che lo stia facendo così, e non prendendo il sopravvento sulla tua mente.

-Anch'io sono contenta. Ma lo sarei stata di più se me lo avessi detto tu- dissi girandomi.

-Scusa...

-È stupendo che vi siate chiariti, ma ora dobbiamo andare in infermeria- disse Azrael ansioso.

-In infermeria? – chiese Evan preoccupato.

-Si, Melanie ha avuto una reazione allergica ad un sale, nel laboratorio di chimica.

-Fammi vedere- Evan mi prese la mano e la studiò accuratamente.

-Non mi dire che ora sei anche capace di capire le allergie delle persone? – chiesi sarcastica.

-No, volevo solo vedere una cosa- lasciò andare la mia mano e andò via.

-Tu lo capisci? – chiesi ad Azrael. Scosse il capo, feci spallucce e mi lasciai trasportare fino in infermeria, dove visitarono la mia mano, per scoprire che ero allergica al bicromato di potassio. Mi dissero che il prurito e le macchie sarebbero sparite di lì a poco.

Il suono della campanella, segnò l'inizio della ricreazione.

-Oggi mangi? –mi chiese Azrael.

-Non lo so, questa schifezza sulle mani mi fa passare la voglia persino di vivere.

-A te qualsiasi cosa fa passare la voglia di vivere- sbuffò Azrael.

-Non è vero, per esempio Evan no.

-Già, ma prima o poi tutto si risolverà, e lui tornerà dal grande capo- disse sorridendo.

-Sei uno stronzo, potresti almeno non sorridere? So che non vedi l'ora che lui scompaia così mi potrai uccidere, ma io lo amo e mi fa dimenticare tutte le cose orribili che mi sono successe in passato.

-Non è vero, non voglio ucciderti, cioè voglio ucciderti, ma sarebbe troppo facile così, sarai molto depressa quando lui tornerà in paradiso e ti abbandonerà, e sarai una preda facile per me. Così non vale- disse schioccando la lingua sul palato.

-Non capisco secondo quale logica uccidi le persone. Ma non ho voglia di saperlo- Azrael fece spallucce e diede un morso al suo panino con petto di pollo.

Alla fine delle lezioni andai dritta a casa, senza dire nulla ad Evan ed Azrael, dovevo parlare con Vehuiah, da sola.

Entrando nel vialetto notai la macchina di Edmund, ciò stava a significare che era in casa e aveva visto Vehuiah. Fantastico!

-Ciao, sono a casa- urlai varcando la porta.

-Ciao Mel, ben tornata- disse Edmund, sbucando con la testa dalla sua stanza –Vehuiah ti aspetta. È nella tua camera.

-Vehuiah? – dissi facendo finta di nulla.

-Si, è venuta poco fa, gli ho detto che poteva aspettarti nella tua camera.

-Okay, grazie mille- dissi, ed andai nella mia camera.

Vehuiah era seduta sul mio letto, con le mani appoggiate sulle gambe accavallate, e i capelli perfettamente ordinati in una coda alta.

Mi fissava e sorrideva.

-Devi parlarmi Mel? – disse in un sorriso, un sorriso macabro, spettrale.

-Io...Si, devo parlarti- dissi convinta –però, dal tuo sorriso, deduco che sai già cosa devo dirti- Vehuiah si alzò, e venne verso di me, inchiodandomi al muro, con i suoi poteri sovrannaturali.

-Non mi piace che le persone sappiano i miei segreti, soprattutto le persone ficcanaso come te Melanie Elizabeth Grey, o dovrei chiamarti Lilith? – disse guardandomi fissa negli occhi. M'irrigidii. Come sapeva di Lilith? Come sapeva tutto?

L'idea che mi ero fatta di lei, era lontana anni luce da come era veramente. Nel "flashback" Lucifero diceva che Vehuiah era alleata di Michele, ma stando a ciò che diceva Azrael, Vehuiah voleva aiutarmi. Io la pensavo in modo diverso. Vehuiah poteva ingannare Azrael ed Evan, ma non me, sapevo che stava progettando qualcosa, e dietro c'era sicuramente Michele. Dovevo parlare subito con Evan, ma prima dovevo liberarmi, impresa abbastanza difficile.

-Allora? Che fai non parli? Stupida immortale. Non posso ucciderti, ma posso ferirti- disse, muovendo un braccio e facendomi schiantare contro il muro.

-Non puoi uccidermi? – chiesi sorpresa.

-No che non posso, altrimenti lo avrei già fatto da tempo- disse alzando gli occhi al cielo.

-Ma...Ma Azrael ha detto che posso morire- dissi alzandomi a fatica dal pavimento.

-Perché non capisci niente?! Odio le persone come te- disse sbuffando e sedendosi sul letto.

-Forse perché nessuno mi fa capire niente. Nessuno mi spiega nulla, e io sono confusa, non so più chi sono, cosa devo fare. Niente di niente. Sto pensando seriamente d'andare dallo psicologo, o direttamente al manicomio. Non so più se ciò che vedo o sento è reale, forse sto diventando pazza e ancora non l'ho capito. Ho queste visioni che mi fanno ricordare il passato, un passato non mio, un passato che non voglio, che non mi appartiene. O almeno è quello che dico io, perché a detta di tutti questa Lilith sarei io- dissi mettendomi le mani sulla testa –non ho chiesto io una vita del genere, non ho chiesto io di incontrare Lucifero e salvarlo dal male. Io non ho chiesto nulla, ma mi è arrivato tutto questo, tutto insieme, una responsabilità enorme. Chi sono io? Perché dovrei volere tutto questo? Spiegamelo, per favore, perché io non ci sto capendo più nulla- Vehuiah mi fissò per qualche secondo, e poi tornò a guardare il vuoto, giocherellando con le sue dita.

-So che non hai chiesto tu tutto questo, ma ci sarà una ragione se sei stata scelta. Tu sei Lilith, sei la regina degli inferi, la sposa del diavolo. Evidentemente questo significa qualcosa, per lui sei molto importante, si fida di te, e sa che lo aiuterai, perché Lilith vorrebbe aiutarlo, vorrebbe che lui tornasse ad essere un angelo buono, e che giustizia sia fatta- disse con un tono di voce più dolce, sembrava quasi che ciò che stesse dicendo fosse detto con sincerità. Forse non era la persona cattiva che credevo, forse è solo l'influenza di Michele, ma non bisogna mai abbassare la guardia.

-Perché mi stai aiutando? Tu stai dalla parte dei cattivi.

-No, non più, sono pentita per ciò che ho fatto. Prima ho reagito in quel modo perché pensavo che volessi minacciarmi o qualcosa di simile- disse abbassando lo sguardo.

-Volevo solo parlarti. Non sono una persona cattiva. Comunque non hai risposto ancora alla mia domanda- la incitai. Vehuiah alzò lo sguardo, poi prese una delle mie mani, quella dove poco prima avevo avuto una reazione allergica.

-Questa è la risposta- sorrise.

-Non capisco.

-Tu non lo vedi- disse con tono sorpreso.

-Vedere cosa? – chiesi confusa.

-È strano che tu non lo veda, è qui, lo sto toccando- disse muovendo un dito circolarmente sul palmo della mia mano.

-Sto diventando pazza, lo sapevo.

-Non stai diventando pazza, noi esistiamo, ed esiste anche questo simbolo, solo che...- non finì la frase, mise gli occhi a fessura e si concentrò sulla mia mano. Strinse la mia mano nelle sue, quando le tolse vidi un simbolo. Un cerchio con una stella al centro.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora