Capitolo 26

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Non saprei dire come, ma in due ore finii di leggere i quattro mattoni presi in biblioteca. Come disse Evan, e come pensai io prima di lui, lì sopra c'erano scritte informazioni futili, come i nomi degli angeli e i loro doni, come chiamare il proprio angelo custode, qual è il tuo angelo custode, e tante altre cose che potevo far a meno di leggere.

Appena poggiai la testa sulla scrivania per disperarmi, qualcuno suonò il campanello. Rimasi sorpresa quando andai ad aprire. Davanti a me c'erano Azrael, ed una ragazza con dei bellissimi zigomi e dei capelli castani lunghi fino a metà schiena. Sorrisi alle persone davanti a me e le feci entrare.

-Ciao Kyle- dissi sorridendo –mi presenti la tua amica? – chiedo gentilmente, rivolgendomi alla ragazza stretta tra le braccia di Azrael.

-Lei è Vehuiah- avevo letto di quest'angelo pochi minuti prima, aveva il dono della volontà.

-Io sono Melanie- sorrisi alla ragazza porgendole la mano, che afferrò con delicatezza. Non sembrava affatto un angelo, ovvero, i suoi modi gentili lo erano, ma il suo aspetto non era come quello che mi sarei aspettata da un angelo. Immaginavo più una ragazza bionda con i capelli elegantemente ondulati, carnagione rosea e occhi azzurri.

Appena ritrassi la mano, sentii uno sbuffo provenire da dietro di me. Mi voltai, era Evan.

-Amico, guarda chi ho portato- disse Azrael mostrando la ragazza.

-L'ho vista, appunto ho sbuffato- disse Evan alzando gli occhi al cielo.

-Ciao Lucio, sono contenta di vederti- disse la ragazza, facendo uno sforzo per essere felice di vedere il mio ragazzo.

-Azrael, perché l'hai portata qui? Lei sa della profezia e dirà tutto a Michele- disse Evan alzando nuovamente gli occhi al cielo.

-Non dirò nulla a Michele, darò una mano a Melanie, gli insegnerò qualcosa per aiutarti, le darò il dono della volontà, che dovrà guadagnarsi- fece la ragazza sorridente come il resto del tempo che ha passato in casa.

-Se per qualche strano motivo Michele dovesse venire a farci visita ti farò fuori- fece Evan minaccioso, la ragazza abbassò il capo.

-Evan, non trattarla così, non ti ha fatto nulla- dissi abbracciando la ragazza.

-È la migliore amica di Michele, ovvio che mi ha fatto qualcosa, e non la difendere- disse Evan, ormai con gli occhi completamente scuri. Mi allontanai dalla ragazza ed andai da Evan e lo strinsi forte a me.

-Evan calmati- dissi accarezzandogli i capelli –va tutto bene- sussurrai al suo orecchio –tranquilla Vehuiah, era il demone, anche se credo pensasse veramente quelle cose- dissi confusa. Ormai però sapevo riconoscere il demone da Evan, e sapevo come calmarlo.

-Lo so tranquilla, e chiamami Savannah, è il mio nome terrestre- disse la ragazza sorridendo. Sorrisi a mia volta.

Saltai il pranzo per colpa di Vehuiah, era la prima volta che scendeva sulla terra e voleva conoscerla. Per prima cosa le prestai alcuni miei vestiti, poiché aveva indosso un vestito bianco lungo fino ai piedi, senza spalline.

-Come si chiama questo? –chiese la ragazza, tenendo tra le mani un mio maglione.

-È un maglione, serve per tenere caldo- dissi ridendo.

-Non mi piace questo colore- disse scuotendo la testa. Effettivamente era un colore abbastanza scuro per un angelo.

-Ne ho altri, quando sono arrivata qui in realtà non avevo un vestiario molto ampio, poi però ho comprato qualche maglione nella boutique poco prima della piazza- dissi sorridendo. Aprii il mio armadio, per prendere un maglione color panna con scollo tondo e degli skinny jeans chiari.

-Questi mi piacciono- disse prendendo i vestiti dalle mie mani.

Appena finii di mostrarle il mio guardaroba uscimmo di casa per dirigerci in biblioteca. Posai i libri nel cassettino all'entrata e poi le mostrai il bar in piazza.

-Cosa si fa generalmente in un bar? – chiese l'ingenuo angelo.

-Di solito i ragazzi ci vanno per bere, ma io mi sono resa conto che non è il mio forte- sospirai, ricordando la scena di quando mi ubriacai.

-Devi bere, altrimenti come sopravvivi?! – chiese la ragazza sconvolta.

-Io parlo di altri tipi di bevande, come gli alcolici- spiegai alla ragazza, ottenendo un "ooh" come risposta.

Dopo averle mostrato il bar, entrammo nella boutique di cui le avevo parlato, per mostrarle altri vestiti che io non possedevo, non essendo nel mio stile.

-Questa è molto aderente- disse la ragazza sorridendo. Teneva in mano un dolce vita rosa confetto.

-Non è appropriato per un angelo- feci a bassa voce.

-Solo perché sono un angelo non significa che non possa trasgredire un po' nel vestirmi- disse, mostrando due macchie violacee all'altezza delle gote.

-Non sto assolutamente dicendo questo, solo che Dio potrebbe non approvare.

-A me però piace- la ragazza s lamentò, come solo i bambini di cinque anni sapevano fare, mancava veramente poco che cominciasse a battere i piedi.

-Allora prendilo, poi se il grande capo si lamenta, chiamami, ci parlo io- dissi mostrandole l'occhiolino. A Vehuiah s'illuminarono gli occhi.

-Ora dove mi porti? – chiese Vehuiah in preda all'eccitazione.

-Calma angioletto, ora andremo in un posto dove tutte le ragazze adorano andare, tranne me, ovviamente- dissi sorridendo. La portai al negozio di trucchi, io non amavo molto il trucco, a volte mettevo un po' di mascara, o un filo di matita, ma di solito mi bastavano per un intero anno.

-Wow! – esclamò la ragazza vicino a me. Pur essendo un angelo anche lei adorava i trucchi, anche se non sembrava il tipo. Evidentemente era solo l'euforia della novità, all'inizio sembra tutto bello, poi la bellezza sparisce e si fa largo la dura verità.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora