Chapter 13.

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Chapter 13.

Audrey deglutì lentamente cercando la mano di Harry che una volta trovata strinse forte. Mentre tutti si stavano alzando, Rhydian sorrise malignamente dalla sua postazione sul divanetto. « Ricordatevi che non bisogna mentire.» pronunciò.

« Vado a prendere da bere.» mormorò molto velocemente Audrey correndo dentro l’imminente casa. Spinse i corpi sudati lontano da lei e salì le scale che minacciavano di crollare in pochi secondi.

Quando arrivò fuori si sedette sul marciapiede grigio portandosi le mani alla testa dove si strinse forte i capelli. Come aveva potuto farlo?

Rhydian l’avrebbe pagata cara questa volta.

Quando la prima lacrima minacciava di cadere lungo la sua guancia arrossata per il freddo, una mano si posò sulla sua spalla e presto si alzò guardando negli occhi il ragazzo misterioso.

« Tutto bene?» era Harry. Lei annuì facendo passare il polso sugli occhi. Harry la strinse a sé lasciando che Audrey potesse infilare il volto nell’incavo del suo collo, le lasciò un lieve bacio sul capo passando la mano sulla fredda schiena della ragazza coperta solamente dalla leggere camicetta. « Andiamo a casa.»

Audrey si staccò intrecciando le dita con quelle del ragazzo riccio. Presto si ritrovò nell’auto nera di Harry, dove il riscaldamento era acceso e le nuvolette di fumo bianco non uscivano più dalla sua bocca ogni volta che respirava.

Si allacciò la cintura posando le mani sulla gambe.

L’auto partì ed Audrey decise di accoccolarsi sul sedile serrando gli occhi.

Harry si dovette trattenere dal fissarla mentre dormiva, doveva guardare la strada. Imboccò la via opposta a quella principale così da non riscontrare troppo traffico, voleva tornare a casa presto.

Guardò nello specchietto retrovisore notando che la strana auto grigia era ancora poche macchine dietro di lui, i finestrini oscurati non smettevano di tormentare la sua eccessiva curiosità. Sorprendendolo, l’auto girò alla sua stessa rotonda imboccando nuovamente la sua stessa strada. Ora meno macchine li dividevano.

Quando il suo cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei suoi jeans, lo prese. Era Zayn.

« Che cazzo vuoi Zayn?» domandò riluttante, doveva cercare di non svegliare la ragazza bionda che si era dolcemente addormentata accanto a lui.

« Si tratta di Coff. Abbiamo beccato uno dei suoi alla festa, ci stanno tenendo d’occhio Harry.» gli spiegò l’amico.

« Mi hai chiamato per dirmi questa merdata?» sbottò.

« Merda, Harry. Ovviamente lo abbiamo ucciso, ma ce ne erano altri. Credo che al momento vi stiano inseguendo, hanno un’auto grigia abbastanza grande.» lo avvisò. Harry imprecò a bassa voce guardando di nuovo nello specchietto, aveva ragione Zayn. Che cazzo doveva fare? « Dovete andarvene, se vuoi salvare il culo alla tua sbandata è meglio che non torniate a casa.» continuò Zayn.

Harry riattaccò subito non rispondendo all’amico. Lanciò il telefono nel piccolo portaoggetti ed imboccò la via per la nuova tangenziale, premette forte sull’acceleratore andando ad alta velocità.

Quando fece una curva, Audrey si svegliò di soprassalto notando che era nella strada fuori la tangenziale. Quella strada.

Mamma, mamma! : quelle parole continuavano a tormentarla.

« Harry rallenta!» urlò Audrey con le parole spezzate dai singhiozzi. Tante lacrime continuavano a scendere lungo le sue guance, porto le mani al lato del sedile aggrappandosi ad esso. « Harry cazzo, fermati!» continuò.

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