- Ti sei trasformato in una giraffa? - disse Wendy, con un risolino divertito.
Io mi ritrassi, imbarazzato.
- Che cosa sono? - chiesi.
- Libri.
Alzai gli occhi al cielo, esasperato.
- Fin lì ci ero arrivato anche io, grazie. Quali libri?
Wendy si fece più seria e me ne porse uno. Si trattava di libri di illustrazione alternativa molto interessanti. Un misto di disegno classico e arte moderna che mi ricordava molto i dipinti che aveva fatto al Black Cat.
- Sono molto belli. E' da qui che prendi ispirazione?
- Per alcune cose, sì. - ammise Wendy, stupita di aver suscitato in me un sentimento diverso dal fastidio o la rabbia.
Gli chiesi di cosa trattassero gli altri libri, che, a differenza di quello che tenevo fra le mani, erano in formato più piccolo. Se fossimo vissuti all'epoca di Shakespeare, quello che avevo io sarebbe stato un Folio, mentre quelli che reggeva Wendy dei Quarto.
- Sono di Poe. I Racconti del Mistero e del Terrore. - spiegò. - E quest'altra è una sua raccolta di poesie. Sarà scontato, ma la mia preferita è Il Corvo.
Anche a me piaceva molto Poe, nonostante fra i miei autori dell'orrore preferiti si contendesse il primo posto assieme a Lovecraft. Il primo parlava di un orrore che esisteva solo nella mente dell'uomo, mentre il secondo di un orrore esterno. Ma la letteratura era popolata da simbolismi e l'esterno spesso non era che una proiezione dell'interno, quindi potevano essere collegati su più livelli.
Wendy mi guardò con un'aria tanto stupita che mi sentii offeso.
- Che c'è? Non credevi che io potessi interessarmi di queste cose? - sbottai, guardandola male.
- No, no. - si affrettò a dire lei, scuotendo la testa, nonostante i suoi occhi sgranati mi dicessero che mi aveva ritenuto una testa di coccio fino a pochi secondi prima. - Quali sono i tuoi preferiti?
- Di Lovecraft direi Il colore venuto dallo spazio, mentre di Poe La caduta di casa Usher e Berenice. - mormorai, giocherellando con i residui di ghiaccio sul fondo del bicchiere.
Wendy mi confessò che Berenice era anche fra i suoi preferiti, ma che quello che amava di più in assoluto era Il Gatto Nero.
- Sono stata io a dare l'idea per questo posto a Larry. Gli avevo detto che avrebbe avuto molto successo. Poe si legge con piacere anche al giorno d'oggi e l'atmosfera dark attrae molti, sebbene non tutti apprezzino la bellezza che si trova nell'oscurità. - mormorò, con un sospiro. - Pochi, venendo qui, riescono a percepire quello che ho voluto trasmettere con i miei dipinti. Sono ciechi e sordi, non gli interessa andare oltre.
- Non essere così severa. Tutti adorano i tuoi dipinti. - dissi, rivolgendole un sorriso. Forse Wendy non era poi così malvagia. Non mi sarei mai abituato al suo sguardo inquietante, ma era stato ingiusto giudicarla tanto in fretta, soprattutto considerando il fatto che ne avevo subite a sufficienza da sapere quanto fosse brutto venire giudicati male. - Vengono qui apposta per vederli.
- Tu dici? - fece Wendy, illuminandosi, e per un istante sembrò una ragazza normale, di quelle che vedi camminare a centinaia a Londra centro, ridendo spensierate, andando a fare shopping e...
Non riuscii a terminare quel pensiero, perché la sola idea di immaginarmi Wendy che rideva con delle amiche mi faceva venire la nausea. No, quella non era una ragazza come tutte le altre. Sarebbe stato più appropriata vederla in un negozio di vestiti steampunk e goth a Camden Town, seguita da un branco di gatti neri, mentre portava iella a tutta la città.
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Esper (da revisionare)
Science FictionUna serie di suicidi inspiegabili piaga Londra e dintorni. Attraverso atmosfere goth, le vie caotiche di Camden Town e i cieli plumbei e pesanti della città, Gene Sanders cercherà di scoprire chi è l'assassino. Dove si trova? Fuori o dentro di lui...