Capitolo 22

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Ero lì seduta al mio banco che fissavo la lavagna, era vuota, ma la fissavo, non capivo perché Evan non volesse dirmi alcune cose, ormai sapevo tutto, non faceva alcuna differenza sapere una cosa in più, non sarebbe cambiato nulla, o almeno così pensavo.

-Ciao Mel- mi salutò Kyle con un sorriso malizioso sulle labbra.

-Ciao- dissi senza neanche guardarlo negli occhi.

-A cosa pensi?

-Non mi freghi- dissi guardando sempre verso la lavagna.

-Sei astuta Mel, ma io lo sono più di te, e so a cosa pensi già prima che tu possa pensarlo- fece lui alzando e abbassando le sopracciglia. Mi girai a guardarlo confusa.

-In realtà non è che abbia molto senso- fece lui ridendo, seguito da me.

-Sai che sei simpatico, quando, insomma, non tenti di uccidermi.

-Cosa ti fa pensare che in questo momento non sto cercando di ucciderti? – gli lanciai un occhiataccia –Non voglio ucciderti, tranquilla, almeno non per il momento, Lucio ti ha detto ciò che dovevi sapere, va bene così- disse guardandomi negli occhi, il suo sguardo allegro si spense però, aveva visto qualcosa, non sapevo bene cosa, ma divento molto serio.

-C'è qualcosa che non ti ha detto vero? – annuii –Forse ho capito di cosa si tratta, tranquilla, prima o poi te lo dirà, deve farlo per forza, altrimenti la profezia non si compirà- Kyle tornò a sorridere.

-Io non ho capito una cosa.

-Cosa? Chiarirò ogni tuo dubbio.

-Tu sei Azrael giusto? – lui annuì- E dovresti stare dalla parte dei buoni, correggimi se sbaglio- annuì di nuovo –Allora perché stai aiutando me ed Evan?

-Perché lui è buono, il suo cuore e la sua anima sono buoni, e quando si compirà la profezia tornerà finalmente tra noi- sorrise il ragazzo dagli occhi scuri.

-Io non credo che ci riuscirò- dissi con le mani tra i capelli.

-Si invece, lo farai, e ci riuscirai, sai che è giusto, se lo ami devi salvarlo Mel, altrimenti soffrirà in eterno.

-Ma se lo salverò, soffrirò io.

-Ti stai comportando da persona egoista- era vero, stavo ragionando come una persona egoista, ciò che non sono mai stata, stavo pensando solo al mio bene, mentre dovevo pensare al suo di bene, doveva tornare ad essere un angelo, l'angelo più bello che avessero mai visto in cielo ed in terra, lui era l'angelo portatore di luce, sprofondato nelle tenebre più buie, doveva tornare ad illuminare il paradiso e portare ognuno di noi esseri umani sulla retta via.

-Mel, tu mi hai detto di non credere in Dio, dicevi sul serio?

-Si, sono atea, ma dopo tutto quello che mi sta capitando comincio a credere che esista- feci rassegnata. Tutto ciò su cui la mia vita era fondata stava svanendo, ogni mia certezza, tutte le basi solide, da cui ero partita per costruirmi una vita, erano state distrutte, la mia vita stava cambiando radicalmente, e io non mi ci stavo abituando. A pensarci era tutto così assurdo, avevo un migliore amico, ed era Azrael, l'angelo della morte, avevo anche un ragazzo, Lucifero, il re degli inferi/angelo più bello tra tutti, avevo un compito molto importante da svolgere, salvare Lucifero dalle tenebre, e soffrire subito dopo la sua ascesa al cielo. Dopotutto però mi sentivo felice, per la prima volta nella mia vita, da quando i miei occhi incrociarono quelli di Evan mi sentii subito felice, la vita aveva cominciato a sorridermi dopo sedici fottuti anni la vita aveva deciso di sorridermi, ma la mia felicità non poteva durare molto, era troppo bello per essere vero. L'uomo è nato per soffrire, gli esseri umani sono infelici, noi tutti siamo infelici perché desideriamo ciò che non possiamo avere, ed io infondo l'avevo capito che Evan non sarebbe stato mio per sempre, infatti non volevo avere legami con lui, di nessun tipo, perché sapevo che infondo se ne sarebbe andato, come fanno tutti, del resto. Vorrei smettere di desiderare ciò che voglio, ma anche se ci metto tutte le forze non ci riesco, perché a noi piace desiderare, perché è l'unica cosa che ci rende felici, anche se poi stiamo male, perché sappiamo che ciò che vogliamo non lo avremo mai.

Mi accordai con Evan per vederci da me il pomeriggio, speravo che potesse dirmi ciò, che aveva il diritto di dirmi, Azrael aveva detto che era "roba tosta" e che sarei rimasta sconvolta per un bel po'. A me non importava, desideravo solo che mi dicesse tutto ciò che dovevo sapere e basta, poco importava se poi sarei rimasta scioccata e avrei ricominciato a tagliarmi, o addirittura sarei passata al suicidio.

-Com'è andata oggi a scuola? – mi chiese Edmund, come se fosse una domanda normale. Okay, forse era una domanda normale, ma la risposta no, non potevo dirgli "Oh Edmund, tu neanche puoi immaginarlo, oggi con il mio migliore amico, Azrael, l'angelo della morte, ci siamo divertiti tantissimo. Ah, devo dirti un'ultima cosa, sai che Evan è Lucifero e io devo salvarlo" certo, non mi avrebbe fatta rinchiudere, mi avrebbe fatto i complimenti. Forse veramente avrebbero dovuto rinchiudermi.

-Oh, benissimo, sai ho un nuovo amico, non è fantastico? – mi limitai a dire che avevo un amico, e non che quell'amico fosse Azrael.

-Sono contento per te, ma sarei più contento se trovassi un'amica.

-Eh dai! Sii felice per me, almeno una volta, sto cercando di integrarmi- in realtà non lo stavo facendo, non m'importava d'integrarmi con quella gente, era diversa da me, stavo cominciando a pensare di non appartenere a quel mondo, mi sentivo stretta in quel mondo, con quelle persone che ti facevano sentire stretta solo guardandoti, con il loro sguardo di disgusto verso la gente diversa, ma non gli ho mai dato troppo peso a quelle persone che ci sciacquavano dentro quel mondo, e sembrerò superiore, ma è la verità, quelle persone nella loro vita non hai mai fatto nulla, mentre quelli che ci si sentivano stretti, in quel mondo, come me, hanno combinato qualcosa nella vita e sono ricordati ancora oggi.

Mentre ascoltavo musica nella mia camera, qualcuno bussò alla porta, diedi l'avanti ed entrò Evan, con un sorriso stampato sulla faccia.

-Edmund ti ha lasciato entrare?

-Te l'avevo detto che avrebbe funzionato la mia tattica- disse facendomi l'occhiolino.

-Già, a proposito di tattica, visto che sei qui, perché non mi dici quella cosa? – feci sorridente. Evan appoggiò la testa sulla mano e tirò un sospiro, che se l'avessi tirato giù io in uno di quei momenti strani avrei fatto venire un tornado.

-Te la dirò, ma ti avverto- non lo feci finire di parlare che conclusi io per lui la frase –è "roba tosta" - dissi in falsa serietà.

Evan sospirò rassegnato e si sedette accanto a me.

-Da dove comincio...

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora