Trentaquattro

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D’ un tratto i suoi occhi cominciarono a vederci.
Adesso riusciva a vedere Zeus e Atena la donna che gli aveva appena confermato che suo nonno non era pazzo.
Lui era davvero chi gli aveva detto di essere.

Hercules era davvero suo antenato.
E lui che non ci aveva creduto.
Credeva che suo nonno lo dicesse per farlo sentire speciale, per consolarlo del fatto che fosse cieco.
Quando si accorse di vederci rimase stupito.
Si staccò da Lachesi.
Voleva vederla.
Finalmente.

Quando la vide non né rimase deluso.
Era bellissima ed era molto più bella di come l’aveva immaginata.
Di come la vedeva nella sua mente dopo averla accarezzata più volte per imprimersi il suo volto nella mente.
Guardò i suoi occhi neri.
I capelli rossi.
La pelle mulatta.
Le labbra carnose.

<Ci vedo> le disse entusiasta guardando il suo viso.
Sapeva che gli ci sarebbe voluto un po’ per abituarsi al fatto che adesso ci vedesse, ma era soprattutto felice di poter vedere il suo viso.
Era così bella.

<Sei splendida> disse con un sorriso.
Lei gli sorrise raggiante.
La baciò stringendola forte e poi lei lo aiutò ad alzarsi.

Atropo e Mike.
Li vide in quel preciso momento.
Non aveva mai pensato che aspetto potesse avere Atropo, ma non si sarebbe aspettato che potesse essere così pallida e scheletrica.
Bè era la morte si disse.

Mike invece era messo abbastanza bene per uno che stava con la morte e aveva un’aria simpatica.

<E così sei un semidio, che fortuna> affermò lui con un sorrisetto.
Lui sorrise.

<Già> disse tenendo un braccio attorno alla vita di Lachesi.
Non voleva lasciarla nemmeno per un secondo.

In quel momento si voltò verso Zeus.
L’uomo che lo aveva torturato.
Godendo del suo tormento.
Di quello di Lachesi.
Che aveva fatto piangere la sua donna.
E con il quale a quanto pare aveva un rapporto di parentela.
La cosa lo disgustava.
Anche se da una parte non poteva non ringraziarlo.

Se non ci fosse stato lui non sarebbe mai esistito e se non avesse creato Lachesi non avrebbe mai amato.
A quanto pare c’erano parecchie cose di cui avrebbe dovuto essergli debitore.
Lui si avvicinò a Zeus.

<Spero potrai perdonarmi un giorno per tutto quello che ti ho fatto passare> affermò serio.
Lui scrollò le spalle.

<Per farlo dovrei riuscire a dimenticare quello che hai fatto a Lachesi e non credo né sarò capace> disse seccamente.

Si voltò senza degnarlo più di uno sguardo e si girò a guardare ancora una volta la donna che amava tanto.
Le mise le mani sul viso accarezzandola.
Era sempre la stessa.
Sempre la sua Lachesi.

<Torniamo a casa> le disse e lei annuì.
In un attimo furono loro due da soli.

<Non sei deluso?> gli chiese lei.
Lui la guardò confuso.

2 -Le Guardiane-                                                         LachesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora