Capitolo 11

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Finita la cena Evan e il signor Grey si misero sul divano a discutere sul football. Non avevo la più pallida idea che Edmund fosse appassionato di football, tanto meno Evan, ma almeno sapevo che potevano andare d'accordo. Io mi ritirai in camera mia, lasciando i due sul divano. Presi di nuovo quel libro rosso in mano, era inquietante, mi aveva dato risposte a cui io avevo fatto domande, ed era abbastanza strano. In realtà quel libro non parlava affatto di angeli, c'erano solo le caratteristiche di alcuni, ma per lo più parlava di fiducia e di essere scelti. Quando arrivai a leggere le ultime pagine notai una cosa strana, non erano più bianche ma giallognole e il titolo del capitolo era "portatore di luce" intuii che si parlasse di Lucifero, il suo nome significa questo. Era una leggenda sul fatto che Lucifero si sarebbe reincarnato per salvare se stesso e la sua amata. Era simile alla storiella che mi aveva raccontato Evan, anche se lui non aveva accennato al fatto che Lucifero avesse un'amante, aveva parlato di una persona comune ma speciale, non parlava di una ragazza, ma di una persona qualsiasi. Comunque era una leggenda e non una storia vera, e quella di Evan era solo una storiella raccontata sicuramente per far conversazione, non credevo a quelle cose. Il libro era abbastanza piccolo quindi lo finii subito. Non era stato un granché, a parte alcune frasi da brivido lette al momento giusto.

Riposi il libro nella libreria e subito dopo qualcuno bussò alla porta.

-Posso? – chiese Evan gentilmente.

-Certo.

-Che fai?

-Ho appena finito di leggere un libro preso oggi.

-Sei un fenomeno- rise lui.

-Ma era piccolo, guarda- presi il libro e glielo mostrai.

-Quel libro è strano- osservò lui.

-Certo che è strano, sennò perché lo avrei preso- Evan annuì.

-E di che parla?

-Di un sacco di frottole, ecco di che parla- sbuffai, non ero entusiasta di quel libro.

-Frottole? Spiegati meglio.

-L'unica parte interessante è stata la fine, ma era solo una leggenda, e ovviamente le leggende non sono mai vere- dissi riponendo di nuovo il libro su uno scaffale.

-Giusto- disse Evan buttandosi sul mio letto. Feci lo stesso.

-Tu mi vorrai sempre bene e mi crederai sempre vero? – disse improvvisamente Evan.

-Non posso prometterlo, però posso provarci- sorrisi. Evan si girò verso la finestra.

-Io voglio che tu mi creda sempre, so che per te è difficile fidarsi, ma per me è importante essere creduto, ho bisogno che tu ti fidi di me, ho bisogno di te. Tu ci sarai sempre? – Evan cominciò a farmi paura con tutte quelle sue domande così serie da farti accapponare la pelle, all'improvviso era diventato serio, ma la serietà di un bambino di sette anni quando ha bisogno di qualcuno perché è stato abbandonato, e lo capivo, anche io per un periodo della mia vita ero stata così, chiedevo sempre alla signora Grey se lei fosse stata sempre con me, lei era buona e dolce nei miei confronti, a differenza della mia mamma biologica, ma all'età di sette anni non potevo sapere cosa fosse un cancro e perché proprio la mia mamma biologica ne avesse uno, non mi prometteva mai che fosse rimasta per sempre, ma io sarei rimasta per sempre al fianco di Evan? Non potevo saperlo. Potevo credergli? Potevo provarci. Gli avrei dato sempre il mio affetto? Quello sempre.

-Evan io ti vorrò bene per sempre, posso provare a crederti, ma non posso prometterti di rimanere sempre con te, so come ti senti, so che è difficile non avere nessuno e poi trovare finalmente qualcuno che tiene a te e ti capisce, e vorresti che quel qualcuno non ti abbandonasse mai. Noi siamo simili Evan per molti aspetti, ma non posso prometterti di starti per tutta la vita accanto, non si può sapere cosa potrebbe accadere nel corso della vita, e io non voglio prometterti qualcosa che potrei infrangere, almeno non ora, è ancora troppo presto.

The light bringer || Lucifer #wattys2018#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora