Chapter 4.
Tutti qui conoscevano Harry Styles. Audrey ci vive da ormai dodici anni e mai in vita sua ne aveva sentito parlare sino a pochi giorni fa.
Ed era riuscita a capire in men che non si dica il perché tutti lo conoscevano e anche perché tutti gli stavano lontani.
La gonna nera le si allargava dolcemente sulle gambe tanto da farla sembrare una ragazzina innocua e gentile e la camicetta, anche quella larga, bianca le donava un’aria seria e professionale. Il completo perfetto per andare a cena da Olivia, si era detta.
Erano ormai passate due ore. La prima ora la aveva trascorsa a tavola con tutti i membri della famiglia Lancaster, ovvero Olvia ed i suoi genitori.
Si avviò verso la porta ringraziando per l’ennesima volta i signori Lancaster e svelta si precipitò sotto la tettoia dell’ingresso.
« Sei sicura che non vuoi un passaggio a casa, cara?» domandò nuovamente la signora Lancaster perfettamente rinchiusa nel suo vestito Armani rosso e nero.
« Sicurissima, grazie.» detto questo Audrey si rinchiuse la porta alle spalle prendendo l’ombrello.
Dire che fuori diluviava era riduttivo.
Cominciò a camminare svelta lungo il marciapiede cercando di evitare le varie pozzanghere di acqua sporca che si erano format nelle rientranze della strada. I piedi le facevano male e le vesciche che le ballerine le avevano causato non erano di certo d’aiuto.
Maledisse nuovamente il tempo ed i genitori di Olivia che la avevano trattenuta lì più del previsto. Avrebbe potuto passare la serata immersa nei libri come faceva di solito, oppure comodamente sdraiata nel suo caldo ed asciutto letto.
Attraversò la strada passando sull’ennesimo ponte.
Una macchina le sfrecciò accanto facendo passare la ruota nella pozzanghera che le schizzò una marea d’acqua addosso. Come se non bastasse il vento cominciò a soffiare più forte e l’ombrello non faceva che piegarsi all’indietro.
« Oh ma che cazzo!» imprecò.
Un’auto grigia le passò accanto cominciando lentamente a rallentare. Fantastico. Ci mancava solo il rompicoglioni di turno, pensò.
Il finestrino dell’auto cominciò ad abbassarsi lasciando intravedere due grandi occhioni verdi smeraldo che Audrey aveva già visto. Era Harry.
Il ragazzo la guardò lasciando che un sorriso sfacciato si impossessasse della sue labbra, Audrey non poté fare a meno di guardarlo male.
« Ciao Audrey. Il destino vuole che ci incontriamo di nuovo.» disse ammiccando. Questa volta Audrey sorrise ed inseguito riprese a camminare. « Aspetta fermati! Ti accompagno a casa.» la richiamò.
La ragazza bionda si fermò facendo il giro dell’auto fino ad arrivare al posto del passeggero accanto ad Harry che le sorrise, di nuovo.
La macchina ripartì svelta, doveva averla presa in prestito da qualcuno perché aveva giurato che la sua auto fosse nera e molto più grande di questa.
La mano di Harry scivolò verso l’orlo della gonna di Audrey, lo spostò cominciando a muoverla su e giù sopra la calzamaglia nera semitrasparente. La ragazza chiuse gli occhi non sapendo quali fossero le intenzioni del ragazzo.
Quando la mano andò un po’ più in su, scattò.
Harry spostò la mano ridacchiando. « Tranquilla non mordo.» la prese in giro. Audrey lo fulminò con lo sguardo.
Audrey richiuse gli occhi lasciando che la mano di Harry si poggi sulla sua.
Tic toc.
Riaprì svelta gli occhi. Non era la prima volta che sentiva in auto quel rumore.
Tic toc tic toc.
Il ticchettio cominciò a farsi più veloce così come il battito del cuore di Audrey. I ricordi cominciarono a mescolarsi nella sua mente cominciando a farla confondere sempre più.
Tic toc tic toc tic toc.
La velocità sempre più in aumento confermò la sua tesi. Nell’auto avevano piazzato una bomba.
Harry non sembrava essersi accorto del rumore, il che era palese era fin troppo basso.
Audrey mollò svelta la mano di Harry staccandosi la cintura. Il ragazzo la guardò un po’ titubante preoccupandosi.
« Harry devi scendere dall’auto.» lo avvertì con voce allarmante.
« Audrey ma che cazzo stai dicendo?!» le domandò credendo fosse pazza.
Tic toc tic toc tic toc.
Audrey aprì la portiera lanciandosi giù e tenendo stretta la mano di Harry riuscì a tirarselo dietro, caddero insieme sul marciapiede uno accanto all’altro respirando affannosamente. Qualche metro più in là l’auto esplose.
Harry sgranò gli occhi tenendo stretta al petto Audrey, le spostò una ciocca di capelli bagnati dietro l’orecchio guardandola. La preoccupazione per la ragazza gli si leggeva negli occhi.
Si alzarono velocemente abbracciandosi ancora.
Una figura si avvicinò a loro con la testa coperta da un cappuccio scuro, tra le mani teneva una pistola. Harry tirò prontamente fuori la sua dal giubbotto cominciando a sparare contro l’uomo.
« Corri Audrey!» urlò spingendo avanti la ragazza che cominciò a correre, il riccio la seguì subito prendendola per mano.
* * *
Una volta arrivata a casa di Harry, Audrey credeva di essere al sicuro.
Invece si sbagliava, Harry la stava portando nel bosco.
Si erano mollati le mani già da qualche isolato ed ora stavano ancora correndo anche se a poco le gambe di Audrey sarebbero cedute.
Le fece fare zig zag tra gli alberi facendola stancare ancora di più, arrivati vicino ad un grande cespuglio Harry si buttò a terra afferrandole il braccio.
Audrey gli cadde addosso.
Il respiro caldo i Harry soffiava contro il suo naso freddo gelato.
Harry aveva lo sguardo fisso nei suoi occhi mentre le accarezzava le guance rosee, abbassò lo sguardo trovando le labbra della ragazza tremolanti e, diamine, gli sembravano così invitanti.
Harry la avvicinò a se premendo le labbra su quella di Audrey che continuò il bacio. Gli portò una mano tra i ricci avvolgendoci lentamente le dita.
Tra un bacio e l’altro Harry sussurrò: « Lo abbiamo seminato.»
Ciao a tutte :)
Per prima cosa, scusatemi per non aver messo il capito nè domenica nè lunedì. Ero piena di impegni e proprio non ce la ho fatta.
Vi chiedo di nuovo, scusate se sono pesante, di commentare e votare la storia.
Vi auguro un Buon Natale, ciao ciao.
Monica xxx
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Shadow.
Fanfiction~ Shadow è come un'ombra e da essa prende il nome. Lei sta nell'ombra, vive nell'ombra e fa ogni cosa nell'ombra...