Capitolo 20

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-Allora, Evan, rimarrai a dormire con noi anche questa notte? – fece Edmund infastidito. Gli lanciai un occhiataccia.

-Se Melanie vuole...- sussurrò Evan imbarazzato.

-Non credo che Melanie- cominciò il signor Grey, ma lo fermai subito

-Certo che voglio, ormai dormiamo quasi tutte le sere insieme, perché non dovremmo farlo questa notte?! – dissi guardando Edmund. Capivo che giocava la parte del padre, ma era fin troppo geloso, dormivamo in casa con lui, in una stanza diversa, ma con lui. Edmund sbuffò, in risposta alla frase detta precedentemente da me.

-Mel, se Edmund non vuole non fa niente...

-Che ragazzo intelligente, mi piace sempre di più- disse sarcastico Edmund, alzai un sopracciglio in risposta, dopo di che mi alzai dal tavolo ed andai nella mia camera, seguita da Evan.

-Che fai? Gli dai ragione? – chiesi retorica.

-Scusa...io voglio solo piacergli.

-Leccandogli il culo?

-Mel, non innervosirti per favore.

-Altrimenti? Esce fuori il tuo demone interiore?

-Si, Mel, e non credo che tu lo voglia, tanto meno io, quindi adesso ti siedi, ti calmi e ci prepariamo per andare a letto- disse lui sorridendo. Sorrisi di rimando.

-Quindi rimarrai? Come faremo con il signor Grey? – chiesi più tranquilla.

-Non deve saperlo per forza- disse facendomi l'occhiolino. Capii le sue intenzioni, era molto semplice, lui usciva dalla porta di casa salutando Edmund, e dopo qualche minuto, il tempo di Edmund di darmi la buona notte, sarebbe entrato dalla finestra della mia cameretta con il mio aiuto. Semplice.

-Signor Grey, arrivederla, spero che la prossima volta mi dia il permesso di dormire con sua figlia, grazie della cena e buona notte- disse sorridendo. Appena uscì dalla porta di casa diedi la buona notte ad Edmund e mi diressi in camera mia, chiusi la porta a chiave ed aspettai Evan.

Dopo qualche minuto sentii picchiettare sulla mia finestra, segno che Evan stava fuori. Mi avvicinai alla finestra e l'aprii.

-Ciao- sorrisi.

-Ciao anche a te, posso entrare? – chiese il biondo infreddolito. Strano no? Il re degli inferi che congelava, che paradosso!

-Certo- dissi liberando il passaggio.

-Grazie mille, dolce fanciulla- Evan mi prese la mano e baciò il dorso, arrossii violentemente –devo dire che è stata un'impresa arrivare fin qua.

-Davvero? Raccontatemi, gentile cavaliere, quali sfortunati ostacoli vi si sono presentati? – dissi mettendo una mano davanti la bocca per trattenere un risolino.

-Sotto la vostra finestra vi sono molte siepi con appuntite spine, ed il vostro guardiano stava per scoprirmi- disse concentrato. Non riuscii a trattenere le risate, e contagiai anche lui.

-Stava per scoprirti?

-Oddio si, non puoi capire cosa ho dovuto inventarmi.

-Cosa?

-Sai l'albero affianco alla tua casa?

-Quello alto cinque metri, con i rami sottilissimi e il nido d'api?

-Cosa? Il nido d'api? – annuii ridendo –Ti rendi conto che ho rischiato la morte?

-Evan, ma tu sei già morto- risi.

-Lucifero è morto, Evan no- lo guardai perplessa.

-Evan potrebbe morire da un momento all'altro, in qualsiasi modo, ma solo io e te sappiamo qual è quello giusto, quindi se quelle api mi avessero attaccato sarei morto nel modo sbagliato e avrei dovuto aspettare altri dieci anni, come minimo, per salire di nuovo sulla terra- fece serio.

-Quindi dobbiamo stare attenti agli imminenti attacchi delle api? – feci scherzosa.

-Non è divertente Mel, io sto parlando seriamente.

-Lo so. Era per sdrammatizzare...

-Mel...c'è una cosa importante che dovresti sapere.

-Dimmi.

-Si tratta di questa profezia, la persona scelta da me dovrà uccidermi, lo sai vero? – annuii – Bene, l'importante è che tu lo sappia, ti dovrò preparare per quel giorno, non dovrai avere pietà- disse tranquillamente. Non mi capacitavo, sapeva che doveva morire, che io l'avrei ucciso, anche se lui era già morto, ed era tranquillo. Io, al contrario, sentivo fitte di dolore al cuore, come potevo uccidere la persona che amavo, l'unica persona che mi vedeva per ciò che ero e che mi accettava con tutti i miei difetti. Sapevo per certo che lui aveva il difetto più grande di tutti, ma non era una buona ragione per starmi accanto, invece lui lo faceva, mi stava accanto e mi aiutava, mi capiva, come io aiutavo lui, e anche se per me era difficile, l'unico modo che avevo per aiutarlo seriamente, era ucciderlo, lo avrei ucciso, anche se avrei sofferto, l'unica cosa che mi rallegrava un po' era che quella sofferenza era minore, rispetto al male che avrei provato nel vederlo tutta la vita soffrire. Lo avrei liberato, quel giorno giurai a me stessa che avrei liberato Lucifero dal male, giurai a me stessa che lo avrei fatto diventare di nuovo un angelo, anzi l'angelo.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora