Quindici

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   Stava piangendo e non riusciva a fermare le lacrime

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   Stava piangendo e non riusciva a fermare le lacrime.

"Se ne sta andando!".

Una parte di lei le gridava di correre da lui e di fermarlo, di supplicarlo se fosse stato necessario a farlo rimanere, un'altra invece le diceva di lasciarlo andare perché se fosse rimasto, lei lo avrebbe ucciso.
Non lei, ma Zeus si, e lei non avrebbe potuto sopportarlo, non avrebbe sopportato di vivere una vita senza di lui, ma anche adesso l'avrebbe vissuta.

In quel momento proprio davanti a lei vide Atropo, aveva gli occhi annebbiati dalle lacrime, quindi fece fatica a riconoscerla.

Si asciugò gli occhi con le mani, mentre cercava di smettere di piangere ma invano.

Atropo le diede un ceffone bello forte sulla guancia, procurandole un dolore fisico, diverso da quello che provava perché Dean se né stava andando e lei glielo stava lasciando fare ben sapendo che aveva il potere di fermarlo.

<Che diavolo stai facendo qui impalata?> chiese lei arrabbiata <Anziché piangere fermalo, se ne sta andando, per sempre> affermò Atropo e sentì il suo cuore perdere un colpo.

<Non posso chiedergli di rimanere> disse lei.

<E perché no?> le chiese Atropo.

<Perché lo condannerei a morte lo capisci?> le rispose.

Atropo sorrise con dolcezza <L'amore non ha mai ucciso nessuno, anzi tutto il contrario, adesso corri da lui, và> la incitò lei spingendola persino.

Lei non sapeva cosa stava facendo finché non si ritrovò a correre per inseguirlo.

"Sapeva che stava facendo l'errore più grande della sua vita, ma non poteva lasciarlo andare, aveva ragione lui, si stava lasciando condizionare dalla paura, paura di perderlo e lo avrebbe perso in ogni caso, forse sarebbe stato più accettabile perderlo dopo averlo amato come desiderava, forse l'avrebbe uccisa di meno".

Corse più veloce che poté e poi lo vide, si catapultò verso di lui e lo afferrò dal braccio stringendo forte la presa.

Lui si voltò e i loro occhi s'incontrarono e lei sapeva che lui la vedeva meglio di chiunque altro <Dean> disse il suo nome in un sussurro <Non andartene> affermò in quel momento.

Lesse lo stupore sul suo viso, aveva detto lui stesso che ci aveva sperato <Avevi ragione tu, su tutto> ammise lei continuando a guardarlo <Ma non voglio che la paura m'impedisca di stare con te> disse seriamente <Sono stati i giorni più belli della mia vita quelli passati con te ed io non voglio rinunciare a te, anche se so che è sbagliato, che quello che provo per te ci porterà alla rovina> ammise lei, anche se stava per dire morte, aveva preferito usare un vocabolo meno forte.

Lui la fissò intensamente e sorrise, quel sorriso le fece battere forte il cuore per la contentezza.

<Resti?> chiese lei in quel momento e lo disse in tono incerto, aveva paura che avesse cambiato idea su di lei, che fosse troppo tardi, che lui non volesse più vederla per averlo mandato via solo per la sua paura di perderlo.

Lui le afferrò la mano e la portò alle labbra baciandone il dorso <Se è quello che vuoi> affermò lui con un sorriso.

Lei sorrise entusiasta, avrebbe voluto saltargli addosso, urlare per la felicità che provava in quel momento.

Lui le lasciò la mano e lei gli si gettò tra le braccia, aveva la testa poggiata sul suo petto e poteva sentire il battito del suo cuore accelerato, rimase per un po' così, stretta a lui, per assicurarsi che fossero vero, tenendo le mani premute contro la sua schiena e sentendo il suo calore e la sua pelle sotto i vestiti.
I muscoli.

Sorrise felice di averlo fermato.
"Il dopo non importava" si disse "Importa il qui e ora e finché lui non avesse saputo nulla su di lei, Atropo, Cloto e Mike, lui sarebbe stato al sicuro, Zeus non poteva incolparlo di nulla. Finché lui non avesse scoperto chi in realtà tutti loro erano sarebbe stato al sicuro e non avrebbe rischiato alcuna punizione e avrebbero potuto stare insieme".

Era un bel compromesso, un compromesso di cui avrebbe dovuto parlarne con lui, ma non importava.

Sorrise felice per quell'istante, non si era mai sentita così felice prima, mai prima di allora.

Lui la strinse forte contro di sé, mettendole una mano sulla nuca e una sulla schiena, lei non si era mai sentita più al sicuro di così.
In quel momento aveva tutto.

<Non lasciarmi> sussurrò in tono così basso che non credette lui l'avesse sentita, infatti non diede segni di averla sentita perché non rispose.

Lei si scostò da lui, anche perché era già un po' che erano fermi lì e che le persone passavano e li guardavano in modo strano, in realtà non c'era nulla da vedere, anche perché c'erano persone che di solito si baciavano in mezzo alla strada, ma nessuno diceva nulla, loro si stavano solo abbracciando, una cosa normale per una coppia, per due persone che si amano.

"Si lo amava era inutile negarlo visto che ormai lo sapevano tutti, persino i muri, ma lui l'amava?" Si chiese lei.
Credeva di si, pensava di sì, non che lo avesse detto esplicitamente ma si capiva dal suo comportamento.

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2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora