Capitolo 8

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"L'hai sentita Alex, è cotta di te, povera illusa" ridacchia Cassidy.

"Complimenti Alex bella interpretazione, tu mi piaci davvero, era commovente" ride Eric dando una pacca ad Alex.

"Di cosa state parlando?" chiedo io con voce tremante "Alex...".

Alex alza la testa guardandomi finalmente negli occhi, mi sembra di vedere un velo di tristezza nel suo sguardo, ma poi un sorriso si stampa sul suo viso, mi guarda con sguardo gelido dicendo: "Sul serio pensavi che provassi qualcosa per te? Che mi piacessi? Mi spiace Isabelle, non sei all'altezza".

"Ovviamente solo io sono degna di Alex, vero amoruccio?" dice Cassidy con sguardo da cerbiatta, prendendo il viso di Alex che le stampa un bacio sulle labbra.

Io rimango ancora immobile, incredula, non posso credere di essere stata presa in giro così, ci sono cascata come una stupida, eppure sembrava tutto così vero, lui sembrava sincero quando mi parlava della nostra infanzia tenendomi tra le braccia. Sento le lacrime salirmi agli occhi ma le trattengo, non voglio risultare ancora più ridicola di quanto non lo sia già.

Mi alzo in piedi, poi guardo Alex con sguardo sprezzante, concentrando nella mia voce tutto l'odio e la rabbia possibile: "Sappi Alex che quando ho detto che provo dei forti sentimenti per te intendevo che ti odio con tutta me stessa, mi fai ribrezzo davvero, sei la persona più insopportabile che si possa incontrare, l'Alex che conoscevo non esiste più, se ti vedesse ora ti disprezzerebbe pure lui" nonostante la voce mi tremi noto con soddisfazione che le mie parole hanno avuto l'effetto desiderato, tutti mi guardano stupiti, Alex sembra toccato dalle mie parole, mi guarda sconvolto, quasi ferito.

"E tu Cassidy sei solo una gatta morta, siete tutti spregevoli" esclamo vedendo la faccia di Cassidy arrossire dall'imbarazzo, così giro i tacchi e corro via, dirigendomi all'interno della sala dove ancora la festa continua.

La musica mi stordisce, continuo a correre, sento le lacrime rigarmi il volto. Mi precipito verso la porta, uscendo finalmente da quella sala infernale, dimenticandomi dei miei amici che forse si chiederanno dove sono, chissà se almeno loro si staranno divertendo. Mi precipito in corridoio, lasciandomi scivolare in un angolo contro il muro, piangendo tutte le mie lacrime, di rabbia e tristezza, seppellendo la testa tra le ginocchia e raggomitolandomi su me stessa, le braccia intorno alle gambe, la schiena addossata al muro, nella speranza che la parete mi risucchi al suo interno o che si apra una voragine nel pavimento in cui possa sprofondare e svanire.

Sento una mano posarsi sul mio braccio, alzo la testa di scatto, colta di sorpresa e incontro lo sguardo di Daniel. "Ehi Izzy" mi dice con dolcezza, asciugandomi con il dito una lacrima che mi scendeva sulla guancia "che cosa ti è successo?".

Racconto a Daniel l'accaduto, e di come Alex e gli altri mi abbiano umiliata, ma anche della frase finale che gli ho detto per riscattarmi dall'imbarazzo. Appoggio la testa sulla spalla di Dan e lascio che le sue braccia mi avvolgano prima un po' impacciate, poi con più sicurezza.

La sensazione che provo tra le sue braccia è completamente diversa da quella che provavo tra le braccia di Alex: con Alex era tutto brivido, eccitazione, battito cardiaco accelerato, invece tra le braccia di Daniel mi sento tranquilla, mi dà sicurezza e mi rilassa, mi sento improvvisamente meglio.

"Non ci posso credere, Alex è davvero un imbecille, non che sia una novità, ma non riesco a credere come possa aver ferito te, che sei così dolce, simpatica e forte" dopo aver detto quelle parole distoglie lo sguardo arrossendo.

