Guidai fino al Black Cat e una volta al locale ci separammo. Per il resto della serata avemmo poco tempo per parlare ed ognuno fu troppo assorbito dal proprio compito per pensare ad altro.
Quando, finalmente, la serata si concluse e anche l'ultimo cliente se ne fu andato, era l'una e mezza.
- Se ieri non c'era nessuno, oggi c'è stato pienone. - commentò Larry, soffocando uno sbadiglio. Nonostante la stanchezza sembrava soddisfatto, mentre contava le sterline fruscianti raccolte nella cassa.
- Già. - dissi, sedendomi su uno degli sgabelli di fronte a lui.
Larry alzò lo sguardo dal proprio lavoro e mi rivolse un ampio sorriso.
- Allora, com'è andata con Lucy oggi? - mi chiese.
- Come fai a saperlo? - balbettai, stupito. - Non l'ho ancora detto a nessuno. Te l'ha detto lei?
- Ieri abbiamo parlato molto. Mi ha detto che tu sei uscito allo scoperto e lei non sapeva cosa fare. L'ho invogliata ad aprirsi con te e vedo che ha funzionato. - disse Larry, dandomi una generosa pacca su una spalla. - Il mio playboy ha fatto colpo!
Era merito suo se aveva cambiato idea, allora. Mi vergognai profondamente per aver pensato male di lui, credendo che volesse portarmi via Lucy.
- Di cosa state parlando? - chiese una voce sgraziata, mentre lo sgabello accanto al mio cigolava.
- Non sono affari tuoi, mocciosa. - grugnii, fulminando Wendy con lo sguardo. - Possibile che tu sia sempre qui? Non hai proprio niente da fare?
- Stavamo parlando di Lucy. - rispose Larry, sogghignando. - Gene è riuscito a conquistarla col suo irresistibile fascino.
Wendy scoppiò a ridere in un modo poco lusinghiero. Sebbene io credessi di essere totalmente privo del fascino di cui parlava Larry, fu comunque fastidioso che lei si permettesse di rinfacciarmelo a quel modo.
Mi sentii immensamente sollevato, quando vidi Lucy uscire dalle cucine, i capelli scarmigliati per via del vapore. Aveva l'aria esausta e sembrava non volesse altro che tornare a casa. Ci mancò poco che gridassi il suo nome per la gioia e le andai incontro, passandole un braccio attorno alle spalle.
- Beh, cosa sono queste libertà? - mi prese in giro lei, cercando di scacciarmi.
- Io e Lucy andiamo! - esclamai, rivolgendo un sorrisetto a Larry, che mi rivolse un pollice all'insù.
Wendy fece una smorfia, che io ricambiai con una linguaccia. Sapevo di star mostrando la stessa maturità di un bambino di cinque anni, ma poco mi importava. Non avevo idea del perché Lucy mi trovasse affascinante, eppure era lì con me, adesso.
- Che stai facendo? - chiese lei, divincolandosi dalla mia presa.
Io le aprii la porta come un gentleman, sotto il suo sguardo stranito.
- Prego, signorina. - dissi, accennando un inchino.
Lucy mi guardò come se fossi stato rimpiazzato da un marziano e salì in macchina con cautela, senza togliermi gli occhi di dosso. Una volta che anche io mi fui accomodato al suo fianco, le rivolsi un sorriso smagliante, cercando di fare il magnifico.
- Gene?
- Sì, mia cara?
- Evita. - fece Lucy, lapidaria.
Io abbassai lo sguardo, mogio, e misi in moto, mentre Wendy usciva dal Black Cat, ancora ridente. Stupida ragazza.
- Si può sapere che ti era preso?
- Niente. - brontolai, imboccando la strada che portava a casa sua. Non c'erano molti lampioni in quella via ed era piuttosto buio. Ogni tanto dovevo accendere gli abbaglianti, per vedere dove stessi andando. - Cercavo solo di essere fascinoso.
- Più che fascinoso, eri inquietante. - sogghignò Lucy, con un sospiro. Sembrava sollevata. - Per un attimo ho pensato che ti fosse venuta una sincope.
- Wendy dice che sono un idiota.
- Tu sei un idiota.
Io mi lagnai, dicendole che non era affatto vero, il che non ebbe alcun effetto su Lucy, a parte quello di farla scoppiare a ridere.
- Non farti condizionare dalle sue parole. - disse infine, mettendo una delle sue piccole e aggraziate mani scure sulla mia, posata sul cambio. - Mi piaci così come sei, non serve che cerchi di sembrare qualcun altro.
Mi venne un groppo in gola. Era una delle cose più belle che mi avessero detto. Una parte di me aveva ancora dei dubbi sul fatto che potessi piacerle davvero.
- Che ne dici se andassimo a casa tua? - mi chiese Lucy, in tono allusivo.
- Va bene. - assentii, rivolgendole un sorriso raggiante.
Mi sembrava che quella serata non potesse finire in modo migliore. Tuttavia, più ci avvicinavamo a casa mia, più mi preoccupavo, pensando a in quale stato di incuria si trovasse. A parte le mie piante, non ero molto bravo a tenere le cose in ordine. Rabbrividii al pensiero della lavatrice che traboccava di panni sporchi, l'odore di chiuso unito all'odore di sebo della mia pelle e il letto e il divano sfatti. Per non parlare della cuccia di Julius e i tappeti. Erano talmente pieni di pelo di cane che sembrava ci fosse un tappeto supplementare sopra di essi. Però non potevo tirarmi indietro. Non adesso.
Cos'era quell'inferno?
Mi lasciai sfuggire un gemito di sofferenza, mentre imboccavo il sentiero che portava al mio appartamento.
Stavo attraversando il viale ghiaioso che conduceva verso i parcheggi, quando la vidi.
In mezzo alla strada, c'era una figura esile, di un pallore lunare, e sembrava risplendere di luce propria in quella notte nuvolosa, priva di stelle. Sgranai gli occhi ed emisi un grido soffocato, cercando di frenare. Lucy gridò il mio nome, ma mi giunse lontano e incomprensibile, sovrastato dallo stridio dei freni.
Riuscii a schivare la figura di appena mezzo metro e, mentre le passavo in parte, il mio cervello reso iperattivo dall'adrenalina registrò ogni dettaglio. Era la bambina maledetta, che mi guardò con i suoi profondi occhi neri. "E' colpa tua, Gene.", la vidi articolare con le labbra, prima che ci andassimo a schiantare su uno degli alberi che delimitavano il viale.
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Le cose cominceranno a scaldarsi, ragazzi. Salteranno fuori un bel po' di personaggi nuovi, uno più matto dell'altro. Ma non vi dico niente! :]
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Esper (da revisionare)
Science FictionUna serie di suicidi inspiegabili piaga Londra e dintorni. Attraverso atmosfere goth, le vie caotiche di Camden Town e i cieli plumbei e pesanti della città, Gene Sanders cercherà di scoprire chi è l'assassino. Dove si trova? Fuori o dentro di lui...