Diciotto

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Lachesi si sentiva al settimo cielo

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Lachesi si sentiva al settimo cielo.
N

on si era mai sentita così bene in tutta la sua vita.

Adesso però il lavoro la stava chiamando, anche perché se non avesse svolto il suo dovere per bene Zeus avrebbe potuto anche accorgersi di quello che stava accadendo sotto il suo naso e quindi era meglio non attirare l’attenzione.

Si mise al lavoro, osservando tutte le vite di ogni essere umano.
Ognuno con la sua storia.
Il suo dolore.
I suoi sacrifici.
Gli sbagli.
Dio quanto odiava vedere gli sbagli della gente e poi i rimorsi che né seguivano.

Come si faceva a non rendersi conto che una cosa era sbagliata?
Oppure farla lo stesso anche se è sbagliata?
Tutte quelle riflessioni però la portarono alla sua situazione con Dean.
Anche loro stavano facendo qualcosa che fondamentalmente era sbagliato.
E nonostante questa consapevolezza lei lo stava facendo lo stesso.

Perché non poteva fare diversamente pensò.
Come poteva lasciarlo andare quando era l’unico uomo sulla faccia della terra che la faceva stare bene?
Che la faceva sentire una donna.
Non si era mai sentita a quel modo.

Si era sentita molte cose durante la sua esistenza.
Una dea.
Temuta persino.
Il destino.
Il fato.
O qualunque altro nome le affibbiassero gli esseri umani.
Si era sentita tante cose, ma mai si era sentita una donna.
Una donna con dei bisogni, delle necessità.
E lui la faceva sentire esattamente a quel modo.

Le faceva sentire il bisogno di stare con lui.
Le necessità di stare con lui.
Di passare del tempo insieme.
Di parlare con lui.
Di dirgli tutto di sé, mentre lui le diceva tutto di sé stesso.
Sentiva la necessità che lui le stesse accanto, che l’amasse.
Non erano semplici bisogno.
I bisogno potevano anche essere ignorati, ma le necessità no.
Quelle non potevano né essere ignorate, né tanto meno svanire nel nulla.
Decisamente era una cosa che non poteva succedere.
E lei sentiva ancora la sua risata.
Sentiva ancora il suo profumo.

Si concentrò sul suo lavoro tornando al presente.
In modo piuttosto brusco.
Dean era un sogno ad occhi aperti che ogni volta doveva mettere in pausa per fare bene il suo dovere.
Sospirò e si concentrò.
Fu un lavoro lungo ed estenuante, ma alla fine ce l’aveva fatta.
Chissà come mai si sentiva così stanca, non le era mai capitato pensò.
Scrollò le spalle.

Era così tesa si rese conto.
Andò a farsi una doccia e si rese conto che ormai si era fatto giorno e non aveva chiuso occhio.
Dopo la doccia, indossò un vestito e decise di andare da Dean per vedere se stava ancora dormendo, almeno avrebbero fatto colazione insieme.
Avrebbe anche potuto svegliarlo.

Alla fine andò in cucina e desiderò un cornetto e del caffè e poi andò da Dean.
Quando aprì la porta, fu una bellissima visione.
Questa volta era a petto nudo, indossava un paio di jeans, i capelli bagnati che gocciolavano e che quindi bagnavano il suo petto.

2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora