Capitolo 2

153 24 47
                                    

           

Varco l'ingresso del liceo, e mi ritrovo dentro una sala grandissima, con dei divanetti e delle poltrone, mi guardo intorno senza sapere cosa fare. Vedo alcuni ragazzi seduti che mi lanciano qualche sguardo, poi una ragazza entra dietro di me e si dirige oltre i divani, così decido di seguirla, vedendo che anche lei come me ha delle borse.

Arriviamo in una stanza dove è seduta una donna intenta a sfogliare carte e a interrogare un gruppo di ragazzi. Intuendo che sia la segretaria ci mettiamo in fila, la ragazza si volta verso di me sorridendo. "Anche tu sei appena arrivata in questo liceo?" mi chiede.

"Sì" rispondo con un sorriso "che emozione essere qui" aggiungo cercando di socializzare con questa ragazza che sembra gentile.

"Già anche io ne sono entusiasta, non vedevo l'ora di vivere questa esperienza. Comunque sono Evelyn" dice allegramente tendendomi la mano.

"Io sono Isabelle, piacere" rispondo timidamente con un sorriso, stringendole la mano.

"Speriamo di conoscere qualcuno, e non vedo l'ora di iniziare le lezioni e vedere la mia stanza" dice con entusiasmo.

"Anche io sono molto curiosa, ci sono tante cose da scoprire".

A un tratto arriva il turno di Evelyn, la segretaria le fa delle domande poi le consegna una chiave, lei indietreggia e mi dice: "Ti aspetto, così ci addentreremo insieme nella scuola per scoprire le nostre stanze".

"Grazie, mi sembra una buona idea" rispondo avvicinandomi alla segretaria.

"Buongiorno" dico timidamente.

"Buongiorno, come ti chiami?".

"Isabelle Light". La segretaria cerca sul computer, poi annuisce, scrivendo qualcosa su un quaderno, mi tende una chiave e aggiunge "la tua stanza è al primo piano, benvenuta nel nostro liceo signorina Light".

"Grazie... Arrivederci" rispondo, raggiungendo Evelyn.

"Io sono alla stanza 20, tu?" mi chiede incuriosita.

"Anche io!" esclamo entusiasta, per fortuna la mia compagna di stanza è simpatica, che sollievo.

"Che bello siamo compagne di stanza!" esclama felice. A quel punto ci incamminiamo per le scale, arrivando al nostro piano.

"Wow, chissà come sarà la nostra stanza" dice allegra.

"Già, sembra davvero bello qui".

"Ti hanno accompagnata i tuoi genitori?" mi chiede.

"Sì, è stato difficile separarmi da loro, mi mancheranno ma sono felice di essere qui. Anche mio fratello ha frequentato questo liceo e mi ha detto che è un'esperienza indimenticabile, quindi ne ero entusiasta anche se un po' spaventata".

"È sempre difficile essere lontani da casa, in un posto nuovo, ma era un'idea che mi incuriosiva e attirava, e ora che sono qui sono sicura di aver fatto la cosa giusta".

Mentre sono intenta a camminare e parlare con Evelyn, faccio appena in tempo a sentire dei passi che mi ritrovo per terra, dopo essermi scontrata con qualcuno.

Alzo la testa e vedo un ragazzo in piedi che mi guarda: è davvero bello, i suoi occhi azzurri mi scrutano con indifferenza, due ragazzi accanto a lui ridono, mentre lui si limita a guardarmi quasi con disprezzo. "Guarda avanti quando cammini, novellina" dice mentre i suoi amici non smettono di ridere.

Io non riesco a dire nulla, rimango ammutolita, come se mi fosse andata via la voce.

"Sei tu che dovresti stare attento a dove vai, e magari chiedere scusa se vai addosso alle persone" esclama Evelyn.

Quello che non so di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora