Capitolo 32

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"Devi salvarlo" dice una voce nella mia testa.

-Come? – chiedo, come se fosse normale domandare qualcosa ad una vocina, probabilmente frutto della mia immaginazione.

"Ha bisogno di te" continua la vocina nella mia testa. Alzo lo sguardo e so che si riferisce ad Evan. È davanti a me, mi sorride, eppure la sua morte è imminente. So che non morirà, ma soffrirà soltanto, per me è come se morisse, non credo lo rivedrò più.

"Lo rivedrai" la vocina sta diventando irritante. Non è possibile che lo riveda, lui salirà in paradiso, non penserà più a l'amore per me, ma a quello per Dio. Lui non mi ama, non ne sono molto sicura, insomma, non può essere confermato, teoricamente gli angeli non provano nessuna emozione, eppure lui sembra provarla, forse perché è molto che sta sulla terra.

"Lui ti ama, non temere" mi do una pacca sulla fronte in modo da far fuoriuscire la vocina che mi dà il tormento.

-Basta! – urlo in risposta. Evan mi guarda di traverso, gli faccio un cenno del capo come a dire "Tutto a posto".

Sento un rumore provenire dalla porta, mi avvicino e guardo nello spioncino. Un ragazzo alto e muscoloso, capelli neri e dentatura perfetta, si trova davanti alla porta della mia casa. Avrà sbagliato.

"Non aprire" suggerisce la vocina nella mia testa.

-Non sei reale- le dico. Continuo a fissare il ragazzo nello spioncino.

-Chi è? – chiedo dopo qualche minuto, mi sorprende che abbia atteso così a lungo.

-Un amico- dice lui con un sorriso inespressivo.

-Un amico di chi? – chiedo ancora con la porta chiusa.

-Del tuo ragazzo. Ci conosciamo da secoli, ormai- mi giro verso Evan, lui scuote la testa.

"Non farlo entrare, Mel" dice ancora la vocina nella mia testa, e questa volta credo che le darò retta.

-Non credo che lui ti conosca- dico al ragazzo che aspetta di entrare.

-Io invece credo di sì- dice aprendo la porta con un calcio, facendomi cadere di schiena –eccolo lì, il preferito di papino, che ne dici di fare una chiacchierata- dice lui a braccia conserte. Evan in risposta gli lancia un'occhiataccia e anche una sedia.

-Vedo che non vuoi parlare, bene. Preferisco di gran lunga le risse- dice il ragazzo lanciandogli un vaso.

"Ti avevo detto di non farlo entrare!" mi sgrida la vocina.

-Tu stai zitta! – dico alla vocina. Il ragazzo si gira verso di me e mi viene incontro. Mi alza la testa con un dito.

-Melanie, giusto? – mi chiede. Annuisco. –Non salverai proprio nessuno- dice lasciandomi la testa –perché ti ucciderò prima che tu lo faccia- dice guardando Evan, vuole provocarlo –che ne dici Evan? Potrei procurargli un taglio proprio qui- dice sfiorandomi il collo.

-Chi sei? – dico disgustata.

-Sono una persona a cui non piacciono i figli di papà vendicativi- dice rivolgendosi ad Evan. Il ragazzo mi prende per il collo e mi sbatte al muro. Cerco Evan con lo sguardo, ma lui non c'è, è sparito. La stanza è diventata improvvisamente più piccola ed è riempita dalle ombre.

-Chi sei? – ripeto al ragazzo.

-Non ti dirò il mio nome, non ora. Ma lo saprai molto presto- finalmente allenta la presa sul mio collo, e sparisce nel buio. Sono sola.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora