Chapter 2.
12.58 p.m
Il petto di Audrey si alzava e abbassava molto velocemente per l’agitazione.
Harry era giù da più di dieci minuti e l’unica cosa che sentiva erano gli urli isterici di una ragazza che supponeva si chiamasse Lena.
Si sedette sul letto controllando l’ora sul cellulare, per fortuna suo fratello non l’aveva ancora chiamata. Avrebbe dovuto inventarsi un’altra grandissima scusa.
1.13 a.m
Si stava seriamente iniziando a preoccupare.
E se il così detto Dave avesse fatto fuori Harry e stesse aspettando il momento giusto per uccidere lei? Audrey si sarebbe dicerto saputa difendere, ma le avevano confiscato la pistola e questo era un punto a suo sfavore.
Si arrotolò nella coperta blu cercando di fare andar via l’ansia.
1.25 a.m
Finalmente la porta della stanza si aprì e un Harry stanco ne varcò la soglia lanciando la pistola sulla scrivania.
« Come ti ho detto prima, per questa notte dovrai stare qui. Hai bisogno di qualcosa o posso andare a dormire?» la informò Harry. Audrey si trattenne dall’urlargli in faccia cosa sgradevoli, lo avrebbe solamente irritato di più.
« Vorrei fare una doccia.» rispose. Harry annuì e le indicò la porta accanto all’armadio. Le diede un asciugamano ed Audrey entrò trascinandosi dietro la coperta che l’aveva scaldata fin ora.
Quando Audrey entrò in bagno un forte profumo di bagnoschiuma al muschio le si insediò nel setto nasale. Girò la valvola per fare scendere l’acqua calda mettendola al massimo, così che non si riuscisse a sentire nessun rumore.
Svelta estrasse il cellulare digitando un numero che ormai sapeva bene.
« Si può sapere dove cazzo sei?!»urlò l’amica leggermente incazzata.
« Shh, non urlare. Sono nella casa dove siamo stati l’altra volta…» Audrey si ritrovò a raccontarle nel giro di pochi minuti tutta la storia facendo attenzione a sussurrare e non alzare troppo la voce.
« Quindi se ho capito bene devo disinstallare il loro allarme e poi aiutarti a scappare dalla finestra del bagno? Fattibile, sono nei paraggi. Sono sotto la finestra tra poco.»
* * *
Quando le si illuminò il cellulare capì che era il momento di uscire.
Aprì lentamente la finestra e sorrise ringraziando mentalmente Paige per l’ottimo lavoro, si sedette sul davanzale della finestra saltando giù velocemente.
Abbracciò l’amica prendendo grandi respiri.
Proprio quando stava per andarsene sentì dei rumori provenire da dentro la casa, iniziarono a correre salendo sull’auto nera di Will. Al volante c’era appunto il ragazzo pronto a far partire la macchina.
Quando stava per svoltare l’angolo si ritrovò un’altra macchina dietro, al volante c’erano Harry ed il ragazzino che aveva incontrato al locale la sera precedente. Imprecò coricandosi sui sedili posteriori sperando che non l’abbiano vista.
Will prese una scorciatoia nel bosco.
Guidò tra gli alberi cercando di infilarsi il più possibile in sentierini bui pesti per riuscire a seminarli.
« Al mio tre vi lanciate nel lago, mi avete sentito?!» urlò preoccupato Will. Paige si ritrovò ad annuire e si mise dietro insieme a Audrey.
Quando il moro urlò nuovamente Audrey aprì la portiera dell’auto lasciandosi cadere nell’acqua gelida. Rimase sott’acqua un attimo prima di risalire.
Respirava rumorosamente facendo uscire nuvolette di fumo bianco dalla sua bocca, nuotarono un po’ più in là fino a trovare una spiaggetta isolata. I taglietti sulle mani le bruciavano tanto quanto quello che aveva sulla guancia destra, si arrampicò sui grandi sassi non curandosi delle mani ferite e del ginocchio dolorante.
Si stese sui sassolini grigi vicino a Will che le teneva stretta la mano.
« È tutto finito.» le ripeteva affannato. « È tutto finito.»
* * *
La mattina seguente si svegliò con delle grandi occhiaie.
Prese un cartoncino di caffè dal bar passando le dita sui taglietti delle mani, si erano leggermente cicatrizzati.
C’era molto freddo quella mattina, aveva indossato il cappellino di lana con lo scalda collo abbinato. Una volta arrivata a scuola si sedette sul muretto finendo il suo caffè, lanciò lo scatolino nel cestino centrandolo soddisfatta.
Prima che potesse alzarsi e scendere Harry le si piazzò davanti mettendogli le mani sulle cosce per fermarla dal suo intento, evitarlo.
Gettò la sigaretta a terra prendendole le mani che poi mollò subito notando i taglietti causati dai sassi.
« Perché sei scappata?!?» disse a denti stretti. Audrey lo spinse via scendendo dal muretto, non aveva voglia di discutere di nuovo.
« Non so, forse perché mi tenevi in ostaggio?» domandò con un pizzico di ironia tra le sue parole. Harry strinse le mani facendo diventare le nocche bianche.
« Non eri in ostaggio.»
« Ero in ogni modo obbligata a rimanere lì con voi, chiama questa cosa come ti pare. Devo andare, ho lezione.» disse dirigendosi verso l’atrio.
« Non ho finito di parlare.»
« Io però ho finito di starti a sentire.» ribatté. Harry la fermò di nuovo, sembrava stesse diventando un’abitudine ormai. « Mollami Harry. Ah…e tieni un po’ a bada quel ragazzino della tua gang, è un totale deficiente.» continuò.
« Non me ne frega un cazzo e non so di chi stai parlando.» ripose scazzato Harry.
« Dimenticavo, sei coglione pure tu.»
Un punto per Audrey.
Ecco qui un nuovo capitolo :)
Chiedo scusa per il ritardo e per il capitolo brutto e corto, cercherò di rimediare nel prossimo.
Ricordatevi di votare e commentare una storia, mi fa piacere sapere cosa ne pensate.
Ciao Ciao, baci.
Monica xxx
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Shadow.
Fanfiction~ Shadow è come un'ombra e da essa prende il nome. Lei sta nell'ombra, vive nell'ombra e fa ogni cosa nell'ombra...