Sessantatre.

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Angelica's pov.

La porta si aprì mentre qualcuno bussava.
Che cosa assurda.

"Posso entrare?"
"Sei già dentro. Vieni."

Cameron chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul letto, accanto a me.

"Tutto okay?"
"No, Cam. Non mi aspettavo che Shawn non mi dicesse niente della sua ragazza. Che voi non mi diceste niente."
"Non volevo che soffrissi."
"Grazie, ma ora sto peggio." Cercai di sorridere.

Cameron mi abbracciò d'impulso e io ricambiai, affondando il mio naso nei suoi morbidi capelli castani con le punte bionde.

Il suo profumo era fantastico. Fresco e dolce.

"Sai, non capisco come Shawn abbia scelto Amy dopo essere stato con te. Cioè, tu sei infinite volte meglio e non lo dico solo perché sei mia amica, ma perché è l'evidenza. Lei è bella, ma non quanto te, è un po' più alta ma pazienza, ma è terribilmente antipatica."

Gli diedi un bacio sulla guancia.
Lui sorrise.

"Grazie Cameron. Che ore sono?"
"Mezzogiorno."
"Hai da mangiare?"
"Sei sempre la solita. Vieni, scendiamo." Rise e mi prese per mano.

Mentre scendevo le scale intravidi una sagoma familiare.

"No..."
Era una voce fin troppo familiare.
Quei respiri che aumentavano di frequenza quando era arrabbiato, quei sospiri sonori di quando era combattuto.

"Shawn è tardi!!" La voce gracchiante proveniva da fuori.
"Vai a piedi!" Urlò lui, entrando in casa.

Appena feci due passi in salotto Shawn iniziò a correre verso di me, e non feci in tempo a fare un passo per scansarlo che ero già tra le sue braccia, ricambiando l'abbraccio e singhiozzando come una bambina.

Quel profumo e quel calore mi erano mancati un sacco, e nonostante volessi staccarmi non ci riuscii subito.
Volevo avere un suo ultimo abbraccio inciso sulla pelle.
Un abbraccio da non so cosa, perché non potevo reputarlo nemmeno un amico.

Lui si staccò, con gli occhi lucidi.
Io mi ripresi e tornai ad essere arrabbiata.

Cameron mi poggiò il braccio sulle spalle e fulminò il canadese con lo sguardo, quasi a dirgli di non fare cavolate, di non avvicinarsi a me.

"Mi sei mancata così tanto..." Fece lui, ansimante.
"E la tua ragazza non è riuscita a riempire la mancanza?" Mi impuntai.

Cameron mi riprese per mano e mi trascinò in cucina, senza che Shawn dicesse niente.

Che codardo.
Non me lo ricordavo così impotente.
Lui, che poteva riprendermi da un momento all'altro.
O che avrebbe potuto.
Perché ormai, ogni minuto che passava, mi sentivo sempre meno sua.

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora