Chapter 16.
Audrey deglutì lentamente guardando Harry dritto negli occhi.
« Tu sei il sostituto?» domandò la ragazza. Da un lato si sentiva sollevata perché era con Harry, d’altra parte non voleva destare troppi sospetti.
Harry ridacchiò. « Sono felice di avere un’alunna sexy.»
Audrey gli mollò un leggero pugno con il guantone destro che era magicamente riuscita a mettersi. Harry allungò le braccia e l’aiutò ad infilare anche l’altro, la afferrò portandola con sé nella stanza da boxe dove al centro vi era un grande sacco da colpire con uno uguale posato nell’angolo.
Il ragazzo indossò in pochi secondi entrambi i guantoni e poco dopo si avviò verso Audrey sorridendo. Portava i capelli tirati su con una fascetta traspira sudore, che faceva davvero ridere, con dei pantaloncini, probabilmente da calcio, neri ed una semplice lunga canotta bianca maschile.
Era davvero fin troppo attraente anche vestito in quel modo.
« Uhm…cosa dovrei fare?» mormorò leggermente imbarazzata Audrey.
« Non devi essere imbarazzata, Audrey. Non con quei pantaloni.» ridacchiò Harry facendole alzare gli occhi per il commento a doppio senso sui suoi leggings. « Bene, per prima cosa prova a dare qualche pugno al sacco.» gli disse.
Audrey si mise in posizione cominciando a colpire con violenza il sacco sotto lo sguardo stupito del ragazzo accanto a lei.
« Non vorrei mai farti arrabbiare, Audrey.» scherzò Harry rimanendo sorpreso per i forti ganci della ragazza.
Continuò così per altri dieci minuti finché non si stufò e si accasciò a terra con la schiena contro il sacco. Harry l’aiutò ad alzarsi pronto per il prossimo esercizio.
« Ora devi provare a colpirmi.» la avvisò.
Audrey si sistemò davanti al ragazzo cominciando a tirare pugni. Harry continuava ad evitarli con classe e questo la faceva irritare, non le piaceva un granché perdere.
Quando meno se l’aspettava gliene tirò uno sul braccio sinistro riuscendo a beccarlo. Harry la fermò portandosi una mano sulla spalla irritata e arrossata dal pugno.
« Oddio Harry, mi dispiace!» mormorò avanzando verso di lui. Portò le sue labbra sulla spalla arrosata del ragazzo facendolo sorridere leggermente.
Harry si riprese pronto per continuare l’esercizio. « Ora facciamo il contrario.» propose Audrey.
« No, scordatelo.» improvvisamente Harry divenne duro e serio. Audrey corrugò la fronte non capendo il perché della sua reazione. « Non voglio farti del male, non me lo perdonerei mai.» si spiegò.
« Se non lo farai tu chiamerò qualcun altro, Harry.» gracchiò infastidita. Harry sbuffò mettendosi pronto per l’esercizio.
Audrey sorrise soddisfatta per il suo lavoro e cominciò ad evitare i lievi pugni di Harry che non avrebbero fatto del male nemmeno ad una formica, non voleva fare sul serio.
« Vado a vedere se Liam è ancora qui? Così potrò continuare l’esercizio in pace.» lo istigò Audrey. Harry mollò un forte pugno e non accorgendosene Audrey non si spostò facendo schiantare la mano di Harry sul suo braccio.
Si sedette a terra con il braccio dolorante, si tolse il guantone sinistro e portò la mano sulla lesione che strinse per alleviare il dolore.
In preda al panico Harry gettò i suoi guantoni a lato e si fiondò vicino alla ragazza con il broncio.
« No, piccola. Non volevo farti del male!» spiegò Harry con una voce disperata. « Parlami piccola, non lasciarmi!» continuò alzandola dai fianchi.
« Non sono arrabbiata con te, Harry. Sono felice che tu mi abbia dato ascolto, ora saprò che devo stare più attenta.» lo calmò Audrey.
Harry la prese in braccio portandola fuori dalla stanza da boxe. La fece sedere sul tavolo grigio entrando in uno stanzino poco più in là da dove uscì in pochi minuti.
Teneva tra le mani un pacchettino di ghiaccio avvolto con dei fazzoletti. Lo posò sul braccio di Audrey lasciandole dei lievi baci sul collo.
Dopo avevano ricominciato la lezione facendo cose più semplici.
Mancano dieci minuti alle sette ed ora si ritrovano seduti sulla lunga panchina della sala da boxe con il pacchettino di oreo di Audrey ormai vuoto.
« Dovremmo fare stretching.» la informò Harry.
Audrey assunse una smorfia contrariata inchiodando le mani sulla sedia, Harry ridacchiò per quel gesto e la sollevò facendola distendere sul grande tatami che avevano usato per ricoprire il pavimento della palestra sul quale vi erano posati sacchi per la lezione.
« Lascia che lo faccia io.» soffiò sul suo viso Harry.
Il ragazzo riccio si mise sopra di lei cominciando a fare le flessioni. Quando si avvicinò al viso della ragazza le lasciò un lieve e svelto bacio sulle labbra arrossate per lo sforzo fatto durante la lezione.
Continuarono così per qualche minuto, Audrey stava ridacchiando sotto lo splendido sorriso di Harry.
Prima che i due potessero accorgersene la porta della sala si aprì lasciando entrare la figura incappucciata di Zayn.
Il moro ridacchiò. « Disturbo?» ironizzò.
Harry si alzò mormorando qualcosa a se stesso in modo che nessuno potesse sentirlo, probabilmente stava imprecando vista la sua smorfia contrariata.
Audrey si alzò prendendo con se i guantoni suoi e quelli di Harry, seguì i due ragazzi fuori dalla stanza passando l’oggetto ad Harry.
Il ragazzo riccio l’avvicinò a sé baciandola dolcemente. « Vuoi che ti accompagniamo a casa?» domandò.
« Mi vengono a prendere, ma grazie lo stesso.» lo avvisò Audrey. In seguito li salutò e corse nello spogliatoio per cambiarsi.
Salutò Roxanne nel passare davanti alla scrivania e velocemente si infilò nella macchina calda dove la stava aspettando Will.
Prese il cellulare digitando lentamente.
A: Harry.
Dovresti fare stretching più spesso. x
Infilò il cellulare nella tasca dei jeans sorridendo.
« Ti sei divertita?» domandò Will.
« Molto.» ripose ed i ricordi della lazione di boxe le pervasero la mente.
__________Buonsalve :)
Scusatemi per il ritardo, ma è stata una settimana impegnativa e sabato a domenica non ero a casa.
In ogni modo, ecco l'atteso capitolo con la lezione di boxe. So che, come lo scorso capitolo, anche questo è corto e non è un gran che. Spero vi piaccia in ogni modo :)
Ora vado, aggiorno a 20 voti e 10 commenti :)
Al prossimo capitolo. Ciao Ciao.
Monica x
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Shadow.
Fanfiction~ Shadow è come un'ombra e da essa prende il nome. Lei sta nell'ombra, vive nell'ombra e fa ogni cosa nell'ombra...