"Non mi definirei forte, soprattutto ora che ho pianto come una bambina" dico con un sorriso amaro, nonostante provi piacere per le parole gentili di Daniel.

"E invece per me lo sei, nonostante tutto hai saputo tenergli testa e dirgli ciò che si meritava, io invece mi lascio sempre umiliare senza riuscire a reagire" dice con tristezza.

"È successo qualcosa anche a te stasera?" chiedo.

"Cassidy si è presa di nuovo gioco di me, e io che ci casco sempre, lei è così bella e convincente".

"È proprio una vipera" dico con rabbia.

"Come potrei mai piacerle? Lei ha Alex, che è perfetto, e io... sono solo Daniel".

"Cassidy non ti merita Dan, tu sei così gentile e intelligente, sei un ragazzo fantastico. Lei e Alex si meritano a vicenda, sono vili e giocano con i sentimenti delle persone, perché in realtà non stanno bene con se stessi, sono talmente insopportabili che non si sopportano neppure loro".

Daniel mi sorride. "Mi ha fatto bene parlare con te, alla fine questa serata si è conclusa bene nonostante tutto".

"Sì hai ragione, grazie per avermi ascoltata, è bello avere un ragazzo come amico, è una cosa nuova per me ma mi piace" gli dico sorridendogli.

"Anche per me è una novità avere una ragazza per amica, ma sono felice che sia tu".

A un certo punto sentiamo dei passi avvicinarsi a noi. "Dove cavolo eravate finiti voi due?!" esclama Lyn guardandoci con un misto di preoccupazione e rimprovero.

"È una lunga storia" dico io.

"Tranquilli abbiamo tempo" risponde Jason con le braccia conserte.

Dopo aver raccontato le rispettive disavventure, i nostri amici ci guardano con aria dispiaciuta. "Mi spiace tanto Izzy, sei stata forte comunque, non ci posso credere che sia stato così stronzo"

"Non preoccuparti Lyn, è tutto okay ora" la interrompo io.

"E Cassidy sempre la solita, comunque la banda di Alex e Cassidy ha infastidito anche noi" commenta Jason sbuffando.

"Sul serio? E cosa vi hanno fatto?" chiede Daniel incuriosito.

"Frank mi ha versato inavvertitamente il suo drink sulla camicia" si lamenta Jason. Solo ora mi accorgo della chiazza sulla sua camicia, e capisco anche il perché di quell'odore di vodka.

"E Lily e Katie, sempre per sbaglio, mi hanno urtata facendomi scontrare con un ragazzo che ha fatto cadere il suo drink sulle mie scarpe, erano il mio paio preferito" dice Lyn sbuffando.

Osservo che le sue scarpe sono bagnate come la camicia di Jason, e puzzano di alcool.

"Sembra che i nostri nemici abbiano messo in atto il loro contrattacco, c'era da aspettarselo" commento io.

"Già e sono riusciti a rovinare la nostra serata di divertimento in compagnia" aggiunge Evelyn dispiaciuta.

"Ci rifaremo Lyn, intanto pensate che dovremmo escogitare qualcosa per fargliela pagare?" chiede Jason determinato.

"Penso che ora non ho la mente abbastanza lucida per pensarci, ho bisogno di dormire, già domani a lezione sarà un'impresa restare svegli" commenta Daniel sbadigliando.

"Concordo con Dan, ora andiamo a dormire, per domani li ignoreremo, così abbasseranno la guardia, e poi penseremo a come muoverci" dico io stiracchiando le braccia, la stanchezza iniziava a farsi sentire.

"Andata, ora tutti a letto, a domani ragazzi" esclama Lyn incamminandosi insieme a me verso la nostra stanza.

"A domani ragazze, sogni d'oro" risponde Jason con un cenno, allontanandosi con Daniel verso il piano di sopra.

Io e Lyn ci mettiamo con fatica il pigiama, dopodiché ci buttiamo sui letti, il contatto morbido con il cuscino e il calore delle coperte mi inebriano e rilassano. "Notte Izzy" mi dice Lyn con voce assonnata.

"Notte Lyn" rispondo prima di sprofondare nel sonno.

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