Capitolo 10

81 12 0
                                    

Dopo due ore circa mi decisi a fare una doccia e dopo di che a vestirmi. Indossai un jeans a vita alta strappato alle ginocchia, una camicia bianca, e Superga, il tutto accompagnato da uno spolverino di lana sempre bianco.

A scuola non lo vidi Evan, neanche a ricreazione, il che mi fece preoccupare. Quando finirono le lezioni invece di tornare a casa andai dritta a casa di Evan. Suonai al campanello e bussai alla porta svariate volte, ma nessuno aprì. Era molto strano. Non avevo idea di dove fosse, e non aveva un telefono cellulare su cui poter chiamare, non avevo altra scelta che aspettare fuori dalla sua casa. Erano ormai le 16.00 e non c'era traccia di Evan, stavo per tornare a casa ma il signor Grey era sicuramente su tutte le furie poiché gli avevo disobbedito, quindi mi diressi in biblioteca a prendere un libro da leggere, probabilmente il signor Grey mi avrebbe chiusa in casa per sempre.

Passai davanti ad uno scaffale con dei libri religiosi, i quali non attiravano la mia attenzione, come già detto ero atea. Appena passato quello scaffale però sentii un tonfo che mi fece sobbalzare per lo spavento e mi girai di scatto. Guardai a terra, era caduto un libro. La copertina era rossa, e non c'era alcuna scritta, non c'era una trama, non c'era un titolo ma solo il nome dell'autrice, che molto probabilmente era uno pseudonimo. Tutto ciò m'incuriosì, aprii il libro alla prima pagina ovviamente bianca, anche la seconda e la terza erano bianche, pensai ad uno scherzo, ma alla quarta c'era una scritta che mi fece rabbrividire "vuoi scoprire chi sei?", girai la quinta pagina dove trovai il titolo "Il libro degli angeli". Non ero così appassionata di angeli o della religione in genere ma quel libro aveva un non so che di insolito, così lo presi, lo portai al bancone della bibliotecaria per farlo timbrare.

-Come si chiama il libro che hai preso cara? - chiese la signora anziana dall'altra parte del bancone.

-Il libro degli angeli, credo- dissi controllando un'ultima volta la quinta pagina.

-Sul computer non è registrato, strano. Dove l'hai trovato? – chiese la bibliotecaria guardandomi in modo sospetto da sotto gli occhiali.

-Era caduto a terra, era sullo scaffale dei libri religiosi- pensandoci bene quando alzai lo sguardo verso lo scaffale non c'era nessun buco lasciato da un libro, ma non ci stetti molto a pensare, la mia mente ultimamente giocava brutti scherzi.

-Okay cara, lo inserirò più tardi sul computer- disse prendendo il libro e timbrandolo. Salutai la bibliotecaria il più tranquillamente possibile ed uscii in fretta da quella biblioteca. Quando arrivai davanti la porta di casa pensai bene se entrare o no. Alla fine optai per un sì, la macchina del signor Grey non c'era, il che poteva voler dire due cose, o era ancora a lavoro o era venuto a cercarmi, sperai nella prima risposta. Entrai in casa ed andai dritta in camera mia, chiusi la porta e cominciai a leggere quel libro. Era stupido per me credere che un libro sugli angeli potesse svelare chi fossi. Sapevo chi ero, oppure non lo sapevo? No, io non potevo saperlo, sapevo che avevo ucciso la mia famiglia, o almeno questo era quello che svelava il mio sogno, sapevo che avevo appiccato io l'incendio in qualche modo, e forse avevo un non so che di sovrannaturale, avevo quasi paura di me stessa, solo quando ero con Evan mi sentivo bene con me stessa e con il mondo circostante, era quasi come leggere un libro, ma lui era reale e non un foglio di carta con delle scritte.

Più tardi sentii twisted nerve riecheggiare nella mia camera, controllai chi mi stesse chiamando, era il signor Grey, sperai solo di non essere nei guai.

-Pronto-

-Melanie, tutto a posto? Hai mangiato? Mi spiace non essere tornato oggi per pranzo, e mi spiace non aver chiamato prima- tirai un sospiro di sollievo.

-Si, ho mangiato- mentii –quando torni?

-Starò altre due ore fuori, mi dispiace, dovrai anche cenare da sola, in frigo ci sono quelle cose che ti piacciono tanto da fare al forno, ci vediamo dopo, ti voglio bene- conclusi la chiamata con un "okay". Non avevo molta voglia di cenare, ma non avevo mangiato nulla, e sentivo il bisogno di vomitare, era molto che non vomitavo a pensarci bene, da quando avevo incontrato Evan non ne sentivo più il bisogno, era un evidente segno che lui mi faceva stare bene. Allora per quale motivo avevo così bisogno di vomitare in quel momento? La risposta arrivò quasi subito quando girai la pagina del libro che stavo leggendo: "lo fai perché ti senti solo, non hai nessuno su cui contare". Quella frase mi fece venire i brividi, io potevo contare su molte persone. No, stavo solo mentendo a me stessa, io non potevo contare su nessuno, ero sola al mondo, certo avevo il signor Grey, ma lui non sapeva nulla del mio passato, non sapeva nulla di me, forse parlandogliene avremmo risolto insieme il problema, ma non riuscivo a fidarmi delle persone, a volte mi era difficile anche fidarmi di Evan, sapevo di conoscerlo da poco, ma lui mi capiva. Non potevo contare su di lui, mi aveva anche abbandonata per un giorno di scuola. Non riuscivo a capire il suo comportamento, era strano nei miei confronti, e lui non si fidava di me, sapevo che mi nascondeva qualcosa. Continuai a leggere e trovai scritto: "o magari qualcuno c'è", e nell'istante in cui finii di leggere la frase qualcuno bussò alla finestra della mia camera. Andai verso di essa, scostai la tendina, e fuori la finestra vi trovai un Evan infreddolito con i ricci scompigliati.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora