Prologo

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   Aveva fatto come lei gli aveva chiesto, era andato da quella donna, Hera

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   Aveva fatto come lei gli aveva chiesto, era andato da quella donna, Hera.
Alla fine, nonostante tutto era riuscito ad arrivare da lei, senza che nessuno lo vedesse, ogni volta che sentiva dei passi, si nascondeva o entrava dentro una stanza.

"Ce l’aveva fatta!".
Aveva sudato freddo, ma in ogni caso, alla fine l’aveva trovata, gli era bastato seguire il suo odore e fortunatamente, non era entrato subito, non era sicuro che lei fosse da sola, quindi decise di aspettare e fu la scelta giusta, poiché subito dopo ne era uscito lui, l’uomo che sembrava Satana in persona, nonché il padre di Lachesi.

"Povera lei! E lui che si era sempre lamentato, perché non aveva un padre, be’ adesso invece, cominciava a pensare che era meglio così, perché un padre tiranno come il suo, non lo avrebbe mai voluto per tutto l’oro del mondo".

Non ci vedeva, ma in compenso aveva degli ottimi sensi, tutti dicevano che era normale per chi era cieco, lui aveva avuto persone con le quali confrontarsi, ciechi anche loro, eppure nessuno, aveva le sue stesse facoltà, chi aveva più sviluppato l’udito o chi il senso dell’orientamento, eppure lui, fin da quando era bambino, si era reso conto che non era come tutti gli altri ragazzi.

Adesso però, era meglio concentrarsi, anche perché voleva liberare al più presto Lachesi e poi andarsene da lì.

Entrato nella stanza, capì che lei era sul letto, non sapeva se era vestita o meno, la cosa non gli importava minimamente, in realtà continuava a chiedersi com’era Lachesi, come fosse il suo viso, sapeva descrivere il modo in cui lo faceva sentire, il modo in cui, il suo cuore batteva forte quando nell’aria, sentiva il suo profumo, sapeva di cielo in tempesta e di mare, sapeva di pioggia, quell’odore che ti pervadeva l’anima. Inconfondibile e impossibile da dimenticare.

In quel momento però, i suo sensi, erano tutti connessi sulla persona sdraiata sul letto.

Hera, la moglie del mostro. La moglie del padre di Lachesi.
"Era sua madre? O la sua matrigna?
Indubbiamente non la madre, una madre non avrebbe esitato, ad aprire alla figlia e farla scappare".

<Sei qui> disse lei sorpresa.

<Dov’è la chiave?> le chiese, senza tanti giri di parole.

Lei sospirò, come se si aspettasse una cosa del genere da parte sua, come se sapesse che non era lì per lei <Liberami e te lo dirò> disse lei.

"Perfetto! Adesso doveva perdere tempo a liberarla".

Lo fece, d'altronde non aveva altra scelta e lei lo ringraziò.

<Ce l’ha mio marito> ammise lei <Ma posso recuperarla per te, se tu vuoi> disse lei, in tono che lui capì voleva dire, solo se in cambio mi dai qualcosa.

Lui non sapeva che altro fare, se non accettare quella proposta, anche perché Lachesi e lui, dovevano andarsene al più presto.

Era anche vero, che se ne sarebbe potuto andare senza di lei, ma non voleva lasciarla lì, era stata abbastanza gentile con lui, da non mentirgli su di sé e sul fatto che colui che lo torturava era suo padre e poi, anche se non avrebbe dovuto, provava qualcosa per lei, qualcosa che non si poteva classificare come semplice attrazione.

2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora