È da mezz'ora che lo aspetto, ma non si è fatto ancora vivo. Le gambe mi tremano dalla paura.
Thomas mi viene vicino e mette il suo braccio sulle mie spalle:- Stai tranquilla. Vedrai che i tuoi genitori stanno bene e che quello stronzo andrà in galera una volta per tutte.- dice per rassicurarmi strofinando il suo pollice sulla mia guancia.
Con lui mi sento al sicuro, ma questa situazione mi mette un'ansia pazzesca. Voglio solo che finisca tutto al più presto.
Sento una sgommata improvvisa e alzo immediatamente lo sguardo che era perso nel vuoto.
Lo vedo scendere dalla moto, senza i miei genitori.- Che bel teatrino! Non mi aspettavo tutta questa accoglienza da parte tua!- ride ironicamente malvagio.
- Dove sono i miei genitori!?!? Avevi promesso di riportarli sani e salvi da me!- gli urlo contro andando a grandi passi verso di lui.
- Non era questo il patto: tu avevi promesso di venire con me e io avrei lasciato liberi i tuoi genitori. Era questo l'accordo. Quindi tu vieni con me ora.- ghigna.
- No mai!- tuona Thomas.
- E tu cosa vuoi ora?- gli chiede spazientito.
- Lei non viene con te. Tu sei pericoloso, sei un povero drogato che si è fuso il cervello con la robaccia che prende. Arrestatelo, merita di andare in prigione!- dichiara e accade tutto molto velocemente: Jake mi prende da dietro e mi punta una pistola alla tempia.
- State lontani o sparo!- ringhia ai poliziotti che sono scattati su di lui e che ora si mantengono a una debita distanza.
Rimango ferma immobile, incapace di fare qualcosa. Poi mi vengono in mente le scene dei film in cui l'ostaggio si libera dal nemico tirandogli un calcio. Così ci provo e funziona, ma un colpo viene sparato comunque. Su Thomas.Jake si inginocchia dal dolore e la pistola cade a terra. Corro da Thomas vedendolo a terra con la mano premuta sulla coscia mentre una chiazza scura gli si forma sui jeans neri.
- Oddio, mi dispiace! È tutta colpa mia! Chiamate un ambulanza, vi prego!- urlo con la voce rotta dal pianto mentre mi tolgo la felpa per provare a tamponare il sangue che sta uscendo.
- Ehi calmati, sto bene.... circa.... mi sembra di vedere... un unicorno.... giallo e blu.... ora le stelle, mamma....- e perde i sensi accasciandosi sull'erba del giardino.
- No Thomas, amore mio, non lasciarmi, ti prego.... ti prego....- dico con la vista offuscata dalle lacrime, mentre cerco il telefono in tasca per chiamare l'ambulanza.
"Pronto qui è il 911 mi dica." Risponde all'istante.
"Sono nel quartiere di Bronx che un ferito che sta perdendo sangue dovete aiutarmi!" Singhiozzo.
"Arriviamo subito." Risponde e riattacca.
In meno di due minuti sono qui e scendono in fretta dal furgone.Lo caricano su una barella e lo mettono sul retro. Io salgo con loro e mi metto seduta vicino a lui. Gli stringo la mano fredda e lo guardo: lo hanno intubato per l'ossigeno e gli hanno messo una fascia stretta alla coscia.
Sto ancora piangendo, stavolta in silenzio.Arriviamo al pronto soccorso e tutti scendono, compresa me. Lo portano d'urgenza in una sala operatoria per rimuovere il proiettile.
Ho le mani sudate, le gambe traballanti e le lacrime non smettono di scendere.###
Sto aspettando da un'ora qui fuori dalla sua stanza e ancora non si hanno sue notizie.
Mi sto mangiando le unghie da quanto sono nervosa. È tutta colpa mia. Se non avessi provato a fare l'eroina ora lui non sarebbe qui.Ad un tratto si apre piano la porta e ne esce un dottore in camice verde con una mascherina in faccia.
- Dottore come sta? Avete finito?- chiedo scattando in piedi.
- Lei è un parente?- risponde con una domanda.
- Si, sono la sua ragazza.-dico prepotente.
- Allora non posso darle alcuna informazione.- dice secco.
- Avanti! Non può farmi questo! Mi dica qualcosa, la prego!- lo supplico a mani giunte.
- E va bene. È finita. Non c'è stato niente da fare, ha perso troppo sangue, il tentativo è fallito. Mi dispiace.- risponde come se fosse tutto normale.
- Cosa?- chiedo credendo di aver sentito male e invece ho sentito benissimo. Thomas è morto.
Inizio a piangere forte accasciandomi sul pavimento duro e freddo. Sbatto i pugni e tiro calci. So che non servirà a niente, perché ormai quello che è fatto è fatto.
Mi tirano su di peso facendomi sedere. Sono scioccata. Impietrita. Un pezzo di marmo. Fisso il vuoto e provo a calmarmi.
Inspiro, espiro. Basta ora, ricomponiti.
Dico a me stessa e per un po' funziona.- P-posso entrare?- chiedo a uno dei dottori che mi ha soccorso.
- Sì, ma fai piano perché ci sono anche i suoi genitori, sii cauta.- mi avverte.
Annuisco con la testa e apro la porta. La scena che mi trovo davanti e raccapricciante: la madre di Thomas che piange sommensamente avvinghiata al padre che singhiozza a sua volta e il mio amore disteso sul letto con un lenzuolo che lo copre interamente. Quando si accorgono di me, non dicono niente, fanno solo cenno di avvicinarmi e mi abbracciano come se fossi loro figlia.
Solo ora noto che la mamma ha una camicia da ospedale e ha un berretto di lana in testa da cui non spunta nessun capello. Questo è simbolo che anche lei era in cura qui.
Ad un tratto rompono l'abbraccio e si asciugano le lacrime con un fazzoletto di stoffa.
- Non ci siamo presentati... io sono Philip e lei è Elinor, tu sei?- si presenta.
- Jordan, la sua ragazza. È tutta colpa mia se lui è qui.- dico, ma lui scuote la testa.
- Non è vero. Hai tentato di salvarti da sola, quel bastardo ha sparato lo stesso. Ora è in galera. E i tuoi genitori sono liberi. Ti aspettano a casa.- mi dice guardandomi negli occhi. I suoi occhi sono uguali a quelli che aveva Thomas.
Mi ricordo la prima volta che l'ho visto: era stato talmente scorbutico che ero rimasta arrabbiata per tutto il giorno.- Tesoro, vuoi che ti lasciamo sola con lui in modo che.... lo saluti per l'ultima volta.- chiede Elinor gentile.
- Si grazie.- dico ed escono dalla stanza.
Mi giro verso il letto e tiro giù il lenzuolo bianco molto lentamente.
Guardo il suo viso perfetto, pallidissimo, e poso un dolce bacio sulle sue labbra viola.- Ti amo Thomas.-
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Sono triste per questo capitolo, non odiatemi troppo!
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Baci
Alice❤
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Jordan on the road (COMPLETATA)
Novela JuvenilJordan è una ragazza di 14 anni che dentro una dura corazza nasconde un cuore tenero, come nei cioccolatini. Fa tanto la dura e la sfacciata, ma alla fine anche una come lei riesce a trovare l'amore. Una volta che non funziona, un'altra che finisce...