Chapter 32.

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Se vi va passate dalla storia che sto traducendo, si intitola Poison, probabilmente qualcuna di voi la conosce. Vi lascio il link: http://www.wattpad.com/story/13292792-poison-traduzione-italian

Ho messo il secondo capitolo della traduzione.

Chapter 32.

Audrey non la smetteva di torturarsi le dita per il nervosismo.

Harry l’avrebbe sgridata? L’avrebbe lasciata?

Una marea di pensieri le invadevano tutto lo spazio disponibile che aveva in mente e al momento non riusciva nemmeno a pensare lucidamente.

Probabilmente Harry le stava parlando, ma lei non gli stava prestando attenzione. Era troppo agitata per riuscire ad ascoltarlo attentamente.

Dopo dieci minuti, Harry parcheggiò la sua Range Rover nera in un piccolo parcheggio all’aperto che aveva si e no venti posti per le macchine, i quali erano per la maggior parte occupati da minuscole auto da città.

Con uno scatto le aprì la porta aiutandola a scendere dall’auto fin troppo alta per i gusti della ragazza che aveva ancora la testa altrove.

I due entrarono nel parco presso il cancello principale.

Audrey cercò la mano di Harry e in una frazione di secondo incrociò le sue dita con quelle lunghe e gelide del ragazzo.

Avere Harry accanto a se le dava maggior sicurezza, sapeva che l’avrebbe presa bene…o almeno ci sperava. D’altro canto, però, la vicinanza del ragazzo riccio le metteva addosso un’ansia assurda: Torres avrebbe potuto vederli insieme e colpirli in una frazione di secondo.

No, non sarebbe successo.

Si avviarono fino alla panchina che distava pochi metri dal piccolo chiosco che rimaneva aperto tutto l’anno.

Era davvero piccolo: sul lato sinistro vi era il bancone con un uomo alla cassa mentre, accanto al registratore, vi era una donna e un ragazzo che preparavano e distribuivano ciò che i clienti richiedevano.

Una specie di impresa a conduzione famigliare.

Una lunga fila di persone stava aspettando il cartoncino di cioccolata calda che li avrebbe riscaldati per tutto il loro soggiorno al parco.

D’inverno erano soliti a mettere tantissimi cartelli e luci colorate, per indicare che al loro chiosco le bevande calde costavano meno, ma la qualità era la migliore.

Audrey si perse ad ammirare l’ingresso, cercando di trovare la madre di Harry nella grande massa di persone.

Pochi secondi dopo di ritrovò di fronte il suo ragazzo, che per la sua imminente altezza le stava comprendo tutta la visuale.

Era stretto in un morbido giaccone marrone abbastanza lungo che lo rendeva ancora più intimidatorio. Come sempre indossava i suoi jeans neri e una maglietta dello stesso colore. Gli stivali rovinati gli fasciavano i piedi che probabilmente erano freddi per il gelo della neve posata sul prato.

I capelli ricci gli ricadevano morbidi e ribelli sulla fronte, le mani in tasca e gli occhi puntati sui suoi.

Era davvero affascinante.

« Vado a prendere qualcosa di caldo al chiosco.» annunciò Audrey frugando nella tasca della giacca per cercare qualche moneta con cui pagare i due cartoncini di cioccolata calda. Harry fece per seguirla, ma lei gli portò una mano al petto per fermarlo. « Da sola.» lo avvisò

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