"Sono le sette e cinque. Mi dici che stai facendo?" Sbottò l'uomo dall'altro lato del telefono.
Non sapevo con quali capacità stavo riuscendo a parlare, tenere il telefono e truccarmi. Infatti sospettavo che non ci sarei riuscita ancora per molto tempo.
"Ric, se mi mandi sempre messaggi mi distrai. Non riuscirò mai a mettermi il mascara senza combinare macelli. Se mi chiami è peggio."
"Muoviti dai!" E riattaccò. Lo sentivo molto nervoso e non capivo come una festicciola potesse agitarlo così tanto.
Infilai le scarpe e scesi di fretta le scale dell'hotel. Riccardo mi aspettava nella hall da dieci minuti.
Senza parlare ci dirigemmo verso un locale a un centinaio di metri da lì.Avevo male ai piedi, odio camminare con i tacchi, per quanto il mio essere modella mi imponga di camminarci. Dovevo farmene una ragione prima o poi.
"È qui la festa?"
"Esatto." Rispose.
"E la mia sorpresa?""Dovrebbe già essere arrivata. Di certo non è ritardataria come te." Gli feci una linguaccia ruotando gli occhi, scaturendo una sonora risata da parte sua.
Adorava sfottermi e farmi esasperare, e ci riusciva anche molto bene.
La musica nel locale era già a palla, nonostante fosse praticamente ancora pomeriggio: il sole stava tramontando e di stelle ce n'erano pochissime.
Salimmo al piano di sopra. Alcuni ragazzi già ubriachi si avvicinarono a me, ma feci in tempo a salire dei gradini per distaccami da loro.
Come facevano ad essere già brilli alle sette? Io aspettavo almeno le dieci per darmi all'alcool, perché se cedevo subito erano guai.
Arrivammo nei pressi di una stanzetta, la classica camera insonorizzata dove ci sono le persone importanti che non vogliono sentire troppa musica per parlare tranquillamente o fare altro.
"Aspetta qua fuori. Vedo se è arrivata la sorpresa. Non sbirciare."
"Ai suoi ordini."Riccardo entrò nel privet e io iniziai a guardarmi intorno sperando che quei due ubriachi non salissero le scale.
La mia unica arma sarebbe stata accecarli con i tacchi che gli avrei tirato dietro, uno a testa, nella speranza di non sbagliare mira e colpire roba a casaccio.
Ne sarei stata molto capace.
Mi sedetti ad una poltroncina là vicino.
Riccardo era sparito da interminabili minuti. Chissà cosa stava dicendo, chi stava chiamando, o cosa stava organizzando.Fatto sta che, dopo un po', l'omone che gli aveva aperto la porta riapparve e si diresse verso la mia poltrona, verso di me.
"Angelica?"
"Sì?"
"Vieni che ti aspettano."Ti aspettano. Chi?
Entrai.La sorpresa non era una semplice sorpresa.
Era di più.
Era l'incontro che avevo sempre desiderato.
Il modo di sedere.
I capelli.
La maglietta.
La forma del volto.
Le mani grandi ma dall'aspetto delicato.
Lui, insomma."Hi!"
Shawn Peter Raul Mendes era seduto proprio di fronte a me e le mie gambe minacciavano di cedere da un momento all'altro.Se vi può interessare, su Instagram ho aperto il profilo dove posterò curiosità, notizie, aggiornamenti e scleri a proposito di tante cose e delle mie storie, e dove potete anche mandarmi dei messaggi e farmi sapere il vostro parere!
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Alla prossima!
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No promises. [S. M.]
Romansa{STORIA COMPLETATA} [...] "Ti ho desiderata così tanto in questi mesi. Sei così importante. Perdonami, sono stato uno stupido." Non parlai. Non sapevo cosa rispondergli. "E se ti dicessi che ti amo?" "E se ti dicessi che preferisco che tu sparisca d...