Quattordici

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   "E così era arrivato il momento di andarsene" pensò lui

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   "E così era arrivato il momento di andarsene" pensò lui.
Decise che doveva vederla un ultima volta, salutarla prima di andarsene, era deciso a dirle addio, anche se era l’ultima cosa che avrebbe voluto dirle, ma non aveva altra scelta.

Lei non gli lasciava altra scelta.

Si diresse verso la sua camera e appena arrivò davanti alla porta, ebbe qualche tentennamenti, anche perché non sapeva se c’era oppure no, come il giorno precedente.

Bussò ma non rispose, ciò voleva dire che non c'era.

Sospirò non sapendo bene che fare, non voleva andarsene senza prima dirle addio o forse arrivederci, non era sicuro che sarebbe stata una cosa definitiva o per lo meno lui non voleva che lo fosse.

"Che idiota! Sperava ancora che lei gli chiedesse di restare!" Era davvero un idiota se lo pensava davvero.

Scosse il capo decidendo di andarsene "Indubbiamente a lei non importava sapere che se né stava andando, anzi sicuramente avrebbe preferito che lui se ne andasse senza salutarla, d’altronde era lei che gli aveva chiesto di andarsene perché evidentemente non le faceva piacere vederlo.
Quindi perché disturbarsi a salutarla?
Lei non voleva saperne nulla di lui".

Si voltò e, in quel momento, andò a sbattere contro di lei.
Sentì il suo profumo intenso e subito il suo cuore reagì iniziando a battere fortissimo nel petto, fino ad arrivargli in gola.

Adesso che lei era lì aveva perso il coraggio di dirle ciò per cui era andato lì.

Riusciva a percepire gli occhi di lei su di sé.

Lei si schiarì la gola <Posso passare?> gli chiese e lui annuì scostandosi per permetterle di passare ed entrare in camera sua, com’era suo diritto poter fare.

<Posso entrare?> chiese lui poco dopo.

<Si> rispose lei.

La sua voce aveva assunto una strana tonalità, ancora quella paura, quella preoccupazione e ancora quel desiderio che lei cercava di reprimere.

Tutte cose che lei voleva nasconderli, ma che non le riusciva bene, a quanto pare non era molto brava a mentire o per lo meno, nessuno era così bravo a mentire a parole, forse con le espressioni del viso era più brava a mascherare ciò che sentiva, in fin dei conti coloro che vedevano dicevano che gli occhi erano lo specchio dell'anima, per coloro che come lui non ci vedevano non c'era niente di più rivelatore della voce, da essa riusciva a dedurre qualsiasi emozione.

Si chiuse la porta alle spalle.

<Non rimarrò molto> la rassicurò, tanto per farla sentire più a suo agio mentre si avvicinava a lei.
"Voleva per l’ultima volta toccare il suo viso e sperava che glielo permettesse".

Lei restò immobile, mentre lui le si avvicinava, man mano che si avvicinava sentiva il bisogno di rimangiare quello che aveva appena detto, non voleva andarsene davvero.

Si fermò quando le fu vicino <Sono venuto per salutarti! Me ne sto andando, proprio come mi hai chiesto> ammise con un sorriso cercando di lasciarle come ultimo ricordo un sorriso.

Era sicuro che lei lo stesse fissando, non era sicuro però di ciò che gli avrebbe detto in quel momento.
Una parte di lui sperava ancora in un non andartene, un’altra gli diceva di non farsi illusioni e in effetti era meglio che non lo facesse, gli si sarebbe spezzato il cuore in modo peggiore, se avesse sperato ancora in qualcosa che non sarebbe accaduto.

Prese un bel respiro <Posso> disse alzando le mani per portarle al suo viso <Toccare il tuo viso un ultima volta prima di sparire per sempre dalla tua vita?> le chiese e nel pronunciare quelle parole gli si spezzò il cuore, la stava perdendo e gli stava permettendo di cacciarlo.

Lei annuì probabilmente perché sentì il suo capo alzarsi e abbassarsi come segno di assenso.

Le mise una mano sulla guancia sentendo per l’ultima volta la morbidezza della sua pelle.
L’accarezzò dolcemente memorizzando ogni attimo di quel momento, ogni respiro, ogni più piccolo rumore.

Lei gli afferrò la mano stringendo, mentre lui le accarezzava quella guancia un ultima volta.

Abbracciò quelle emozioni intense e così belle da far male un ultima volta, perché non le avrebbe provate più una volta che si sarebbe allontanato da lei, che l’avrebbe lasciata come gli aveva detto.

In quel momento si abbassò per baciarla, sentì la morbidezza delle sue labbra contro le proprie, di nuovo assaporò quel sapore di libertà che solo lei possedeva.

Un’infinita amarezza lo pervase, mentre le regalava quel bacio d’addio.

Smise di baciarla e accarezzò le sue guance e sentì qualcosa di bagnato nei polpastrelli, le baciò la guancia e sentì il sapore del sale in una goccia.

<Stai piangendo> disse lui incredulo.

Lei scosse il capo emettendo un suono di diniego, continuava a negare ciò che provava per lui.
"Questa era una prova abbastanza forte da permettergli di restare?" Si chiese lui "Ovviamente! Ma non era stata lei a chiedergli di farlo, anche se era evidente avrebbe voluto".

Lui sospirò e sorrise triste, appoggiò la sua fronte contro quella di lei <Che stupido, sto ancora aspettando che tu mi chieda di rimanere, ma non lo farai non è vero?> le chiese con tono pieno di amarezza.

La lasciò allontanandosi da lei, arrivò davanti alla porta e si fermò, senza voltarsi <Adesso penso che sarebbe stato meglio non averti mai conosciuta, perché è vero mi hai salvato la vita, ma mi hai spezzato il cuore, avrei preferito essere morto, d’altronde non c’è nulla che mi trattiene su questa terra, ti sei data da fare per niente> disse con tono triste.

Aprì la porta <La cosa che più mi dispiace è che ti stai lasciando condizionare dalla paura Lachesi, le stai permettendo di vincere e le stai permettendo di farti perdere la felicità> affermò lui in tono desolato per lei, perché non era capace di combattere per lui, per loro, per il loro amore.

Sorpassò la porta aperta e andò via.
"Era giusto così! Lui aveva fatto tutto il possibile, forse lei non era pronta per aprirsi all’amore, ma così facendo stava rinunciando al loro amore. Ci stava rinunciando perché era troppo vigliacca per combattere per esso?
O perché non lo amava abbastanza da combattere per tenerselo? Perché era da escludere che non lo amasse.
Lei lo amava, ma aveva anche paura ad ammetterlo e forse quando lo avrebbe ammesso sarebbe stato troppo tardi per loro".

Se ne andò sentendo un macigno sul cuore.
"Aveva perso.
Di nuovo!"

 Di nuovo!"

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2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora