Quattro

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   Lachesi non era andata a dormire, aveva ancora il cuore in subbuglio e i pensieri in fermento, dopo che lo aveva accompagnato nella sua stanza per via del tumulto nella sua testa e anche e soprattutto del suo cuore, era andata a fare ciò per cu...

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   Lachesi non era andata a dormire, aveva ancora il cuore in subbuglio e i pensieri in fermento, dopo che lo aveva accompagnato nella sua stanza per via del tumulto nella sua testa e anche e soprattutto del suo cuore, era andata a fare ciò per cui era stata creata in modo anche da distrarsi da Dean e da ciò che lui rappresentava.

Quando il sole sorse, era stremata così andò a dormire, si coricò nel suo letto, pensando a quanto poco ci sarebbe voluto a baciare Dean, le sue labbra erano così vicine alle sue, che la distanza era quasi nulla e si addormentò con quell' ultimo pensiero in testa.


Quando si svegliò, fece una doccia e dopo essersi vestito camminò per la casa.

In realtà non camminava con una meta precisa, non sapeva nemmeno dove andare e poi sentì Atropo e Mike <Buongiorno> disse lui allegro.

<Buongiorno> disse anche lei <Noi stiamo uscendo> e detto questo sentì la porta chiudersi.

Si chiese se Lachesi stava ancora dormendo o se fosse rimasta nella sua stanza a preoccuparsi per Cloto.

Cercò qualcosa da mangiare, in realtà non ricordava nemmeno più quando era stata l’ultima volta che aveva mangiato, anzi in quel momento lo ricordò, Atropo gli aveva dato da mangiare il giorno prima, sembrava passato molto più tempo.

Dopo aver trovato la cucina e aver messo qualcosa sotto i denti, andò in giro per la casa sentendo i diversi odori che gli dicevano di chi fossero le stanze.

Ogni volta però pensava sempre a Lachesi, tutto gli faceva pensare a lei.
"Perché non riusciva a togliersi dalla testa quella donna? Era così difficile per lui farlo? Riuscire anche solo per un secondo a non pensare a lei? Sembrava quasi impossibile. Da quando l’aveva conosciuta non riusciva a fare altro che interrogarsi su di lei".

Non sapeva davvero che pensare di tutta quella storia, in un certo senso era confuso e stupito.
Sarebbe dovuto essere più diffidente con lei visto ciò che suo padre gli aveva fatto, ma in fin dei conti "perché le colpe del padre dovrebbero ricadere sulla figlia? Lei non c’entrava nulla, anzi l’aveva pure salvato" pensò, prese un bel respiro fermandosi e sentendo il suo odore farsi più intenso e dei passi avvicinarsi, ovviamente sapeva chi era.

Si chiese se come al giorno prima aveva avuto fortuna con i vestiti, non avrebbe saputo dirlo.

Lei si fermò quando gli fu a pochi passi di distanza <Buongiorno> la salutò <Stai bene?> le chiese.

<Buongiorno> disse lei schiarendosi la gola, sentiva il proprio cuore battere forte contro le costole e si chiese perché anche solo la sua voce riuscisse a fargli quell’effetto <Sto bene, grazie> affermò lei dopo un po’.

"Era la prima volta che si faceva problemi se si fosse vestito per bene" pensò lui confuso, in fin dei conti essendo cieco non gli era mai importato, adesso invece il solo pensiero di aver messo anche qualcosa male lo fece sentire in imbarazzo.

2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora