Quarantaquattro.

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Ansia. Troppa ansia.
Non riuscivo nemmeno ad afferrare la tazza con il latte per bagnarmi lievemente le labbra, prima di rispondere.
Le mani erano impregnate di sudore.

"Perché è una persona fantastica." Iniziai.
Buttai giù un sorso di latte, poi continuai.

"E non intendo perché è un cantante, perché vi capisco e avete ragione: sarebbe orribile se una ragazza si fidanzasse con Shawn solo per la sua fama, e per diventare famosa a sua volta, per farsene un vanto. Ma io non sono quella ragazza.
Certo, sin da subito c'è stata una certa attrazione, lo ammetto, ma poi mi sono innamorata di tutto il resto.
Perché non amo solo lo Shawn spavaldo che si destreggia e si scatena sul palco, ma anche tutto il resto.
Anzi, credo che proprio tutto il resto sia quello che mi ha effettivamente fatto perdere la testa.
Il suo strofinarsi la mano dietro il collo quando è imbarazzato, il suo arrossire quando dice cosa pensa senza giri di parole, o quando gli faccio un complimento, o quando le nostre mani si sfiorano.
I baci che mi da quando dormo, pensando che io non me ne accorga, e il sorriso che gli scappa dopo, prima di addormentarsi.
Il suo modo di svegliarsi, con i capelli sparati in aria e gli occhi socchiusi, quasi a mandorla, che a volte lo fanno somigliare ad un Giapponese e che mi fanno tanto ridere.
Il suo voler piacere alle persone che mi circondano, come quando, il giorno del mio compleanno, si sforzò di parlare in italiano con i miei genitori.
Il suo essere premuroso e costante nella mia vita, anche a migliaia di chilometri di distanza.
Il suo umorismo e la sua capacità di farmi ridere senza fare nemmeno un minimo sforzo.
A volte penso di non essere abbastanza. Poi sento la sua voce ed è capace di farmi dimenticare ogni tristezza, ogni dubbio.
È capace di tirare fuori un'Angelica migliore. Un'Angelica fantastica.
Quindi non sto con Shawn per la fama, ma per tutto il resto."

Vidi Karen piangere e Manuel guardarmi con un sorriso che da un orecchio arrivava a toccare l'altro.

Poi sentii qualcuno singhiozzare alle mie spalle. E non era Aaliyah, perché era accanto a me e mi accarezzava il dorso della mano, con gli occhi brillanti.

Mi voltai e non ebbi nemmeno il tempo di realizzare che mi trovai tra le braccia di Shawn, che mi bagnava tutta la maglietta con le sue lacrime.

"Perché piangi?" Sorrisi accarezzandogli i capelli.
"Perché hai detto cose bellissime."
"Allora sorridi, no?"
"Hai ragione."

Si ritrasse dall'abbraccio e si passò il dorso della mano sulle guance per asciugarsi le ultime lacrime.

"Allora benvenuta in famiglia." Disse Karen, abbracciandomi.
"Dio, sono così felice."
"Anche noi, Angelica, anche noi." Sorrise Manuel.

Shawn, poi, mi baciò.
Davanti a tutti.
Mi vergognavo un po'. Infatti credo di essere arrossita un sacco quando si staccò. Ma poco importava.

"Ti amo, piccola."
"Anche io ti amo, Shawn."

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora