Venticinque.

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"Perfetto! Anche questa scena va benissimo. Complimenti a tutti e due." Disse il produttore.

Mi staccai da Shawn. Lui mi sorrise. Ce l'avevo fatta, anche se quell'ultimo abbraccio mi sembrò molto finto rispetto a quello di quel mattino.
(Non che quello mi fosse venuto spontaneo, ma vabbè.)

"Tra qualche giorno vi chiamerò per farvi vedere il video insieme. Poi lo monteremo per bene. Ci aggiorniamo."
"Perfetto. Arrivederci." Salutai e uscii dal set.

"Ang, che ne dici di andare a vedere un film?" Propose Shawn.
"E lo chiedi pure? Ti aspetto fuori, prendo un po' d'aria."
"Okay." Scattò verso il camerino per cambiarsi. Dopo due minuti era di nuovo da me.

New York era più fresca, quel giorno. L'aria era più pulita e solleticava i polmoni. Inspirai prima di rivolgere il mio sguardo su Shawn.

"Andiamo." Disse deciso.

Camminammo un po' fino ad arrivare ad una Mercedes nera. Shawn tirò fuori le chiavi facendo emettere un tintinnio.

"È tua?" Adoravo le Mercedes.
"Esattamente." Si pavoneggiò venendomi ad aprire lo sportello del passeggero.
"La ringrazio, signor Mendes." Salii in macchina e andammo verso il cinema.

Non parlammo per tutto il tragitto. Lui guidava con un sorriso stampato sul volto e io non potevo fare a meno di guardarlo, mentre in radio c'era Stay With Me- Sam Smith.

Scesi dalla macchina, facemmo pochi passi quando il cellulare di Shawn suonò.
Lui, prima di rispondere, fece dei piccoli no impercettibili con la bocca e mi rivolse uno sguardo seccato.

"Pronto?"
"Ehi."
"Sì."
"Tutto bene."
"Ehm... Se la cavicchia ma tu faresti meglio come modella."

Mi rivolse poi uno sguardo disperato. Evidentemente si era ricordato che io avevo sentito la sua ultima risposta e che lo stavo guardando piena di ira.

"Sì. Ci sentiamo più tardi."
"Sono impegnato capiscimi, dai."
"Devo proprio?"
"Okay. Ti amo."
"Ciao ciao."

Volevo sotterrarmi.
Volevo letteralmente estinguermi dalla faccia della terra.
Ed io che pensavo di piacergli. Invece era evidentemente fidanzato.

"Cosa hai sentito?" Mi chiese, avvicinandosi.
Feci due passi indietro, mi tenevo a distanza. Le gambe erano partite. Il cuore mi batteva a mille dalla rabbia e la voce urtava contro i denti e le labbra per uscire e urlargli contro.

"Se la cavicchia, ma tu faresti meglio. Ti amo. E tutto il resto." Risposi irritata imitando la sua voce da dolce innamorato diabetico.

Scoppiai in lacrime.

"Perché piangi?" Si incupì.
"Perché credevo di piacerti. Perché me l'hai detto stamattina. Ma sei già fidanzato. Sono solo un intrattenimento. Sono così terribile da dover essere presa in giro?" Singhiozzai.

"No. Ang. No. Io... non volevo."
"Non vuoi mai nulla. Non vuoi baciarmi, non vuoi prendermi per mano, non vuoi illudermi. Eppure lo fai." Piangevo come una fontana, impuntata su quel marciapiede grigio chiaro.

"Angelica... mi piaci sul serio." Sussurrò.
"Ma vaffanculo." Sbottai e iniziai a camminare nella direzione opposta alla sua.

Non sapevo in che quartiere di New York mi trovassi, a quale distanza dall'hotel.
Ma dovevo allontanarmi da Shawn il più possibile, per poter piangere in tranquillità.

Trovai una panchina e ne feci il mio angolo di disperazione.
La gente passava e mi chiedeva se stessi bene, e questa cosa mi rallegrava un po'.

"Love." Rispondevo.
Loro annuivano, come per compiacermi, e andavano via.

Dopo un'oretta aprii Google Maps e cercai il percorso più breve per andare all'hotel.
Ed ebbi la fantastica vista della batteria al 4%.
Evidentemente qualcuno, lassù, voleva farmi passare una giornata di merda.

Ci volevano tra quarti d'ora compresa la metro. Erano le otto di sera.

Bello schifo.

Buongiorno!
Sono appena sveglia quindi non so quanti errori ci saranno.
Ce l'avevo già pronto, ma l'ho corretto. Ho cercato, almeno. C:
See you soon!

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora