Il tedio esistenziale. Erano appena passate le quattro di pomeriggio, ed io ero seduta sul divano in salotto a giocherellare con le mie dita, eppure con tutto quello che stava accadendo nella mia vita, era difficile annoiarsi. Guardai l'orologio a pendolo davanti a me rintoccare ad ogni quarto d'ora. Dovevo studiare, ma non ne avevo voglia, e anche se andavo male in quasi tutte le materie, ultimamente non davo peso allo studio, con tutto quello che avevo affrontato nell'ultimo periodo se avessi provato a studiare mi si sarebbe fritto il cervello.
Il rintocco del pendolo mi fece capire che era passato un altro quarto d'ora. Erano le sei meno un quarto. Nessuna traccia di Edmund, nessuna traccia di Evan. Il tedio continuava a colpirmi, così decisi di alzarmi dal divano e prendere un libro a caso dalla libreria del salotto. Non avevo mai letto quasi nessuno di quei libri, erano di Edmund, e anche se diverse volte mi aveva proposto di leggerne uno, non avevo mai accettato.
Tra i vari libri, non avevo notato nessun fantasy o thriller, ovvero i miei generi preferiti, e avevo visto invece uno scaffale riempito da polizieschi, biografie, classici come "Il conte di Montecristo" e "Anna Karenina", il quale mi fece dubitare sulla sessualità di Edmund, tutti i romanzi di Jules Verne, quasi tutte le opere di Shakespeare e la bibbia (libro che avevo letto almeno una decina di volte, e ancora non riuscivo a capire come potesse essere Dio, artefice di tutto il creato).
Presi un libro a caso, mettendomi la mano davanti agli occhi, sfiorai tutte le copertine dei libri fino a prenderne uno, tolsi la mano da davanti agli occhi e con mia grande sorpresa, tirai fuori la bibbia, decisi che forse era meglio riporla, visto che l'avevo letta abbastanza volte. Tentai di nuovo la sorte, solito libro. Alzai gli occhi al cielo, e affidandomi alla casualità lessi la bibbia, per l'undicesima volta.
Passai dalla genesi all'apocalisse in pochissimo tempo. L'orologio mi ricordò che erano le otto, e che avevo bisogno di mangiare, inoltre mi ricordò che Edmund non era ancora rincasato, il che mi fece preoccupare.
Presi il telefono, gentilmente compratomi da Edmund, e digitai il suo numero. Al terzo squillo rispose.
-Melanie?
-Edmund, dove sei? È ora di cena, e vedendo che non tornavi ti ho chiamato.
-Ah, mi sono dimenticato di dirti che tornavo tardi. Comunque sono al supermercato in fondo alla strada, dovevo prendere alcune cosa da mangiare. A proposito, preferisci petto di pollo o tacchino?
-Tacchino. Ti aspetto, non farmi preoccupare- dissi, e riagganciai.
Mentre aspettavo il signor Grey, apparecchiai il tavolo, misi a cuocere due uova al tegamino e affettai il pane.
Appena finii di preparare i piatti qualcuno bussò la porta. Immaginando che fosse il signor Grey mi avviai trotterellando verso la porta e la aprii sorridente, ma invece di trovare un uomo sulla cinquantina con i capelli neri tendenti all'argento e un po' ammaccato dalla vecchiaia, trovai un ragazzo con un età non precisata, capelli ricci d'orati e appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
-Salve, debole umana- disse lui, muovendo la mano in un saluto.
-Sei quello cattivo o sei solo stupido? – dissi ridendo.
-Sono solo stupido- disse, facendo un sorriso, mettendo in evidenza le sue fossette.
-Okay. Entra. Ma tra poco arriva Edmund, non sarà contento di vederti.
-Lo so. Che fai? – entrò in casa, e si mise seduto sul divano. La bibbia accanto a lui.
-Preparo la cena. Anzi ho finito- dissi mettendomi davanti al libro color cremisi.
-Cos'hai lì dietro?
-Nulla che possa interessarti- misi un finto sorriso.
-Mel? – disse guardandomi con un sopracciglio alzato, sguardo che ogni volta mi faceva rivelare ogni cosa.
-Eh va bene- dissi tirando fuori il libro –stavo leggendo la bibbia.
-Non è un problema per me, se la leggi. Non è vietato- disse con tono tranquillo, anche se avevo notato come si fosse irrigidito, appena la bibbia uscì da dietro la mia schiena.
-Mi stavo annoiando- mi giustificai, anche se non sapevo per quale motivo, di preciso.
-Non devi giustificarti con me, ti ho detto che non è un problema se la leggi. Davvero. Non mi dà fastidio.
-La tua freddezza nei miei confronti dice il contrario.
Ci fissammo negli occhi per svariati minuti. Quel tempo mi fece riflettere su alcuni aspetti di Evan. Essendo lui un angelo non avrebbe dovuto essere visibile ai miei occhi e a quelli altrui. Il mio ragionamento non faceva una piega, ma tutto crollò quando ricordai che lui in realtà era un angelo caduto, e che teoricamente poteva essere visibile per l'occhio umano, e che non aveva posseduto nessun corpo per parlare con me. Rimanevano comunque molti altri dubbi, anche quello rimaneva un dubbio, non potevo aver certezza di qualcosa che avevo letto nei libri, quindi arrivai alla conclusione che sarebbe stato meglio se glielo avessi chiesto.
-Evan?
-Uhm.
-Come riesco a vederti...come riescono a vederti tutti? – chiesi, arretrando un po'.
-Che vuoi dire?
-Tu sei un angelo... - emise un risolino.
-È il mio corpo, se è questo che ti stai chiedendo- tirai un sospiro di sollievo –e tutti voi, esseri umani, riuscite a vedermi perché sono un angelo caduto. Ma non l'ho voluto io. Di certo non volevo essere un umano.
-Davvero? Non vorresti essere sulla terra, senza ubbidire al grande capo? Non ti senti un po'...schiavizzato? – ad Evan si scurirono gli occhi, ma era diverso, non come quando cercava di intervenire il demone. Era lui. Era la sua rabbia interiore.
-Essere servitori di Dio, non vuol dire essere schiavi- disse alzandosi –non mi sono mai sentito obbligato ad ubbidirgli. Lo facevo con piacere- disse dirigendosi verso di me, molto lentamente –per me è un onore averlo come padre- disse, ormai a pochi centimetri dalla mia faccia.
-L'hai mai visto? Il Dio che tanto veneri? – lo provocai, per vedere fin dove sarebbe arrivato.
-Certo. Io ero un arcangelo- fece un sorriso malvagio, e poi scaraventò addosso al muro, per poi prendermi per il collo e mettermi all'altezza del suo viso.
-Prima eri solo una statua di marmo che eseguiva gli ordini, vuoi veramente tornare lassù? Vuoi veramente tornare un angelo freddo e privo di emozioni? Vuoi veramente tornare da quell'entità che ti dà ordini su ordini, e lasciare me?
Evan non rispose. Emise un verso gutturale e lasciò la presa sul mio collo. Si mise poi una mano davanti la bocca e cominciò a tremare, e si accasciò a terra in preda a degli spasmi, emettendo versi soffocati, dopo di che del sangue uscì dalla sua bocca. Smise di tremare.
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The light bringer || Lucifer #wattys2018#
ParanormalTutto può cambiare, tutto può essere svelato, puoi credere di avere una vita assolutamente normale. In realtà la tua vita è tutto meno che normale, scoprirai te stessa, scoprirai il tuo destino, il tuo passato, scoprirai cose di te che non avresti m...