No promises. [S. M.]

Otto.

Ci guardammo negli occhi prima di varcare la porta. Riuscivo a cogliere una sfumatura più nera nelle pupille nocciola.

Eravamo entrambi inconsapevoli di quello che ci avrebbero detto, di quello che sarebbe accaduto dopo.
Ci sedemmo ai posti di prima.

"Allora Shawn," Prese subito la parola Bill. "Ricordi di quando, qualche giorno fa, ti ho parlato del video per la canzone del nuovo album?"
"Sì. Cosa c'è di nuovo?"
"Ho parlato con diversi registi e tutti mi hanno proposto una sceneggiatura che aveva bisogno di una ragazza. Ho pensato che la signorina Castello, qui presente, calzerebbe a pennello."
"L'ho appena pensato anche io." Aggiunse Shawn.

Esplodevo.
Dentro scoppiava tutto. Ero un tumulto di emozioni.
Gioia. Tantissima gioia.
Volevo piangere.
Forse gli occhi lucidi mi vennero per davvero, perché Shawn mi sorrise, bellissimo come sempre.

"Io... io non so che dire. È un sogno che si avvera. Un onore. Grazie. Ric, signor Lawrence, e anche tu, Shawn. Grazie."
Lo scandii per bene.
Come se fossi il neo presidente americano subito dopo i risultati delle elezioni.
Forse è troppo gonfiato, ma l'emozione era quella. Proprio quella.

"Allora è deciso!" Esclamò Riccardo.
"Accettiamo la proposta, vero?"
"Naturalmente!"
Brindammo con un po' di spumante.

"Sono felice di lavorare con te." Mi disse Shawn.
Che carino che era.
"Anche io." Sorrisi.
Ricambiò.
Ricambiai ancora.

E stavamo lì, come due bambini, a sorriderci a vicenda.